Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Taormina Gourmet 2015

Nella fabbrica di ghiaccio, tra acqua e macchine “spaziali”: “Non solo cubetti”

25 Ottobre 2015
Simone_De_Martino_ice_cube Simone_De_Martino_ice_cube


(Simone De Martino)

Una volta in Sicilia c’erano i nevaroli, gli uomini delle neviere che conservavano la neve dei Nebrodi e delle Madonie fino ad agosto; la trattavano per farla divenire ghiaccio e con un accurato metodo di conservazione la commercializzavano per le granite, per usi alimentari e medici, ed infine la esportavano su barche a vela fino a farle raggiungere le coste della Tunisia e di Malta. 

Adesso ci sono loro, i nevaroli moderni di Ice Cube, l’azienda produttrice di ghiaccio alimentare nata da un’idea di due giovani romani, Leopoldo Lipocelli e Simone De Martino. Ultimata nel 2010, la fabbrica del ghiaccio sembra essere uscita da una fiaba. Invece, è un capannone di 1.400 metri quadrati a Termini Imerese. Grandi macchinari, un processo produttivo complesso e acqua delle Madonie. Questa è la sua formula dell’azienda leader nel mercato del ghiaccio alimentare.

“Siamo i primi in Italia ad aver costruito uno stabilimento dedicato ad un mercato così poco conosciuto. In Sicilia perché è straordinaria la qualità dell’acqua di cui facciamo uso. E poi, inaspettatamente, ci siamo resi conto di aver ereditato una antichissima tradizione. Un tempo, nel ‘700, esistevano i nevaroli. E forse oggi possiamo considerarci nevaroli moderni”, afferma Simone De Martino.
Ice Cube, seppur giovane, distribuisce lungo tutto lo stivale con oltre 140 distributori, attraverso il canale Horeca, Gdo e Cash &Carry vantando il 90 % di copertura sul territorio nazionale e un incremento di vendite medio del 40 %, solo nell’ultimo anno. La produzione di ghiaccio Ice Cube, inoltre, richiede fino al 90% in meno di risorse energetiche e idriche, dimostrando un’attenzione speciale per l’ambiente. All’estero ha cominciato la sua corsa. “Quest’anno abbiamo cominciato a vendere in Francia e notiamo grande apprezzamento per la qualità distintiva dei nostri ghiacci da acqua siciliana. Si sta iniziando con due grandi catene francesi Casinò e Monoprix”.

“In Italia, siamo abbastanza presenti. Da Metro Cash&Carry Italia il nostro è stato il prodotto surgelato più venduto. Aumenta inoltre la nostra presenza nei bar. A maggio il Ministero della Salute ha approvato una linea guida da noi proposta affinché il ghiaccio sia trattato al pari di qualsiasi altro alimento. E questo è un fatto positivo a garanzia della salute, e a beneficio dell’esercente e del consumatore. Pensiamo a quanto uso di ghiaccio facciamo bevendo i cocktail. E ne sottovalutiamo spesso l’importanza salutare. C’è ancora molta poca consapevolezza. Per questo, servono le dovute attenzioni”.
Ice cube produce 5 mila chili di ghiaccio al giorno di diversa tipologie. La loro caratteristica, a parte la tipicità dell’acqua, è dato dal fatto che sono prodotti velocemente a bassa temperatura e asciugati in modo da annacquare il meno possibile le bevande. Ce ne sono di vari formati. Quelli da supermercato sono di 1,250 chili; per l’Horeca sono di 2,5 chili. E infine i formati di 4 per 4 centimetri, utilizzati per i distillati, detti ice block. Per divertirsi non mancano quelli super colorati, ideali per sbizzarrirsi con cocktail pieni di fantasia.

Tra i prossimi eventi di Ice Cube, possiamo citare l’iniziativa di co-marketing con Aperol Spritz Campari per la realizzazione di aperitivi a casa. E naturalmente Toarmina Gourmet. “Partecipiamo il più possibile a manifestazioni in cui è esaltata la cultura del buon bere. E la manifestazione di Cronache di Gusto è una di queste. Ci permette di parlare di un prodotto ancora poco conosciuto con interlocutori attenti”.

F.L.