Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Taormina Gourmet 2021

I Zordan dal Lago di Garda volano a Taormina Gourmet: “Ecco la nostra Lugana”

24 Ottobre 2021
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Vini dalla personalità spiccata, adatti all’accompagnamento del cibo, traccianti nelle loro annate e paragonabili a dei mostri sacri della tavola.

Conosciamo al “Taormina Gourmet 2021” da vicino la Cascina Maddalena che forse non è conosciuta nella sua forma autentica con le sue linee leader Capotesta e la propria selezione Clay, legata al territorio di appartenenza. Una delle massime espressioni del Lugana grazie alla famiglia Zordan con Luciano e Mattia (32 anni), presenti alla masterclass di oggi pomeriggio. La quarta generazione è Mattia con le sue sorelle (Elisa ed Elena), ognuno con una posizione precisa in azienda. Conduzione familiare a sud del Lago di Garda tra Veneto e Lombardia, con il piccolo vitigno Turbiana, immerso in un habitat particolarmente mite. Terreno argilloso da cui deriva il Clay con sapidità e struttura. Ci piace il gusto salmastro di Lugana di Sirmione. Luciano – il papà racconta: “Si vendemmiava tradizionalmente col torchio a mano. Io e mia moglie Raffaella eravamo abituati con questo metodo. I miei figli sono il futuro e lo sviluppo”. Per capire la Lugana si deve differenziare la zona delle colline moreniche dove si è sciolto il ghiacciaio e quella centrale del Lago delle argille bianche che è la zona dove i Zordan coltivano. Il Trebbiano di Lugana è un congiunto stretto del Trebbiano di Soave (prodotto nelle aree limitrofe) ed è la diretta espressione del territorio, assimilabile alla famiglia dei verdicchi. La superficie vitivinicola dei Zordan è a 300 metri dal lago. Il sistema di coltivazione semplice e accurato. Si schiaccia meno l’uva.

L’annata 2019 è equilibrata senza sbalzi di temperatura, né troppo caldo né troppo freddo. Il risultato è un giallo paglierino con riflesso verdolino. La parte fruttata è un complemento, ma la nota più stringente è quella minerale. Struttura, il corpo più forte di un Etna bianco, ma con una certa salinità spiccata. La Lugana è anche una bolla del Mediterraneo dove si coltivano persino i capperi. Mattia spiega: “Sulla stessa vigna raccogliamo dalle 2 alle 3 volte. Su Capotesta utilizziamo lieviti, su Clay nessun Lievito (solo indigeni)”. Il passaggio in cantina è importantissimo. Capotesta passa nove mesi in acciaio, Clay un anno di acciaio ed uno di bottiglia. Il Clay è avvolgente quasi come un rosso. L’opportunità di usare tappi Stelvin permette una maggiore freschezza: il vino matura ma non stanca mai e Mattia lo definisce “scattante”. È una combinazione di intensità e mineralità. Dal 2018, con una produzione equilibrata, si passa al 2017 – annata caldissima. Questa risulterebbe pesante senza questa scia sapida. Vini meno espressivi perché imbottigliati giovani vengono fuori con freschezza sapida. Annata 2016 è una delle più belle con uva stupenda (neanche un chicco perso), grandi qualità e quantità, vendemmia abbastanza tardiva ad ottobre. Di maggior eleganza con una pienezza nel sorso, profumi di agrumi e una leggera punta di carosene, già visibili nel Riesling o nell’Etna. Annata 2014 con il Capotesta ha un’impronta fortemente minerale. Nel Clay della stessa annata divampa un potere di freschezza. Un frutto coraggioso, il più emozionante secondo Mattia Zoddan. In questo caso, ne sono scaturite 16mila bottiglie, in genere circa 30mila. I vini Lugana entrano nella casa “Teatro del vino” per la distribuzione che fa molto onore alla dinastia Zordan.

Marcella Ruggeri 

LA GALLERY (ph GdG)