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La novità

Martini presenta due nuovi prodotti: ecco la riserva speciale “rubino” e “ambrato”

03 Luglio 2015
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Sembrava che Martini non avesse nessuna intenzione di aggiungere qualcosa di nuovo ai suoi quattro classici vermouth (dry, bianco, rosso, rosato). Tanto che qualcuno immaginava di avere questa risposta ad una eventuale domanda sulle novità produttive: il mercato risponde bene, che bisogna c’è di proporre qualcosa di nuovo?

E, invece, i tecnici,  come se fossero asserragliati in un laboratorio segreto, stavano lavorando per offrire qualche sorpresa in concomitanza con Expo. Ed è stato proprio così, con Martini riserva speciale nelle due varianti rubino e ambrato. Due vermouth creati per valorizzare ulteriormente vini italiani, o meglio piemontesi, accuratamente selezionati, tra cui il Langhe doc Nebbiolo e Moscato d’Asti docg. Ad incaricarsi di questa selezione è il master blender di Martini, Beppe Musso, perché i due nuovi prodotti firmati da Martini devono essere sempre attuali per soddisfare la richiesta dei consumatori e le esigenze dei barman. Fermo restando la celebrazione della terra natale dell’azienda, il Piemonte – evidenzia Musso -. Per questo la nuova linea è stata concepita in funzione della disponibilità di ottimi vini piemontesi per la loro intensità e il loro bouquet che, insieme agli estratti di erbe aromatiche, danno origine ad uno straordinario blend finale.


(Beppe Musso, Ivano Tonutti e Giuseppe Gallo)

A questo punto interviene la grande esperienza botanica del master herbalist di Martini, Ivano Tonutti, che ha selezionato un mix di tre tipi differenti di artemisia locale coltivata nella zona di Pancalieri, in provincia di Torino. Insieme al partner di lunga data, la Cooperativa Erbe Aromatiche di Pancalieri, Martini che com’è noto fa parte della multi nazione Bacardi, ha intrapreso una interessante attività per ripristinare il territorio originario della regione attraverso la riscoperta delle erbe che venivano cresciute qui in passato. La Camomilla Romana, usata per creare il Martini riserva speciale ambrato è un esempio di erba aromatica coltivata con successo nell’ambito di un programma anche mirato alla protezione dell’ambiente nella continua ricerca della sostenibilità. Queste erbe locali vengono poi unite ad alcune botaniche di provenienza esotica, dando origine così ad una miscela che viene lavorata secondo le regole tradizionali del vermouth. Seguendo i metodi tipici, gli estratti botanici vengono fatti risposare in piccoli tini di legno di quercia per un periodo di oltre due mesi, al termine del quale le componenti del vermouth sono perfettamente armonizzate. La miscela floreale e aromatica aggiunta di piccoli quantitativi di Moscato d’Asti ai vini italiani utilizzati per la preparazione dei vermouth, conferisce al nuovo prodotto un aroma dal delicato profumo di miele, mentre le scorze gialle di Cinchona dell’Ecuador e il rabarbaro cinese gli conferiscono un gusto leggermente amaro che aromatizza ed esalta il sapore dei vini.
Per Martini riserva speciale rubino, invece, al corposo Nebbiolo delle Langhe vengono aggiunti estratti di Cardo Santo italiano e di legno di sandalo rosso del Centrafrica, dando origine così ad un brillante vermouth dal colore rosso rubino, da cui il suo nome. Il delicato equilibrio di erbe produce un vermouth corposo e complesso, caratterizzato da un retrogusto molto persistente.


(Moscato d'Asti)

E, così, il global brand ambassador dell’azienda torinese, Giuseppe Gallo, agli aspetti tecnici dei nuovi prodotti aggiunge: “Forte dei suoi 152 anni di storia, Martini è lieta di lanciare questa nuova gamma di Vermouth di Torino, che si aggiunge alla sua famiglia di aperitivi che rappresentano la capacità di guardare avanti e la passione dell’azienda, nel rispetto e nella conoscenza della grande maestria artigiana tradizionale, essenziali per creare il vero Vermouth di Torino.”

Con le due riserve, Martini ha presentato pure otto ricette di cocktail. Adesso saranno i bartender a scatenarsi per creare altre ricetta anche perché Martini ha deciso di riprendere il premio Paissa che nel passato ha permesso la creazione di nuovi cocktail.

Michele Pizzillo