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I nostri consigli

Tre vini per la festa del papà: le etichette giuste per festeggiarlo come merita

17 Marzo 2022
Dr_Fischer_-_Hofsttter_Riesling Dr_Fischer_-_Hofsttter_Riesling

di Marco Sciarrini

Il mese di marzo è pieno di appuntamenti di varie ricorrenze, ma il giorno 19 tra questi è uno dei più sentiti e dedicato alla ricorrenza nota come Festa del Papà, che nei paesi a forte impronta cattolica, come Italia e Spagna, viene celebrata, nel giorno di San Giuseppe.

Il papà da super eroe nel periodo infantile a solida roccia nella fase adolescenziale, a compagno della vita poi. L’occasione per festeggiarlo è sempre un piacere, e quando si pensa di poter fare un regalo, l’abbinamento sorge spontaneo, con una bella bottiglia di vino, forse perché rappresenta come la vite quella pianta forte che resiste a tutti i climi e della quale ci si “abbevera” dei suoi frutti. Per onorare questa festa che si divide tra il sacro e il pagano, si deve avere molta accortezza nello scegliere il vino, perché non si vorrebbe mai deludere il festeggiato. Abbiamo pensato a tre pezzi forti italiani, anche se uno è un italiano un po’ sui generis.

Dr. Fischer – Hofstätter Mosel Riesling Bockstein Kabinett 2019

È l’avventura imprenditoriale intrapresa da Martin Foradori Hofstätter in Mosella, omaggio alle passioni di famiglia. Quarta generazione della tenuta Hofstätter di Termeno, in Alto Adige, è stato il primo italiano a investire e produrre Riesling lungo il fiume Saar in Germania. Nel marzo del 2014 ha colto l’opportunità di rilanciare la storica azienda vinicola “Weingut Dr. Fischer”, conosciuta per i suoi Riesling. La tenuta, che oggi porta il nome di Dr. Fischer – Hofstätter Mosel, possiede vigneti in due delle zone più vocate che si affacciano sul fiume Saar. Il piccolo villaggio di Ockfen – dove nasce il “Bockstein Kabinett” di Weingut Dr. Fischer – Hofstätter Mosel, viene abbracciato da un vigneto a forma di anfiteatro. Il Bockstein rientra anche tra i “Grand Cru” della Mosella che risalgono ad una classificazione del 1868, redatta per determinare l’ammontare della tassazione delle vigne. Storicamente il termine “Cabinett” nasce nel Medioevo nell’abbazia “Kloster Eberbach”, lungo il Reno. I migliori vini venivano conservati dai monaci in una cantina separata che veniva chiamata “Cabinet”. Da questo termine si è poi declinato il nome “Kabinett”, che ancora oggi è il primo gradino della classificazione dei vini tedeschi con “predicato”. “Nel Bockstein Kabinett ritrovo tutta la Mosella che amo, che mi ha spinto ad allargare alla Germania i confini della mia azienda di famiglia – spiega Martin Foradori Hofstätter – I “Kabinett” sono vini affascinanti e offrono sensazioni uniche al naso e al palato: note di frutti esotici, una fine acidità così tipica per la Mosella e per concludere un leggero residuo zuccherino, che però a confronto di altre zone di produzione in questi vini non è mai stucchevole, anzi, tutt’altro”. Riesling 100%, colore giallo paglierino tenue. Al naso bella complessità con affascinanti sensazioni fruttate di cedro, mango ed agrumi, note minerali delicate e sensazioni di fiori bianchi, al palato il sorso è fresco e dinamico equilibrio tra la parte dolce ed un’acidità agrumata, il finale molto lungo e persistente con una dolce salinità.

Amarone Riserva Sergio Zenato Docg 2016

Da una tradizione familiare che da oltre 60 anni valorizza le varietà locali, partendo dal 1960, a San Benedetto di Lugana fino alle colline della vicina Valpolicella a Costalunga nel comune di Sant’Ambrogio. È così che inizia a battere il cuore di Sergio Zenato. La sua, è una storia fatta di passione e lavoro; di piena identità con il proprio territorio e la sua gente; di capacità imprenditoriale e apertura all’innovazione con nuove tecniche di vinificazione e l’investimento su vitigni autoctoni. Una grande storia che ha come protagonista la famiglia di Sergio Zenato, la moglie Carla e i figli Alberto e Nadia. La filosofia della cantina Zenato ha portato costantemente alla produzione di vini di alta qualità, valorizzando vitigni autoctoni, integrando tradizione con innovazione. 80 % Corvina, 10% Rondinella, 10% Oseleta e Croatina, e nasce solo nelle annate di eccellenza dalla selezione delle migliori uve dei vigneti più vecchi coltivati a Sant’Ambrogio, nel cuore della Valpolicella Classica. Prodotto a Sant’Ambrogio di Valpolicella in zona collinare. Sistema di allevamento a guyot, con età media delle vigne di 20 anni. Dopo la raccolta e cernita manuale, l’uva viene lasciata appassire per circa quattro mesi in fruttai asciutti e ben arieggiati, a gennaio, dopo il naturale processo di appassimento, l’uva viene pigiata. Seguono una lenta fermentazione per 15-20 giorni sulle bucce e l’affinamento per almeno 4 anni in botti di rovere di rovere di Slavonia grandi dimensioni e affinamento in bottiglia per almeno un anno. Colore rosso rubino carico, tendente al granato, al naso intenso, fruttato con ciliegia, prugna, marasca e piccoli frutti di bosco, leggere sensazioni speziate, al palato di grande struttura e complessità, pieno, con una bella acidità con una trama tannica elegante e vellutata, ed un lungo finale sulle note fruttate mature.

Col di Lamo Brunello di Montalcino “Diletta” Docg 2016

Il cognome Neri ricorre spesso in terra di Montalcino, e l’azienda di cui oggi parliamo è abbastanza giovane per il territorio e con un “tocco rosa”. Ed è la Cantina Col di Lamo guidata da Giovanna Neri che ha ereditato dal padre la grande passione per il vino e oggi ne è una affermata e ricercata produttrice. Accanto a Giovanna, si aggiunge sua figlia Diletta, un binomio che ha portato freschezza e vivacità, rendendo la Cantina una delle realtà più dinamiche e ricercate del panorama montalcinese. Tocco tutto femminile anche nella presentazione della cantina e dei propri vini con il profilo stilizzato e delicato del volto di donna in etichetta ed i colori arancione e verde del Lamo in Azienda. L’approccio come imprenditrice del vino comincia alla fine degli anni ’90, non con poche difficoltà, quasi come vin de garage, e via via fino al 2000 con i primi acquisti dei macchinari, per arrivare al 2003 ed il suo primo Brunello. Tutto questo grazie alla caparbietà, ed anche ad uno spirito di rivalsa che vedeva, nelle famiglie tradizionali di un tempo, agevolati i figli maschi in questo campo. Fino ad arrivare alla nuova struttura innovativa, con l’espressione di un concept architettonico sofisticato e lineare, che esce dai canoni più tradizionali conosciuti in zona, per rivolgersi al mondo internazionale dei cultori del vino. Perfettamente integrata nel paesaggio, la cantina è inserita nel declivio naturale delle colline coltivate a Brunello di Montalcino che la cingono. Gli ambienti interni sono organizzati seguendo il ciclo di produzione del vino, secondo un percorso rotatorio, organizzato attorno alla corte interna, il cui giardino omaggia la tradizione toscana. Col di Lamo ha 9.5 ettari vitati con tre vigneti (Vigna Colombaio, Vigna Diletta e Vigna Col di Lamo), di cui 1,5 ettari dedicati al Rosso di Montalcino, 2 ettari dedicati al Brunello Diletta, il resto una parte a Brunello e Cabernet Sauvignon. Le vigne vengono coltivate con metodi naturali utilizzando concimazioni organiche e sovesci; i vigneti vengono zappati due volte l’anno ed i trattamenti si limitano all’uso di zolfo e rame. La filosofia delle due “ragazze” si sintetizza con la targa che accoglie all’ingresso che riporta una frase tratta dal Piccolo Principe: “Fai della tua vita un sogno e di un sogno una realtà”. Questo Brunello prende il nome dalla figlia della proprietaria “Diletta” e viene prodotto esclusivamente nelle migliori annate. I due ettari di vigneto sono situati nella parte più alta dei terreni aziendali. La forma di allevamento è il Guyot e la resa per ettaro di 40 quintali. Il terreno è argilloso-sabbioso. La vinificazione avviene con lieviti indigeni prodotti con la stessa uva della vigna, che viene vendemmiata solo qualche giorno prima per permettere l’avvio della fermentazione e l’inseminazione del serbatoio pieno. La vendemmia è manuale, così come la selezione delle uve. Dopo la vinificazione, il prodotto passa in una botte da 50 ettolitri di rovere di Slavonia e affina per più di 36 mesi. Segue affinamento in bottiglia per circa 6 mesi. La produzione è di 6.600 bottiglie. Il colore è rosso rubino intenso con leggeri riflessi granati, al naso profondità e complessità dove spiccano sentori di piccoli frutti rossi e scuri maturi e di sensazione agrumate affiancati da eleganti note speziate balsamiche iodate e di macchia mediterranea, al palato. Il sorso è lungo e intenso, delicata trama tannica che si integra perfettamente alla parte fresca e acida in un grande equilibrio, il finale è lungo con grande persistenza sulle sensazioni olfattive.