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Il personaggio

Bonetta dell’Oglio e la sua Sicilia, dal Principato di Monaco al Salone del Gusto

22 Ottobre 2012
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Bonetta dell'Oglio mentre prepara per la Cena Ecumenica a Montecarlo

Solare, materna, combattiva. In un unico aggettivo, rassicurante.

Bastano poche battute scambiate al telefono per capire quanto Bonetta Dell’Oglio sia legata alla sua terra. Lei è una palermitana Doc/Dop, che ama la bella arte in tutte le sue forme. Una palermitana che, smessi i panni di restauratrice, decide di occuparsi a tempo pieno dell’altra passione, anch’essa un’arte tramandata nel tempo e trasmessa, nel suo caso, dalla preziosa mamma Ada. La sua avventura comincia nel 2003, quando Bonni (per gli amici) decide di aprire La Dispensa dei Monsù, un ristorante che era anche un’occasione per fare convivio con amici vecchi e nuovi, per bere un bicchiere di vino (quello buono), ma sopratutto per mangiare un piatto genuino e ben fatto. Un luogo dove chiunque arrivasse si sentiva a casa. Da poco più di un anno è ambasciatrice del gusto targato made in Sicily: le sue collaborazioni sono innumerevoli. Ha rappresentato la Sicilia per il Food Revolution Day, una manifestazione internazionale volta all’educazione alimentare e fortemente desiderata dallo chef britannico Jamie Oliver, che ha reclutato 100 ambasciatori del cibo sano in tutta Europa. Partecipando all’Italian Food Festival in Norvegia ha stretto una salda collaborazione complice con il maestro-chef Dag Tjersland, titolare del Ristorante Baltazar e della Trattoria Cappuccino di Oslo, una città che per lei è ormai come una seconda casa. La sua recente conquista rigurda il Principato di Monaco della famiglia Grimaldi, partecipando come chef alla Cena Ecumenica dell’Accademia della Cucina Italiana di Monaco che ha scelto la Sicilia di Bonetta per la serata che ha avuto come tema “L’Italia della Cucina delle Erbe e degli Aromi”.

Nella motivazione sulla scelta si legge: “Bonetta, perché abbiamo scelto lei e la Sicilia per le erbe?” Perché loro aspirano al sole…!”. 
Che effetto ti ha fatto leggere questa frase?
“Queste sono soddisfazioni che ti appagano. Il mio obiettivo è far capire finalmente all’estero che la Sicilia non è una terra fatta solo di lupara e di mafia: è una terra fatta di storia, di aromi, di sapori che altrove si sognano. Dobbiamo avere più rispetto di quello che abbiamo: la cura della nostra terra è il passepartout migliore per emergere sulla scena internazionale. Sono pronta a viaggiare, andare ovunque si possa trasmettere il messaggio che la Sicilia è una terra sana”.

Sei stata di recente anche in Norvegia?
“Lavorare in Norvegia è sempre una grande esperienza. Usi e costumi diversi, una gentilezza costante mista a una freddezza che però è sempre pronta a sciogliersi e a scaldarsi. Ci nutriamo indubbiamente in modo differente, ma far da mangiare lì è una gioia. Una delle cene più originali ed emozionanti della mia vita è stata quella organizzata all’interno di una serra su un campo di avena, in una fattoria biodinamica nel giardino del re. Tutto era molto curato nei più piccoli dettagli. I paesi nordici conservano un’insita raffinatezza che traspare in ogni cosa. Un’esperienza unica”.

I tuoi menù sono ovviamente all’insegna dei Presidi Slow Food.
“Come sempre! La valorizzazione dei prodotti sani del territorio è importantissima. La gente deve sapere che differenza passa fra un grano locale e un grano ogm, perché in troppi, erroneamente, sono convinti che una farina “buona” è quella che ti dura intatta per due anni in dispensa. Le farine vere, al contrario, sono quelle che di solito deperiscono più in fretta. La mia più grande preoccupazione, che allo stesso tempo è l’unica speranza che abbiamo, sono le nuove generazioni. Il nostro dovere è quello di sensibilizzare e indirizzare i nostri ragazzi verso la retta via alimentare, con fare ludico e dolce determinazione, affinché si debelli la piaga fast-food”.

Lo scorso 12 luglio la Corte di Giustizia Europea ha sancito il divieto di commercializzare sementi di varietà tradizionali che non siano iscritte nel catalogo ufficiale europeo. Cosa ne pensi?
“Penso che si andrà incontro a una catastrofe senza eguali. Purtroppo in Italia non esiste una legge che vieta l’utilizzo dei semi geneticamente modificati: questo comporterà non solo una massiccia immissione di ogm che inquineranno le nostre varietà pure, ma un rischio molto serio per la salute di tutti noi. L’incremento dei tumori, delle intolleranze al glutine, di allergie alimentari di questi ultimi anni è causato proprio dalla manipolazione genetica degli alimenti e dalla presenza di micotossine o peggio ancora di metalli pesanti. Recenti studi di alcuni biologi francesi hanno stabilito che, per esempio, il mais geneticamente modificato è cancerogeno. Corriamo il rischio di fare la fine dei pulcini in batteria che diventano polli in meno di venti giorni e, quel che è peggiore, non ce ne stiamo rendendo conto”.

Sarai in prima linea al Salone del Gusto di Slow Food 2012?
“Sì, sarò in prima linea come sempre! Sto coordinando la cucina siciliana del Salone, del gusto, parlo con molti cuochi siciliani e, questa, la reputo una fortuna senza pari. Sono interessata a parlare con tutti i cuochi del mondo, immaginiamo quelli siciliani. Tra l'altro quest'anno avremo un sous chef dalla Norvegia, dal ristorante Baltazar appunto: quello che non bisogna mai stancarsi di fare è formazione e informazione. Io per la mia Sicilia ci sono!”

Prossima chiamata?
“Londra! Speriamo bene”.

Marina V. Carrera