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Cambiare o morire: l’ineluttabile ricetta di Petrini e Giroud

15 Giugno 2023
Il libro - Il gusto di cambiare Il libro - Il gusto di cambiare

Un dialogo sulla contemporaneità di due intellettuali e attivisti del nostro tempo. Un libro che ha una sola via per la felicità: la transizione ecologica.

Due intellettuali-attivisti – distanti l’uno dall’altro per esperienza e formazione – parlano e si confrontano sui temi cruciali della modernità. Due personaggi, che racchiudono in se stessi molte cose insieme, si confrontano sul futuro e sulla necessità di cambiare per approdare verso un mondo più giusto. Uno è agnostico, l’altro è teologo; uno è gastronomo, l’altro matematico ed economista; l’uno ha fondato Slow Food l’altro è uno dei massimi teorici della transizione ecologica. Uno si chiama Carlo Petrini, fondatore dell’università di Scienze gastronomiche, l’altro è Gaël Giraud, gesuita, fedele interprete della Laudato si’ di Papa Fracesco nonché direttore del Programma per la giustizia ambientale della Georgetown University di Washington.
Un dialogo è l’ossatura del libro, tirato su dalle domande del giornalista Stefano Arduini e benedetto dal Santo Padre che ne firma la prefazione. La dimostrazione, in fondo, di come due personaggi della contemporaneità, pur partendo da posizioni assai diverse, possano raggiungere un punto di medietà in grado di disegnare un percorso possibile per un mondo che non ha risorse infinite e deve trovare un equilibrio per sopravvivere. Modificando, però, stili di vita e approccio all’esistente. Non è un caso che il volume di intitoli «Il gusto di cambiare», con un sottotitolo didascalico: la transizione ecologica come via per la felicità.
I due sono d’accordo su diagnosi e sul tipo di approccio alla situazione attuale. Petrini lo dice subito: «Non si tratta di passare da comportamenti cattivi a comportamenti buoni. Non è questo il punto. Qui si tratta di cambiare modello sociale, di abbracciare un nuovo paradigma economico, di modificare radicalmente le ragioni e i presupposti del nostro vivere». E Giraud, caustico, gli fa eco: «L’alternativa è un disastro a livello mondiale». E svela uno scenario agghiacciante: «Non emerge nel dibattito pubblico, ma già oggi nei circoli scientifici si parla della possibile estinzione dell’umanità nel prossimo secolo».
I due intellettuali analizzano il sistema alimentare, economico e finanziario per segnalarne le rispettive storture e prospettare cambiamenti radicali, che partano da scelte individuali e comunitarie per poi arrivare sul piano politico. Giraud e Petrini offrono alcuni esempi che danno l’idea dell’urgente necessità di attuare un cambiamento nelle pratiche alimentari ed economiche: secondo il nordamericano Wei-World Engagement Institute, per esempio, nel 2040, se non interverremo, nel mondo si verificherà una diminuzione della disponibilità di acqua di circa il 20% rispetto a oggi. Sul fronte inquinamento: solitamente si pensa che sia la mobilità la fonte principale di tossicità, invece ciò è da ricercarsi nel sistema alimentare, che incide per il 35% sull’inquinamento globale, il doppio dunque di quanto inquinano moto, auto, camion e treni. Sul piano economico è necessario rinunciare all’assolutizzazione del Pil, che oggi viene idolatrato ma che resta un indicatore di ricchezza che non tiene conto di diverse variabili, come il rispetto dell’ambiente, l’impatto sociale della crescita della ricchezza, le ingiustizie sociali. Anche Papa Francesco nell’introduzione ricorda che il Pil fu utilizzato durante il nazismo che misurava la ricchezza solo sulla produzione che riguardava il mondo della guerra. Per cui si contava il valore di una fabbrica di armi, ma non il lavoro delle casalinghe.
Di fronte al disastro incombente e contro quello che viene definito «l’economia della sofferenza», perché evidentemente basata sullo squilibrio della ricchezza, secondo Petrini bisogna sviluppare «un opportuno senso del limite». Perché «una volta soddisfatti i bisogni fisiologici, dovremmo ambire a “essere di più” piuttosto che “avere di più”». E anche l’economista francese in fondo la pensa allo stesso modo: «Serve superare il neoliberismo, distaccarsi da esso. Si tratta di regolamentare sul serio la finanza, restaurare lo stato di diritto in cui vigono l’eguaglianza e il rispetto dei diritti umani e infine sostituire la proprietà privata con i beni comuni».
Insomma teorizzano la fine di un mondo. E l’inizio di uno nuovo.

Titolo: Il Gusto di Cambiare
Autori: Carlo Petrini – Gaël Giraud
Editore: Editrice Vaticana
Numero pagine: pp. 167
Prezzo: 18 euro