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Il personaggio

Ernesto del Campo: “L’Etna non sarà mai una nuova forza di mercato se non puntiamo sull’aggregazione”

24 Dicembre 2012
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Parla Ernesto Del  Campo (nella foto), primo cittadino di Randazzo, in provincia di Catania, oggi importante realtà per la viticoltura etnea.

Ci dà il suo punto di vista sullo sviluppo di uno dei territori più  interessanti dal punto di vista vinicolo, e di grande appeal per i turisti di tutto il mondo.  La sua è una  duplice visione, in quanto, oltre ad essere sindaco, è anche un piccolo produttore che ha messo su, insieme ad altri sei, una società che riunisce sette produttori dell'agro di Randazzo.  Lo abbiamo incontrato e intervistato durante VinEtna, iniziativa  svoltasi proprio nel paese da lui rappresentato, che ha visto la partecipazione di 20 cantine del territorio.

Del Campo pone l'accento sulla sua responsabilità, in qualità di sindaco, di rappresentare un comparto che negli ultimi dieci anni ha un notevole valore oltre che commerciale ed economico, anche paesaggistico: “Sull'Etna – dice – c'è stato un grossissimo interesse che si è concentrato prima sul territorio di Castiglione di Sicilia e poi pian piano si è rivesato anche su Randazzo,  oggdiventato uno dei posti più ambiti, poiché vi sono anche vigneti a millecento metri, forse anche a milledue. Avere la responsabilità di questo comparto significa pure dare degli strumenti agli operatori affinchè possano sentirsi rappresentati a livello politico, istituzionale”. 

“Il mio impegno personale -continua Del Campo – è quello di  riuscire ad avviare interventi e iniziative che possano servire  a questi imprenditori e al comparto etneo, facendoli sentire rappresentati dalle istituzioni”. E sulle nuove iniziative finalizzate alla promozione del territorio parte da un'analisi temporale. “Molti stanno studiando l'area da un punto di vista economico, altri da un punto di vista enologico, altri ancora stanno facendo sperimentazione e ricerca su  vitigni scomparsi. Questo ad opera soprattutto delle aziende e dei loro rispettivi consulenti.  Il livello qualitativo oggi raggiunto è certamente di grande rilievo e fa ben sperare che possa continuare per il futuro”. 

Adesso, per il sindaco è tempo per avviare la seconda fase, ovvero quella dell'interesse dei locali  verso questo comparto che inizialmente è stato spinto da interventi esterni. “Dovranno essere le scuole a dare il loro contributo – aggiunge il sindaco – E  per questo a Randazzo c'è un Istituto Agrario e  uno  Alberghiero che stanno preparando i ragazzi, sia da un punto di vista dell'accoglienza e  della mescita che da un punto di vista più tecnico- enologico”. La terza  fase è quella della commercializzazione di prodotti d'eccellenza nel mercato interno. “Dobbiamo partire dal presupposto – prosegue – che non possiamo vendere tutti i nostri prodotti all'estero, ritengo che debbano fare da traino e  rappresentare una ricchezza anche per il mercato interno. E quindi la Strada del vino, la Provincia, i Parchi, e in generale tutte le istituzioni debbono agire in sinergia per creare queste nuove opportunità.  Puntare sull'enogastronomia potrebbe essere la carta vincente, dal momento che l'Etna Nord è molto vocata, poiché offre una ristorazione di buon livello. Inoltre, grazie anche alla crescita  enologica, e al passaggio dallo sfuso all'imbottigliato, bisognerebbe aumentare il numero delle cantine che sul territorio fanno un lavoro di recupero, di lavorazione in loco e quindi di trasformazione di vini a Denominazione di Origine controllata. Se riusciamo a mettere insieme  tutte queste cose, sarà più facile comunicare meglio il nostro territorio e farlo diventare un fiore all'occhiello della nostra Isola”.

Essendo anche produttore gli chiediamo anche il suo pensiero dall'altra ottica.

“Rappresento un gruppo di produttori locali che hanno costituito una società a responsabilità limitata – dice –  la cantina è di discrete dimensioni. L'unica gestita da randazzesi, un modo di raccogliere quelli che lavoravano in zona, maestranze assorbite normalmente da aziende più grosse. Questo sta a significare che la mentalità dell'aggregazione deve essere vincente. Ciascun produttore da solo  non è in grado di avviare un processo di reinvestimento o di crescita imprenditoriale. E questo modo di agire sinergicamente, deve essere preso ad esempio, poiché può fare da veicolo, da strumento ulteriore e possibile sviluppo. Tante volte anche sull'Etna, la parcellizzazione del territorio delle aziende è molto forte. Ci sono aziende di uno o due ettari che non riescono  a stare da sole sul mercato. Mentre un'aggregazione di produttori se cominciano a ragionare insieme possono riuscire a far qualcosa di concreto e ad aggredire anche mercati più grossi”.

E fa un appello. “la Camera di Commercio deve insistere su questo aspetto se non ci si vuole rivolgere ad un mercato di nicchia. Oggi il sistema Etna conta  tra le ottantacinque e le novanta cantine e  con diverse centinaia di migliaia di bottiglie. Un'unione coerente, potrebbe rappresentare una nuova forza sul mercato”.

Maria Antonietta Pioppo