Una nuova tappa del viaggio dedicato ai grandi vini italiani conduce questa volta nel cuore delle Marche, terra di colline, borghi storici e fiumi che dagli Appennini raggiungono il mare Adriatico, creando valli dalle identità uniche. Un territorio complesso e articolato, che nella ricchezza dei suoi suoli e dei suoi microclimi ha trovato nel Verdicchio una delle sue espressioni più alte e riconoscibili.
Al Picciolo Etna Golf Resort & Spa si è svolta una masterclass emozionante dedicata a Villa Bucci, cantina simbolo dei Castelli di Jesi. Un omaggio sentito all’eredità di Ampelio Bucci, scomparso di recente, che ha dedicato la vita a questo vitigno, diventando custode appassionato di una tradizione che oggi continua grazie alla famiglia Veronesi e a un team che ha scelto di restare fedele allo stile originario.
L’incontro ha permesso di assaggiare oltre vent’anni di storia attraverso una straordinaria verticale, con bottiglie servite quasi interamente in formato magnum del Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva. Un viaggio sensoriale che ha messo in luce la capacità di questo vino di evolvere, trasformarsi e sorprendere, raccontando il tempo senza mai perdere identità.
A guidare il pubblico, le parole di Daniele Cernilli e di Jacopo Patti, direttore commerciale della cantina.
La degustazione si è aperta però con il Rosso Piceno Pongelli 2022, progetto voluto da Ampelio Bucci per ricordare che questo territorio è anche patria di rossi affascinanti. La versione 2022 si presenta con un rubino luminoso e un profilo olfattivo ricco ma fine, dove emergono frutti a bacca nera, accenni floreali e un delicato richiamo alla frutta secca. Il sorso è slanciato, vivace nella freschezza e ben calibrato nei tannini, confermando quell’equilibrio tra potenza ed eleganza che Ampelio cercava unendo Sangiovese e Montepulciano in un blend di pari percentuali, poco comune nell’areale del Rosso Piceno.
Prima di entrare nel vivo della verticale di Verdicchio, Cernilli ha ricordato come Bucci fosse un convinto sostenitore delle botti grandi, scelte non per modellare il vino ma per trasmettere alle nuove annate la memoria di quelle precedenti; una visione romantica che oggi è parte integrante dello stile della cantina.
La verticale:
Villa Bucci Riserva 2021
Il primo Verdicchio in assaggio è stato il Villa Bucci Riserva 2021, annata gestita con cura per fronteggiare il cambiamento climatico anche attraverso mirate defogliazioni. Il vino si mostra subito luminoso e giovanissimo, con note di erba fresca, mela verde e agrume croccante che si riflettono in un sorso vibrante, dove una spiccata freschezza salina dà ritmo e verticalità. È un Verdicchio che oggi si esprime in trasparenza, ma che lascia intravedere una futura complessità.
Villa Bucci Riserva 2019
Molto diversa la Riserva 2019, una delle annate più brillanti degli ultimi anni e riconosciuta a livello internazionale come secondo miglior vino al mondo. Qui il profilo si fa più ricco e ampio; il frutto è maturo, avvolgente, e il palato è carezzevole, mediterraneo, caldo ma perfettamente sostenuto da una struttura solida e armonica. È un vino che racconta densità e profondità, pur mantenendo una sorprendente giovinezza.
Villa Bucci Riserva 2016
La Riserva 2016 si distingue per un colore giallo dorato luminoso e per un naso più discreto, quasi timido, che richiama la frutta bianca e note balsamiche appena accennate. In bocca risulta fine e leggera, meno prepotente rispetto alla ricchezza della 2019 o alla tensione della 2021, ma comunque elegante nella sua sobrietà.
Villa Bucci Riserva 2009
La Riserva 2009 segna un cambio di passo: con il suo colore oro-verde introduce un vino di intensa profondità gustativa. Il profilo olfattivo rivela sfumature floreali di ginestra, accenti affumicati e un tocco di miele, mentre al palato emerge una grande compostezza. Il sorso è pulito, lungo, coinvolgente, sostenuto da una sapidità che dona energia ed equilibrio. È una Riserva che cattura e convince per la sua armonia luminosa.
Villa Bucci Riserva 2001
Chiude la verticale la Riserva 2001, un’annata capace di emozionare ancora oggi. Il colore mantiene sorprendentemente i suoi riflessi verdi, segno di una vitalità che il Verdicchio sa conservare nelle sue espressioni migliori. All’olfatto è profondo ed elegante, con note floreali e richiami mediterranei che aprono a un sorso vigoroso, fresco e incredibilmente giovane. Una dimostrazione evidente della longevità straordinaria del Verdicchio e della visione enologica di Villa Bucci.
A conclusione dell’incontro, Jacopo Patti ha sottolineato come il futuro della cantina resterà nel solco tracciato da Ampelio: «Amiamo Villa Bucci e non vogliamo cambiarne lo stile. Le persone che hanno lavorato storicamente con Ampelio sono le stesse e continueranno a esserci. Speriamo di essere i giusti custodi di questa storia, all’insegna di equilibrio ed eleganza».