Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
A casa di...

Tra champagne, Doc Etna e Sole dei Padri. Un pranzo con vista sui vigneti

11 Agosto 2011
Sottotitolo Sottotitolo

di Massimiliano Montes

Nata per gioco, una degustazione particolare con Francesco Spadafora si è trasformata in un’occasione unica per confrontare alcuni campioni siciliani, toscani e francesi.

Le Tenute Spadafora, in contrada Virzì, producono alcuni dei vini più conosciuti della regione, sia internazionali che autoctoni. L’invito di Francesco Spadafora nasce da una discussione enoica durante la quale sono stati confrontati “verbalmente” alcuni vini. L’inevitabile passaggio successivo è stato quello di degustarli insieme, durante una piacevole giornata.

L’apertura dei giochi non poteva che essere consegnata ad una bottiglia di bollicine. Aperitivo e compagno di antipasto è stato un Fleury Rosé de Saignée, strepitoso champagne biodinamico prodotto dalla famiglia Fleury in Côte des Bars interamente da uve Pinot Noir.

Dal perlage raffinato e mai eccessivo, appena stappato colpisce per i netti sentori di lievito. Dopo pochissimi minuti questi aromi si attenuano per lasciare il passo al lampone e soprattutto al pompelmo. La degustazione di questo champagne è assolutamente piacevole, mai stucchevole, e godibilissima, soprattutto nelle calde giornate estive.

A seguire un rosso da nerello mascalese in purezza. Coltivato a circa 800 metri sul livello del mare da viti in parte a piede franco, il Nonna Concetta 2007 di Massimiliano Calabretta è forse una delle massime espressioni del circondario etneo. Colore tendente al granato, non impenetrabile. Naso sottile ed elegante, è stato degno compagno dei peperoni biologici di casa Spadafora ripieni di riso nero venere.

Rimanendo in territorio etneo, grandi emozioni ci ha dato il Prefillossero Vigna don Peppino 2008 del talentuoso Marco de Grazia (Tenuta delle Terre Nere). Più carico di colore del precedente, forse per una maggiore presenza di uve nerello cappuccio, ricorda per aromi ed eleganza i grandi vini di Borgogna.

Autoctono principe della Sicilia, il nero d’Avola 2008 di Do’ Zenner (Tridente Pantalica), ha sicuramente meritato una menzione d’onore. Naso pieno, caldo e coinvolgente. Al palato sostanza ed aromi varietali pienamente rispettati da un affinamento rigorosamente in assenza di legno. Chi volesse sapere di cosa è realmente capace un nero d’Avola non può non assaggiare la creazione di Zenner.

Dalla Sicilia alla Toscana per un Brunello di Montalcino Ugolaia 2004 di Lisini. La tenuta Ugolaia è uno dei migliori cru di Montalcino e l’annata 2004 sarà sicuramente da ricordare come uno dei migliori millesimi del secolo. Naso di amarena con ricordi di mirtillo e violetta, bocca piena e corposa, nonostante sia stato bevuto ad una temperatura sufficientemente fresca è un vino che richiede climi e stagioni fredde per dare il meglio di se.

La sfilata dei rossi è stata chiusa da due campioni di casa Spadafora, il Sole dei Padri 2003, un Syrah in purezza, e lo Schietto 1999, Cabernet Sauvignon al 100%. Vini concentrati, sia nel colore che al palato, con tanto corpo, impreziosito da un affinamento in piccoli fusti di rovere nuovo a media tostatura.

Il pranzo è proseguito con una strepitosa tagliata di tonno agli aromi di terra, ricetta di Francesco Spadafora, che oltre ad essere un ospite “solare” e squisito si è dimostrato un eccellente chef.

La chiusura della degustazione è stata un inevitabile ritorno allo champagne, che con il suo brio ci ha accompagnato verso il fine pasto.

Meritevole di nota il commento del padrone di casa a fine giornata: “Non si può dire che oggi abbiamo bevuto male“.