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Il dibattito

Consumi alimentari in picchiata, Farinetti: “Portiamo il marchio Italia all’estero”

09 Marzo 2015
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I consumi alimentari calano dal 2007: una realtà che tocca anche l'artigianato alimentare, ma la distribuzione di qualità potrà sostenere questa nicchia del made in Italy, spesso non in grado di investire in promozione e comunicazione?

A questo interrogativo, posto dal gastronauta Davide Paolini in occasione dell'ultimo dei tre dibattiti che si sono svolti in occasione della decima edizione di Taste alla stazione Leopolda di Firenze, hanno cercato di rispondere Oscar Farinetti fondatore e presidente di Eataly, Luca Monica amministratore delegato di Peck, Claudia Boni, Maura Latini direttore generale Coop Italia e Umberto Montano, ideatore del Mercato Centrale di Firenze.
La decima edizione di Taste è stata l’occasione per tirare le somme in merito ai consumi di questi ultimi anni.
Ed è innegabile che questi sono calati e che molte eccellenze che non hanno trovato sbocco sono state costrette a chiudere od a ridimensionare la propria produzione.

Farinetti: “Per fortuna siamo il paese più biodiverso del mondo e il più ambito, ma abbiamo commesso due grandi errori. Il primo è che l' abbiamo raccontato male e il secondo è che non abbiamo mai aperto all'estero. Gli stranieri ci desiderano e noi italiani non abbiamo neanche la consapevolezza di ciò che siamo. Esistono tre soluzioni possibili: dobbiamo portare avanti il nostro marchio, creare incentivi alle aziende e aprire all'estero. A quel punto saremo davvero imbattibili. Il meccanismo è semplice, ma bisogna attivarlo ed Expo è una occasione imperdibile in cui l'Italia deve essere abile a giocare le proprie carte. Smettiamola di criticare la manifestazione milanese perché è e sarà comunque una grande occasione anche per i piccoli produttori”.

Secondo Luca Monica vi sono molte falsificazioni, quindi se il consumatore sarà disposto a pagare di più pur di essere certo della qualità di ciò che acquista, “allora potremo fare quel salto di qualità necessario per combattere ad armi pari le contraffazioni alimentari”.

“Vi sono limiti, ma anche grandi potenzialità per i prodotti italiani – spiega Maura Latini direttore Coop – I piccoli produttori devono essere bravi a trovare i canali giusti per riuscire a trovare la strada per operare al meglio per valorizzare e promuovere non solo il cibo, ma anche e soprattutto la cultura italiana, lavorare con la grande distribuzione sarebbe più semplice e comodo, ma la Coop è nata con l'intento di dare un contributo ai piccoli produttori e quindi il rapporto che si crea con essi ha non solo un valore economico, ma anche il valore aggiunto del rapporto diretto tra produttore e consumatore. La sfida del futuro è fornire alternative e non demonizzare i grandi marchi. L' informazione è fondamentale per aumentare la consapevolezza nei consumatori”.

Secondo Umberto Montano “ il mercato centrale di Firenze è fuori dalla mischia poiché in esso i protagonisti sono i piccoli artigiani. Ciascuno vende qualcosa che produce, dunque il numero di etichette non rappresenta un problema poiché è assolutamente unico e irripetibile. Gli chef stellati a loro volta hanno mamme e nonne che hanno di certo un numero di stelle maggiore. Non dobbiamo dimenticare il loro prezioso contributo poiché gli stranieri ricordano più facilmente le ricette semplici piuttosto che quelle elaborate di alta cucina”. 

Vista la grande ricchezza dei prodotti italiani, spetta agli italiani produttori e consumatori portate avanti nel mondo la qualità delle eccellenze italiane facendosene portavoce e promotori in prima persona.  

Manuela Zanni