(Moreno Cedroni, Giuseppe Masturzo, Alberto Bove e Luigi Caricato)
da Milano, Michele Pizzillo
Con l’abbreviazione “vù” si può indicare il Vulture ma, anche, il vulcano. Si da il caso, poi, che il Vulture è un vulcano che dal Nord della Basilicata offre suggestive panoramiche anche sulle regioni limitrofe come Puglia e Campania.
Così, quando si è pensato di valorizzare un olio, quello prodotto in 9 paesi situati all’ombra di questo monte – Atella, Barile, Ginestra, Maschito, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida e Venosa – che da millenni è sempre di ottima qualità, conquistando la denominazione di origine protetta assegnata dall’Unione Europea, è stato scelto proprio il nome Vù per il prodotto che va commercializzato come olio extra vergine di oliva “Vulture dop”.
Adesso ci hanno pensato 16 frantoiani a mettersi insieme, con il brand “Frantoiani del Vulture”, che sotto la guida di Giuseppe Masturzo dovrebbero dare un futuro, commerciale ovviamente, all’olio spremuto dalle olive che crescono nei terreni lavici alle pendici di questo vulcano per fortuna in inattività da decenni.
Con la Dop gli euroburocrati, probabilmente a loro insaputa, hanno contribuito a fare due miracoli: permettere ad un olio di ottima qualità di irrompere sui mercati con un solo nome, Vù appunto; e, di mettere insieme frantoiani, cooperative di olivicoltori e di centinaia di contadini in una sorta di fronte comune per vendere bene un’altra delle eccellenze che produce l’area del Vulture conosciuta per il suo potente vino Aglianico e per la briosità e salubrità delle sue acque minerali.
(Le bottiglie del nuovo olio Vù)
A mettere insieme i frantoiani, cooperative olivicole e singoli olivicoltori, è stato Giuseppe Masturzo, che insieme alla giovanissima nipote Antonietta, ha preparato la strategia che prima ha portato al riconoscimento comunitario, la 42esima Dop riconosciuta al patrimonio olivicolo nazionale, e adesso alla conquista dei consumatori, direttamente. Infatti i “Frantoiani del Vulture” forse hanno scelto la strada più difficile, dice Alberto Bovo, l’architetto di Hangar Design Group di Mogliano Veneto che ha ideato il concept per il lancio del primo olio extra vergine d’oliva della Basilicata, cioè, l’e-commerce. E sì, perché Vù arriverà direttamente a casa attraverso il web e in una elegante confezione che fa anche arredo.
“Alla base di questa scelta c’è la consapevolezza della qualità del prodotto a Dop che si colloca sulla fascia alta del mercato – evidenzia Masturzo -. Pensiamo così di eliminare qualche costo, come quelli dell’intermediazione in modo da contenere il prezzo. E, poi, ogni cooperativa, frantoiano e singolo olivicoltore continua a vendere la propria produzione direttamente o attraverso i consueti canali commerciali, ma non il “Vulture dop” che è solo Vù. Per il momento va bene il web. Poi si vedrà se continuare con lo shop online”.
Che Vù sia un olio di qualità elevata, si è avuta la conferma alla presentazione a Milano dove hanno partecipato due testimonial d’eccezione: lo chef marchigiano pluristellato Moreno Cedroni e l’oleologo Luigi Caricato.
Il primo ha espresso pochissimi concetti di elogio per l’extra vergine esaltando le caratteristiche di Vù per far parlare i tre piatti che ha preparato con il “Vulture dop”: baccalà, pesce con olio aromatizzato al rosmarino, purè di patate dove ha sostituito il burro con l’olio. Tre piatti eccellenti, esaltati da un olio fruttato medio che nella degustazione guidata da un esperto come Caricato, si è presentato con il candore di quelle persone equilibrate e armoniose che lasciano una scia gradevole di profumo: nel caso di Vù, gli accattivanti sentori di erba di campo e mandorla verde, “grazie alla capacità degli olivicoltori lucani di saper mescolare olive di cultivar autoctone come Ogliarola del Vulture e Cima di Melfi con altre varietà che magari sono stata importate da regioni adiacenti alla Basilicata”.
Una pratica che risale ai tempi che è apparso l’olivo, in queste terre ed è rimasto immutato. “Con ottimi risultati”, gongola Masturzo perché vede concretizzarsi la realizzazione di un sogno: far conoscere a tutti l’ottimo olio del Vulture.