Presentato il Rapporto 2013
Quali sono gli scenari futuri della Pesca e dell’Acquacoltura in Sicilia? Che tipo di strategia comune è auspicabile per la pesca nel Mediterraneo? Come ammodernare e ristrutturare questo settore fortemente penalizzato dalla crisi economica che ha colpito anche la Sicilia?
A queste annose questioni, difficili da dipanare, sta cercando di dare risposte concrete anche dal punto di vista scientifico il nuovo “Rapporto 2013 sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia” (previsto dalla Legge Regionale n° 16 del 2008), presentato oggi presso la Direzione Generale di Banca Nuova a Palermo e redatto dall’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, presieduto dall’Ing. Giuseppe Pernice. La presentazione è stata l’occasione per un confronto sullo stato dell’arte di un settore che deve essere riqualificato. Sono intervenuti nella prima riunione della mattina il Dott. Umberto Seretti, Direttore Generale Banca Nuova, l’Avv. Ezechia Paolo Reale, Assessore regionale all'Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca, il Dott. Giovanni Tumbiolo, Presidente del Distretto Produttivo della Pesca e il Dario Cartabellotta, Dirigente Generale del Dipartimento della Pesca.
“In questo Rapporto” ha affermato Giuseppe Pernice “emerge con grande forza lo stato di estrema difficoltà del settore che ha ormai raggiunto una drastica riduzione della flotta ormai dimezzata rispetto al 2000. Un problema, questo, molto grave se consideriamo che in termini di PIL la pesca rappresenta un settore fondamentale per la Sicilia. La flotta peschereccia è poi troppa vecchia con una età media di 33,7 anni che incide sui consumi. Dieci anni fa la media era di ventotto anni”. Positivo invece il dato che riguarda la costruzione dei battelli: 9 nel 2013 contro i quattro nel 2012. E’ necessaria, poi, anche una politica comune di ripopolamento dei pesci nel Canale di Sicilia. “L’Unione Europea” continua Pernice “ha privilegiato per troppo tempo la pesca nei Paesi del Nord, trascurando il Mediterraneo e attuando una politica di demolizione della flotta peschereccia. E’ ora di cambiare direzione, visto che nel complesso la filiera ittica nel 2013 ha perso 800 posti di lavoro”. Per non parlare del costo del gasolio che continua a condizionare pesantemente la pesca siciliana e dei precari rapporti internazionali nel Canale di Sicilia dove i motopescherecci, impiegati nella pesca d’altura, sono costretti a pagare delle pesanti multe ai Paesi rivieraschi della sponda sud del Mediterraneo.
Una criticità che però non deve abbattere. “Quali sono allora le cose su cui lavorare?” ha ricordato Giovanni Tumbiolo, Presidente del Distretto Produttivo della Pesca “Anzitutto bisogna lavorare sul metodo della Blue Growth, della Blue Economy ossia dell’economia della responsabilità individuale e collettiva che si oppone a questa demolizione dei posti di lavoro, partendo dalla pesca come una filiera che guarda tutto il suo insieme. Con uno sguardo che protegge il mare, cosa che il pescatore sa perfettamente da sempre. La Blue Economy è un concetto di economia nato, in realtà, in Sicilia che non riguarda soltanto la pesca. In questo contesto voglio ricordare l’Expo dei Distretti Agroalimentari che prenderà il via dal 9 al 12 ottobre nelle vie della Casbah di Mazzara del Vallo all’interno di Blue Sea Land. E’ un grande evento dei Distretti Produttivi e delle filiere agro-ittico-alimentari italiane, siciliane, e del Medioriente allargato. Tutti insieme per promuovere e far conoscere i prodotti ittici del Mediterraneo e i prodotti agroalimentari oltre ad una serie di incontri sull’Artigianato, l’Industria e i servizi per il settore Food”.
Dario Cartabellotta, Dirigente Generale del Dipartimento della Pesca ha auspicato la necessità di coniugare le esigenze relative alla salvaguardia delle risorse marine con quelle del lavoro dei pescatori. “Riporteremo” ha detto “la pesca nella conferenza Stato-Regioni: abbiamo pronto, grazie ai nuovi fondi del Feamp, un piano regionale della pesca per invertire la rotta degli ultimi anni”. Di buon auspicio anche l’intervento del Umberto Seretti, Direttore Generale di Banca Nuova e padrone di casa: “Banca Nuova vive di territorio e ha a cuore il futuro della Sicilia dove investe molto. Il territorio è certamente difficile, ma il nostro Gruppo non si piega di fronte alla situazione critica che sta investendo l’isola. Siamo molto inseriti nel mondo agroalimentare, soprattutto nel mondo del vino, e adesso speriamo di continuare a dare il nostro sostegno e supporto all’economia siciliana”.
Rosa Russo