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Diario goloso

Cena biologica vicino a Stonehenge: Riverford Field Kitchen a Totnes

01 Settembre 2011
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di Giovanni Paternò

Da Brighton la successiva tappa è stata Amesbury, un piccolo villaggio che ripone la sua importanza solamente nel fatto di essere il più vicino al mitico sito archeologico di Stonehenge.

A qualcuno dei nostri quattro lettori che avrà in mente di seguire fisicamente i nostri passi diamo un’importante dritta: andateci dopo le 19 quando il sito chiude e non ci sono più turisti che disturberebbero le belle foto che potrete fare con la fantastica luce del tramonto e un normalissimo obiettivo, comodamente appoggiati sulla recinzione. D’altra parte se entrate pagando nel sito non potrete andare in mezzo ai monoliti perché vietato.
Abbiamo continuato per Exeter, dove purtroppo l’ultra premiato Michael Caines era in chiusura domenicale, poi proseguito per Totnes, dopo avere attraversato il piacevole Dartmoor National Park. Sia ad Amesbury che ad Exeter abbiamo mangiato bene, ma non in maniera da condividere i nostri commenti. A Totnes la Lonely Planet consigliava vivamente Riverford Field Kitchen, una fattoria biologica a poche miglia. La prenotazione è obbligatoria: si cena tutti alle ore 20 in tavoli condivisi, il menu è fisso e cucinato in giornata per il numero di commensali, le portate servite in piatti in comune da cui attingere. Il proprietario della fattoria biologica Guy Watson anni fa ebbe una buona idea: consegnare a domicilio un box con le verdure, gli ortaggi, la frutta e la carne dei propri allevamenti. L’idea ebbe tanto successo che oggi le fattorie sparse per l’England sono quattro e le consegne sono arrivate a 47mila alla settimana. Dal 2005 ha creato questa bella struttura che funge da ristorante con la cucina a vista praticamente in mezzo ai massicci tavoli, purtroppo con panche. Tutto intorno al fabbricato è stata creata una zona ornamentale-didattica con fiori, piante officinali, verdure, piante da frutto, che nell’attesa della cena gli avventori possono osservare. La chef Jane Baxter vi lavora dall’inaugurazione ed è autrice di libri di successo nonchè protagonista di molte trasmissioni televisive. Ogni sera a circa 30 euro vengono servite cinque portate a base di verdure ed ortaggi e un piatto di carne, anch’essa biologica e proveniente dagli allevamenti della fattoria. Il dessert viene scelto direttamente nel banco di cucina tra circa sei dolci. Quella sera c’era una grande tavolata di insegnanti per la cena di fine anno, per cui essendo solo noi gli estranei, ci hanno apparecchiato in un tavolo tutto nostro. Il menu cambia giornalmente e utilizza gli ingredienti di stagione. A noi è stato servito con pane casereccio una serie di antipasti: paté di ceci, olive bianche e nere condite che sembravano prese da una bancarella dei nostri mercati; fegatini; crocchette ai peperoni con maionese allo zafferano; salmone fresco marinato con salsa allo yogurt e mostarda; frittata con patate e cipolle.


 Olive e paté di ceci

Fegatini

Crocchette

Salmone marinato

Frittata di cipolle e patate

Successivamente: ratatouille (stufato) di pomodorini, peperoni, zucchine grigliate e pesto di basilico; insalata di carotine e barbabietole cotte con spicchi di arancia spellata, insalatina mista e pistacchi, conditi con olio e aceto balsamico; insalata tiepida di patate novelle, cipolla, favette e finocchietto selvatico; cavolo scottato con cuori di carciofi; anatra al forno su letto di fagioli.


Ratatouille

Insalata di cotto e crudo

Insalata tiepida di patate

Cavolo e carciofi

Anatra e fagioli

E’ inutile sprecarsi con parole ed aggettivi, tutto era ottimo e cucinato al punto giusto, vi lasciamo ammirare le foto dei vari piatti che meglio potranno esprimere la loro qualità ed appetibilità. Come avrete capito, poteva benissimo essere una cena servita in un ristorante siciliano per la scelta della materia prima, dei condimenti e per il modo di cucinarli. Con la differenza che, a nostra conoscenza, in Sicilia e forse in Italia non c’è ristorante coraggioso e capace di offrire una cena siffatta. In Inghilterra si! Da bere, non molte bottiglie di vino e ottime birre, abbiamo scelto unalager Samuel Smith, chiaramente biologica e una real ale Lighthouse di Red Rock Brew, dalla bassa gradazione e quindi dal corpo un po’ evanescente. Per i dolci ci hanno fatto scegliere tra torta di mandorle e pere, torta al cioccolato, torta all’uva sciroppata, crema alle amarene, fragole in crema.


Torta al’uva candita


Crema all’amarena

Avremmo voluto fare un piccolo assaggio di tutto, ma non è stato possibile. Il servizio, facilitato dalla contemporaneità e dai piatti in comune, efficiente. Come in un ristorante di classe i piatti arrivavano bollenti.