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La lava dei vulcani Etna e Fuji nei piatti di Guarneri al Don Camillo: una cena “Jun”

25 Febbraio 2018
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Ai piatti dello chef sono stati abbinati i vini di Terra delle Ginestre


(Giovanni Guarneri, Shigeaki e Junko Nishikawa)

Un vulcano, come l’Etna o il Fujiyama, al centro del piatto, con tanto di lava che sgorga pizzicando maliziosamente il naso. Una coppia di giapponesi appassionati produttori di vino, Junko Nishikawa e il marito Shigeaki, che nel 2013 hanno acquistato un vigneto di un ettaro a Passopisciaro e nel 2014 hanno iniziato la produzione di Nerello mascalese. Uno chef siciliano che in Giappone ha vissuto e cucinato. 

Questo il connubio di mondi e culture diverse che si sono incontrati nella cena “Dal Giappone alla Sicilia. Dal Fuji all’Etna” al Ristorante Don Camillo di Siracusa insieme ai vini di “Terra delle Ginestre”, promossa da Enostore Distribuzione di Marcello Fulgieri e dalla sua collaboratrice Angela Mondello. La sicilianità e il calore dell’Etna confluiscono nel Nerello Mascalese “Terra delle Ginestre” prodotto da Junko e Shigeaki. L’Etna Rosso Doc “Jun” vendemmia 2014, presentato in anteprima anche per la vendemmia 2015, si abbina perfettamente con la cucina gourmet di Don Camillo. Lo chef Giovanni Guarneri ha reso omaggio al Fujiyama, 30 anni dopo la sua esperienza in Giappone,

con un vulcano di riso al nero di seppia, fiocchi di ricotta come neve e lava piccante. La purezza di “Jun”, che in giapponese significa appunto “pura”, si sposa anche con la croccantezza del baccalà e l’affumicatura dello sgrombro.

“Il Giappone è stato per me un’illuminazione – racconta Guarneri – Ho imparato dai giapponesi l’uso dei coltelli e l’applicazione in cucina, anche per un migliore utilizzo delle materie prime. Già allora ho portato con me il rigore che hanno in cucina e che solo ora e in parte è arrivato in Italia”. Un’illuminazione che si traduce in uno sfizioso cubismo di tre pesci differenti, ma preparati allo stesso modo e adagiati su un emulsione di sapori del territorio.

Infine l’ultimo omaggio all’Etna: un gelato di pistacchi di Bronte.

Carlotta Zanti