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Scenari

Gegnacorsi: Taormina merita un 7 e mezzo Peccato per il decoro e le troppe licenze

11 Luglio 2018
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Il direttore del Timeo analizza la stagione turistica, le criticità e le speranze affidate al nuovo sindaco. E lancia tre proposte


(Stefano Gegnacorsi)

Con l'intervista a Stefano Gegnacorsi, direttore del Timeo avviamo un ciclo di interviste a personaggi autorevoli della cittadina jonica in vista del nostro Taormina Gourmet. 

“Taormina? Potrebbe fare di più e respirare un’aria più lussuosa”. Sono le parole di  Stefano Gegnacorsi, direttore di uno degli alberghi più belli d’Italia, il Belmond Grand Hotel Timeo. Lo incontriamo nella splendida terrazza sospesa tra il golfo e l’Etna, e scambiando quattro chiacchiere, mentre i turisti intorno si meravigliano del panorama, proviamo a scoprire insieme a lui qualcosa in più sullo stato della città e del suo turismo. Gegnacorsi è alla direzione dell’hotel ormai dal 2014. Romano di nascita, non nasconde il suo amore viscerale per la sua città, Roma, ma afferma: “In quest’angolo di paradiso siciliano mi sono integrato benissimo. Taormina non può non amarsi, non cambierei mai una vista così bella e l’energia che trasmette, ma alcune cose mancano ancora, nonostante le contingenze positive che accrescono il flusso turistico. C’è un’inclinazione diffusa alla lamentela facile e il turismo, sebbene in crescita per l’appunto, resta ancora di massa per la maggior parte dei casi”.

La stagione, già iniziata, si prospetta da record. E non è un caso che ci sia stata la scelta di prolungare l’apertura della struttura fino al periodo natalizio. “Un esperimento coraggioso, che rappresenta un messaggio positivo per la comunità – afferma Gegnacorsi – I numeri sono vincenti, ma Taormina la immagino più esclusiva, come Capri e come la Costa Smeralda, in cui si respira un’aria di lusso”. Come a dire che la città gode di uno stato di grazia naturale, ma ci sono aspetti che un po’ quella stessa grazia gliela fanno perdere. “Da quando sono arrivato qui, ho visto una città bellissima ma sempre uguale, una città lenta al cambiamento. Molte cose non funzionano a mio avviso. O meglio non hanno funzionato. Del resto, non posso dire il contrario perché non sono stato un fan del sindaco uscente (Eligio Giardina, ndr)  ma spero adesso in un vero cambiamento”. Entriamo nel merito del discorso. Cosa non va? “Taormina ha un’energia naturale da farti innamorare, ma – continua il direttore – è danneggiata da quel commercio da fast food a cui si assiste per le sue vie. In passato, sono state concesse troppe licenze commerciali lungo corso Umberto e basta percorrere la via, passeggiare, per osservare come, bottega dopo bottega, è un susseguirsi di punti vendita da cibo di strada, franchising da centri commerciali e negozi da souvenir. Poco altro, poche boutique di lusso. Da luglio ad agosto il turismo è eccessivamente di massa. E penso che sia un peccato. Questa città ha delle potenzialità poco sfruttate, perché potrebbe essere uno dei luoghi più belli ed esclusivi al mondo. Qui sta la differenza che crea valore. Il suo posizionamento, ad eccezione del luogo unico e magico in cui si trova, ha un profilo un po’ medio basso per quel che offre”.

Si ferma, osserva i nuovi arrivati a casa Timeo, due gattini assunti per scacciare i piccioni, che in realtà seducono gli ospiti, e con l’aria compiaciuta da padrone di casa, li accompagna con lo sguardo mentre si guadagnano qualche coccola. Riprende a  parlare e afferma, deciso: “Alla fine però Taormina la ami lo stesso”. Croce e delizia, insomma. Continua a dirci qualcosa sull’andamento turistico. “Negli anni le cose non sono cambiate. L’80 per cento del nostro fatturato deriva tutt’oggi da turisti stranieri. Qui soggiornano soprattutto americani e inglesi. Luglio e agosto sono invece i mesi degli italiani”. Il profilo turistico resta dunque  invariato, ma chiediamo tre cose da suggerire al nuovo sindaco per un salto di qualità che abbia la visione di un manager aziendale. “Primo: sistemare la via del Teatro Greco per dargli più decoro, perché ci sono troppi ambulanti. Secondo: valutare in maniera più adeguata le licenze commerciali, favorendo il commercio di lusso. Terzo: lavorare per un approdo tra Mazzarò e Giardini Naxos per chi arriva dal bare in barca”. Sono queste le sue proposte.

Di massa o d’elite la città resta comunque un luogo ideale per gli eventi, soprattutto nella bella stagione. Ma quali sono quelli che stanno contribuendo a renderla migliore? “Il Festival del Cinema, anche se non ha continuità – afferma – Negli ultimi anni è passato un po’ in sordina e invece andrebbe difeso. Un buon evento è Taobuk e di recente anche Cibonostrum”.

Da Gegnacorsi raccogliamo una visione manageriale che può o non può essere condivisa, ma senz’altro interessante da tenere in considerazione. E chissà, forse il nuovo sindaco, Mario Bolognari, ritornato alla direzione della macchina amministrativa dopo Eligio Giardina, potrebbe trarne spunto e lavorare in sinergia. In definitiva, al momento, messa ai voti, Taormina supera l’esame per Gegnacorsi. Bene, ma non benissimo come vorrebbe. “Sette e mezzo: può fare di più”, conclude.

Francesca Landolina