Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

I prodotti dell’anno 2018 (secondo noi)

31 Dicembre 2017
prodotto prodotto

Ci siamo. Poche ore e anche questo 2017 sarà mandato agli archivi. Si passa al 2018, un anno pieno di incognite, di pensieri, di desideri, ma che nel campo agroalimentare, vedrà di certo tantissime novità.

Come ogni anno, noi di Cronache di Gusto tentiamo di anticipare quale sarà il “Prodotto dell'anno” che verrà. Non è facile immaginarlo. Nessuno di noi rivela al collega di cosa si tratta: lo teniamo nascosto per vedere se le idee combaciano. Tra olio, vino, un formaggio, pane, ce n'è davvero per tutti i gusti. E secondo voi, quale sarà il prodotto del 2018? Fatecelo sapere. Intanto vi auguriamo un anno pieno di tante belle cose. AUGURI!

Fabrizio Carrera
Olio extravergine di olive

È il mio prodotto dell'anno. Perché intuisco che ne sentiremo parlare sempre di più. Dai salutisti, dagli amanti del cibo buono, da chi vuole scommettere sull'agricoltura, da chi è orgoglioso di appartenere al Sud Italia. Non solo. L'olio extravergine di olive potrà essere anche una nuova occasione di business. Certo, nulla al confronto del vino. Ma c'è tutta una filiera da organizzare, una prateria su cui lavorare. A cominciare da chi coltiva, chi fa le potature, chi raccoglie, chi spreme le olive e così via. Il Sud Italia poi potrà svolgere un ruolo fondamentale. Puglia, Calabria e Sicilia, messe insieme rappresentano forse i tre quarti dell'olio prodotto in tutta Italia. Ma in queste regioni c'è poco impresa. E c'è spazio per crescere. Quindi, l'olio extravergine di olive prodotto dell'anno. Non solo per consumarlo (è un alimento fantastico) ma anche per metterci su un'idea di business. Faticosa, certamente. Ma tutto ciò che è faticoso sa ripagare nel tempo. 

Giorgio Vaiana
Pizza

Dopo il riconoscimento Unesco, la pizza italiana, quella vera però, ha fatto il giro del mondo. Anche se la sua fama è risaputa. Il 2018, secondo me, vedrà protagonista questo cibo considerato spesso pranzo o cena “di salvataggio”, quando magari torniamo tardi dall'ufficio, oppure non abbiamo voglia di cucinare. Ma non è così. La pizza è ormai protagonista assoluta anche nelle cucine degli chef più bravi. E chissà che non sarà questa la volta buona di avere per la prima volta una pizzeria che potrà fregiarsi della Stella Michelin. La pizza è cultura, passione, è attenzione alle materie prime selezionate per realizzarle. A partire dall'impasto che deve essere fatto in un certo modo e lievitare per tantissime ore. Poi il condimento. Materie prime che “guardano” il territorio, che arrivano magari dall'orto vicino al locale, dai gusti più ricercati, come un vero prodotto gourmet. Ma per farlo occorrono solo grandi professionisti, che hanno studiato, che sanno fare il proprio lavoro. Non più gente improvvisata.

Lorella Di Giovanni
Vino Cotto

Ingrediente raffinato e prezioso della cucina siciliana, è un prodotto della “cucina dell’attesa”: uno spazio in cui dedicarsi alla preparazione di quel cibo che richiede tempi lunghi e gesti lenti. Il vino cotto, preparato nel periodo della vendemmia, si ottiene dalla cottura lenta (almeno tre ore) del mosto mescolato alla cenere di sarmenti. Filtrato con una garza di cotone, il vino cotto si conserva in dispensa, sapendo che servirà per la cucina di tutto l’anno.

Annalucia Galeone
Vino

Il vino è il mio prodotto per il 2017. Con la scoperta del nettare di bacco ha avuto inizio qualche anno fa la mia avventura in questo meraviglioso e contraddittorio mondo. Il buon vino si sa non invecchia ma si affina ed evolve. Mi auguro di crescere e migliorarmi con il tempo che passa e di continuare a degustarlo circondata da veri appassionati.

Cristina Gambarini
I semi

Piccolissimi, ma ricchi. Scrigni che celano in potenza una nuova vita e per questo così essenziali per il nostro corpo. In quantità ridotte apportano un valore così alto di nutrienti e di acidi grassi tanto da poter contrastare l'insorgenza di numerose malattie metaboliche. Sono anche facili da assumere: non necessitano di cotture, si possono mangiare crudi, in insalata, o come snack, in ogni momento della giornata. Trascurabili in misura ma potentissimi nel cuore. 

Francesca Landolina
Legumi

Difficile pensare ad un solo prodotto, data la ricchissima biodiversità siciliana. Tra gli innumerevoli prodotti, pensiamo un po’ di più ai nostri legumi. Poco valorizzati nella nostra dieta, spesso per la fretta. Ci riportano invece indietro nel tempo, con la loro consistenza perfetta per le zuppe e ricordano i piatti contadini delle nonne. Quelli che ci accolgono, ci rassicurano, con sapori autentici. Zuppa di fagioli, fave, lenticchie, ceci… Salvate la memoria e le semplici consuetudini della tradizione, i legumi sono anche fondamentali per la nostra salute. Sono una risorsa alimentare molto importante per la presenza di fibre e proteine. E infine bisogna ricordare che il clima e il terreno siciliano, ricco di minerali, sono particolarmente indicati a questo tipo di coltivazione. Insomma mangiamone di più perché sono protagonisti della dieta mediterranea e delle nostre buone abitudini, da tramandare ai più piccoli. Meno fast food e più tempo per cotture lunghe e cibi salutari.

Federico Latteri
Tappo a vite

Il consumatore, dopo un iniziale rifiuto dovuto a motivazioni di ordine culturale e abitudianario, ha imparato ad apprezzare questa chiusura che dà garanzia di qualità e uniformità e non riserva sorprese negative. Questo è avvenuto più velocemente di quanto mi aspettassi e proprio in quest'ultimo anno ho trovato un notevole incremento di consenso nei confronti di questa tipologia di tappatura.

Clara Minissale
Pane

Non c’è più il pane di una volta… per fortuna! Basta filoni di polistirolo o pagnotte di segatura. Oggi la cura e l’attenzione in cucina cominciano da una buona farina e da un buon impasto che, con l’aggiunta del giusto tempo, possono dare vita a pani gustosi e salutari. È vero, non si vive di solo pane ma, dite la verità, non vi sentite meravigliosamente coccolati quando al ristorante vi portano un vassoio con pani e grissini appena sfornati? A cominciare dal focolare domestico e a finire ai ristoranti, non c’è limite alla sperimentazione con le farine, i lieviti, l’acqua. Miscelarli con sapienza non è alla portata di tutti ma sono già stati fatti grossi passi avanti e confido nel 2018 perché fare un buon pane diventi un impegno costante e non solo un vezzo dettato dalla moda del momento. 

Fiammetta Parodi
Montébore

Un formaggio antico, il Montébore (dall’omonimo paesino nel Tortonese), presente infatti già nel Quattrocento sulla tavola del banchetto nuziale di Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona (che vide niente meno che Leonardo da Vinci in qualità di cerimoniere). Latte vaccino e ovino lavorati a crudo a guadagno di straordinari aromi e sapori e un curioso aspetto a torta nuziale ispirato, si pensa, alla torre diroccata del castello del paese. Caduto nell’oblio in seguito allo spopolamento contadino delle valli dopo l’ultimo conflitto mondiale, è stato riscoperto e valorizzato a partire dai primi anni 2000 ed incontra oggi l’entusiastico apprezzamento di molti appassionati (e la tutela di Slow Food, di cui è presidio). Una bella storia a lieto fine di ritorno alle origini e salvaguardia delle antiche tradizioni dal modernismo industriale, oggi più attuale ed importante che mai.

Michele Pizzillo
Pinot Nero

E’ francese, ma presente in tutte le aree viticole del mondo. Solo Corvino San Quirico, un centro in provincia di Pavia di mille abitanti può, però, sbandierare un articolo titolato “La Borgogna è anche a Corvino San Quirico” (La Provincia Pavese, quotidiano di Pavia, 1980). E, in questo triangolo di terra a cavallo di tre regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia), nel 1865, il Pinot Nero lo ha portato dalla Borgogna – siamo sulla stessa latitudine – proprio un agricoltore del posto, il conte Carlo Giorgi di Vistarino impiantandolo nelle sue tenute in Valle Scuropasso, iniziando la produzione e la commercializzazione, insieme a Carlo Gancia, dello “champagne italiano” ma, anche la diffusione del Pinot Nero in tutta Italia. Oggi, il vitigno coltivato nell’Oltrepò Pavese è espressione di grandi spumanti, in particolare dei rosé, nonché, come dimostrano alcuni viticoltori, di straordinari rossi caratterizzati da eleganza olfattiva, grande energia ed eccellente equilibrio. E, quindi, un vino di grande interesse che fa bene ai “fratelli” coltivati nelle altre regione italiane.illo

Fabiola Pulieri
Birra

Credo che in questi ultimi anni e nel prossimo futuro il mondo “Birra” investirà sia economicamente che in senso figurato come un “tornado” tutti noi. La birra artigianale sta diventando sempre più interessante nella scelta della materia prima da utilizzare per la realizzazione di nuovi gusti e nel processo di lavorazione degli stessi e sta crescendo notevolmente l'interesse attorno a questa bevanda così gustosa da parte di giovani e meno giovani. Sarà interessante scoprire come nel prossimo anno la birra e il vino si contenderanno il palato degli italiani. 

Giorgio Romeo
Birra

L'exploit dei birrifici artigianali ha probabilmente toccato il suo apice (anche dal punto di vista comunicativo) nel 2017. Un dato importante di cui avere contezza non solo perché in Italia (e in Sicilia in particolare) si è sviluppata nuova consapevolezza su questo prodotto, ma anche e sopratutto perché il coinvolgimento di molti giovani in nuove imprese che operano nel settore si pone come un simbolo di rinascita.

Manuela Zanni
Marsala

Il vino liquoroso che ha fatto la storia della Sicilia per il quale si auspica  un mercato molto più ampio che lo inserisca nelle abitudini dei siciliani evitando di confinarlo al ruolo marginale di fine pasto o di “vino per cucinare”  cui è stato destinato in passato. La fortuna del Marsala, infatti, ha conosciuto fasi alterne  a causa di commercianti privi di scrupoli che ne sfruttavano la fama per vendere prodotti di qualità scadente. Per questo motivo già dal 1931 si sono gettate le basi per una legislazione che proteggesse il Marsala originale dalle imitazioni e che ne circoscrivesse la zona di produzione. Arrivando ai nostri giorni, il disciplinare di produzione è stato aggiornato nel 1986 e nel 1995 mentre nel 1963 è nato un Consorzio per la tutela del vino Marsala Doc su iniziativa dei produttori, riconosciuto nel 2003 dal Ministero delle Politiche agricole. L'auspicio è di individuare per questo vino scenari finora inesplorati e magari chissà che un giorno non ci si ritrovi a bere Marsala con ghiaccio durante una gita in barca in una calda giornata d'estate.

C.d.G.