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Il prodotto

G. 2010, debutta al Prowein il vino sudafricano di Dalla Cia e Dubourdieu

12 Marzo 2013
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Denis Dubourdieu e Giorgio Dalla Cia

Un blend di Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot e Cabernet Franc ottenuto da una selezione di ben 12 vigneti nella regione di Western Cape.

Esce sul mercato il vino sudafricano, che vuole entrare a far parte del mondo dei Fine Wines, firmato da due illustri veterani dell’enologia. Debutterà al Prowein il 24 marzo. Con questa etichetta segna una tappa importante il progetto di 4G, la società creata da Giorgio Dalla Cia, l’uomo che ha creato il primo taglio bordolese in Sudafrica e consulente di Meerlust una delle aziende vinicole più antiche del Paese, e da Denis Dubourdieu enologo francese che ha firmato i vini di alcune delle maison  più prestigiose del mondo e che vanta consulenze anche in Italia, per Zonin. L'iniziativa vede coinvolta la nuova generazione dei tecnici sudafricani, come Mia Fisher che si è formata attraversando gli oceani, dalla Nuova Zelanza alla Germania. Il vino si chiama G e porta il sottotitolo di First Growth of the Cape, miscela l’esperienza europea e soprattutto francese e l’approccio più moderno del Nuovo Mondo. Con l’annata 2010, Dalla Cia e Dubourdieu hanno raggiunto l’obiettivo: portare nel mondo un vino di altissima qualità prodotto nel continente africano. Edizione limitatissima, solo 3410 bottiglie quelle prodotte, che lancia anche un nuovo stile, nuovi standard. Frutto di un microclima particolare, a tratti estremo, G. 2010 nasce in un areale battuto dal vento, dove l’inverno tarda a venire e intense ondate di caldo si abbattono poco prima del raccolto. Il protocollo di produzione detta in modo rigoroso la massima cura nel vigneto. Le uve vengono selezionate scrupolosamente e raccolte in diversi momenti, seguendo la maturazione di ciascuna. I grappoli che giungono in cantina, quelli migliori selezionati da occhi esperti, vengono diraspati manualmente. La fermentazione vede impiegate sia barrique nuove di rovere francese che acciaio. La maturazione avviene in botte assemblata e per cinque mesi. Un vino pensato per un lungo invecchiamento, come i due enologi scrivono nel sito, pronto da bere anche nel 2040. 

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Fonte: Decanter.com