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La novità

Il Merlot più caro? È toscano e costa 500 euro a bottiglia

24 Aprile 2015
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(Antonella e Diana D'Isanto – Foto corriere.it)

Li spendereste 500 euro per una bottiglia di merlot in purezza?

Beh, probabilmente c’è chi è disposto a farlo, visto che Antonella D’Isanto, una siciliana bionda e solare, dell’azienda “I Balzini”, di Barberino Val d'Elsa in Toscana, hanno prodotto bottiglie con l’etichetta di oro zecchino fuso nel vetro. Dentro, come detto, c’è un Merlot in purezza. Sarà il vino più caro d’Italia nella sua categoria. La bottiglia disegna con l’oro le sommità di tre colline e si chiama Gold Label.

Antonella D’Isanto era una consulente del lavoro, ha lasciato tutto per dedicarsi alla cantina voluta dal marito Vincenzo, amico di Sergio Manetti, il visionario e colto imprenditore siderurgico che nel 1971 fondò Montevertine e creò Le Pergole Torte, il grande rosso che ha infranto l’ortodossia chiantigiana dell’epoca. Antonella era una ragazza quando attraversava l’Italia in treno per studiare Sociologia ad Urbino. In quel momento il marito Vincenzo, commercialista, dopo aver acquistato una bottiglia di vino con le prime 10 mila lire guadagnate, decise di diventare produttore. Comprò il terreno nel 1977 e fondò l’azienda agricola nel 1980. E si affidò a Giulio Gambelli, il più grande conoscitore del Sangiovese. Restò a bocca aperta quando l’enologo, creatore di grandi Chianti Classico e di Brunello di Montalcino imbattibili, gli disse che “con quel tufo nella terra non se ne parla di far crescere Sangiovese”.


(La bottiglia Gold Label de I Balzini – Foto corriere.it)

“Ma ci disse – racconta Antonella al Corriere della Sera – che potevamo piantare vitigni internazionali, che le viti dovevano andare più a fondo. Con le vigne più vecchie si è quindi scelto il sistema del capovolto toscano, con un lavoro alle radici per far affondare il fittone verso la terra più profonda, verso un abisso che è la memoria di un mare preistorico, il cui ricordo resta nei fossili e nella potente ricchezza dei sali minerali”.

Dal primo vino nel 1991, oggi ci sono tutti vitigni rossi: White Label, Black Label, Red Label, Green Label, Pink Label. E ora il Gold Label.
Le bottiglie del Merlot preziosissime sono poche: 360, oltre a 250 magnum. Color rubino, il Gold Label 2012 ricorda la Francia di Pomerol, secondo il sommelier Luca Gardini, che negli ultimi anni ha seguito la nascita di questo vino. Il Merlot profuma di alloro ed eucalipto. Ha una sapidità bilanciata, un carattere felpato che non fa pesare i 14,5 gradi alcolici. Merito anche delle scelte in campagna, dove è stata preferita la linea di rese bassissime, un chilogrammo per pianta, per aumentare la qualità dell’uva.

I tappi sono monopezzi di sughero naturale, annusati uno ad uno dal personale addestrato prima di essere usati.
Altre due donne sono a fianco di Antonella in questa idea di Merlot super lusso: sono la figlia Diana, 30 anni, e l’enologa Barbara Tamburini.

C.d.G.