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Scenari

L’uragano Sandy e quei fine wine custoditi a Manhattan

23 Luglio 2013
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Un giallo a Manhattan, finito, come avviene di consueto oltreoceano, in tribunale.

Tutto inizia con il passaggio di Sandy, l'urgano che qualche mese fa ha devastato parte della East Cost prendendo in pieno la Grande Mela, causando perdite umane e distruggendo centinaia di migliaia di abitazioni. Il sospettato, protagonista di questo caso, è il proprietario e fondatore di Wine Care, Derek L. Limbocker. Si tratta di uno dei magazzini di stoccaggio più importanti del Nord America, che custodice e cataloga vini pregiatissimi, fine wine, circa 27mila casse di etichette stellari delle più grandi annate e dei più importanti territori, per conto di wine lover facoltosi.  Un servizio che prevede compensi d'affitto che gli valgono decine di milioni di dollari ogni anno.  Un business che frutta e che il proprietario, a quanto pare secondo i sospetti dei clienti, ha pensato bene di farlo fruttare ancora di più. La cantina si trova a 100 metri dal fiume Hudson, ed effettivamente, è stato uno dei primi locali ad essere investito dalla furia delle acque. Valutati i danni e monitorato lo stato del magazzino, il proprietario ha rassicurato i clienti, subito dopo il fenomeno, sullo stato ottimale in cui si trovavano i vini. Almeno il 95% dichiarandolo “sano e salvo”. Accade però che mesi più tardi, ai collezionisti desiderosi di andare a prelevare una loro etichetta custodita sia stato impedito di entrare nel caveau. E a questo punto, si fa largo il sospetto che molti dei vini pregiati, tra cui etichette centenarie, fossero in realtà fortemente compromessi, se non distrutti, dall'esondazione dell'Hudson, e falsificati con altri vini dichiarati invece dal titolare di WineCare, per non perdere il ricco canone d'affitto, intatti.

A far “esplodere” gli animi già infuriati, è stato poi il rifiuto opposto da Limbocker di concedere la supervisione dei nastri registrati dal circuito a 16 canali che sorvegliava il magazzino. Al sospetto che si potesse trattare di una truffa è subentrata, a quel punto, la certezza e la questione prende le vie legali. I clienti, che non hanno potuto verificare effettivamente l'entità del danno, si sono rivolti ai giudici. Nel frattempo, Limbocker se da un lato ha mantenuto più volte la “versione ufficiale” sulla condizione dei vini, dall'altro, durante un interrogatorio voluto dai suoi creditori, ha descritto gli effetti del passaggio di Sandy ed uno scenario tutt'altro che rassicurante sul mantenimento della qualità e integrità dei vini. Le indagini, ancora in itinere, vedono montare le costanti pressioni da parte dei collezionisti/clienti affinché si faccia luce sul caso. Limbocker ha anche chiesto recentemente il fallimento e dichiarato l'intenzione di un trasferimento delle bottiglie in un altro magazzino. Alcuni ricchi investitori di Wine Care, avrebbero chiesto ai giudici di bloccare questa manovra di trasferimento e di risolvere prima il caso. Come avviene in tutte le storie a puntate, sul caso della Wine Care vige il “To be continued”. 

Francesca Landolina