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Eventi e iniziative

G.R.A.S.P.O.: premiato a Digione il libro “100 custodi per 100 vitigni”

23 Ottobre 2025
Oiv Awards 2025, il momento della premiazione Oiv Awards 2025, il momento della premiazione

Un riconoscimento internazionale all’Italia che protegge la biodiversità

Lontana dai riflettori, tra colline e campi nascosti, resiste un’altra Italia del vino fatta di vitigni dimenticati, filari centenari e uomini che ne custodiscono la memoria. Storie di identità territoriali raccontate da G.R.A.S.P.O. nel libro 100 custodi per 100 vitigni, che si è aggiudicato a Digione l’Award OIV 2025 come miglior testo di viticoltura, riconoscimento assegnato dall’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino.

La cerimonia, ospitata nel suggestivo Palais des Ducs et des États de Bourgogne, ha visto la consegna del premio ai rappresentanti di G.R.A.S.P.O. — Aldo Lorenzoni, Gianmarco Guarise e Andrea Bendazzoli — dalle mani della presidente dell’OIV Yvette Van Der Merwe e del direttore generale John Barker. Un momento simbolico che celebra non solo la ricerca scientifica, ma anche la passione e la tenacia di chi, giorno dopo giorno, difende la biodiversità italiana.

Nel volume pubblicato dal gruppo di ricerca e salvaguardia della biodiversità viticola in Italia (G.R.A.S.P.O.), oltre cento racconti di viti e vignaioli: dal Nocchianello di Sassotondo in Toscana alla vite ultracentenaria di Hoertroete in Alto Adige, dagli archeo-vigneti dell’Alta Lessinia alle piantate storiche di Urbana, fino ai vitigni ritrovati sull’Etna. Ogni pagina è un mosaico di volti e di storie che uniscono scienza e sentimento, rigore e poesia.

«Questo premio dà valore a un lavoro che mette in luce i testimoni della nostra biodiversità viticola, in un viaggio ideale dalla Valle d’Aosta all’Etna», ha spiegato Aldo Lorenzoni. Per la prima volta, accanto ai dati e alle descrizioni tecniche, emergono i protagonisti: i custodi, uomini e donne che hanno scelto di preservare vitigni spesso considerati marginali, mantenendo vivi sistemi di allevamento storici e pratiche agricole antiche. «Conoscere i vitigni — ha aggiunto Gianmarco Guarise — significa conoscere le persone che li hanno salvati: il vino nasce anche da mani e storie autentiche». Un lavoro che guarda al futuro. «In un’epoca segnata dal cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità — ha concluso Andrea Bendazzoli — capire il potenziale di questi vitigni può offrire soluzioni nuove, varietà resilienti capaci di restituire vini legati al loro territorio».

G.R.A.S.P.O., ancora una volta, dimostra che la vite è molto più di una pianta: è una memoria collettiva, un ponte tra passato e futuro che profuma di terra e di umanità.