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Il personaggio

L’informatica, i 5 champagne più buoni: Andrea Gori si racconta

23 Settembre 2011
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Andrea Gori (nella foto), 36 anni, una laurea in Biologia sull’Ingegneria Genetica vegetale all’Università di Firenze, sommelier e formatore AIS a Firenze, giornalista pubblicista, collabora ogni mese con Business People (editore Duesse) con una rubrica fissa su vino ed enoturismo.

Un “cursus honorum” poliedrico ed interessante, che lo ha condotto dal ristorante di famiglia, la famosa trattoria Da Burde di Firenze, all’olimpo della sommellerie internazionale.
Sommelier informatico, si auto-definisce. Ed in effetti la sua esperienza di strumenti informatici applicati all’eno-gastronomia parla da sola: dal suo blog personale “Vino da Burde” ( http://vinodaburde.simplicissimus.it), uno dei più cliccati blog enogastronomici italiani, all’esperienza di Dissapore Network ed Intravino (http://www.intravino.com) con Massimo Bernardi.

Andrea, inevitabilmente iniziamo con “Les ambassadeurs du champagne”. Le selezioni avvenute a Milano il 16 settembre ti hanno consacrato Ambasciatore dello Champagne 2011 per l’Italia. Cosa è questo concorso, e da quanto tempo esiste?
“Esiste da 8 anni, sono alla terza partecipazione e terza finale italiana. E’ un concorso atipico, come ho spiegato su Intravino, dove non conta riconoscere alla cieca cosa hai nel bicchiere nè ripetere alcuni movimenti in maniera perfetta o trovare 36 tipi di fiori nel profumo. Conta come comunichi e le immagini che riesci ad evocare nello spiegare un concetto ad una giuria di esperti ma che finge di essere un pubblico medio di una qualche serata. E’ un ribaltamento completo rispetto ad altri concorsi legati al vino e spiazza non poco i sommelier, difficile davvero la prima volta che si partecipa fare bella figura. E’ proprio la formula innovativa e molto vicina alla mia sensibilità riguardo al vino, ovvero più comunicazione meno degustazione”.

Che percorso di selezioni hai superato per arrivare in finale?
“Su circa 45 candidati, la prima selezione è basata sul curriculum e su quanto fatto nell’ultimo anno riguardo la champagne tra eventi, degustazioni, lezioni e articoli scritti, web o cartaceo. Partecipano non solo sommelier ma molti giornalisti e ristoratori specializzati nel tema”.

Parlaci un po’ di te. Figlio di ristoratore, magicamente attratto dal mondo del vino.
“In realtà sono attratto dalla comunicazione e dallo stare in mezzo alla gente forse anche perchè essendo nato in famiglia di ristoratori in mezzo alla gente praticamente ci nasci e ci cresci. Il fatto che parlo di vino è quasi incidentale, non sono un grande consumatore di vino e di lui mi attirano tutti gli aspetti comunicativi, tecnici e storico culturali ma se i casi della vita fossero stati diversi credo che mi sarei potuto applicare anche al surf o alla moda. Certo che rispetto a tanti altri oggetti del nostro mondo, il vino è un cosmo di elementi apparentemente inseribili in un sistema con le sue regole, in parte totalmente fuori controllo e non catalogabili il che rappresenta per un razionale come me una sfida continua, ovviamente impossibile da vincere fino in fondo, c’è sempre qualcosa da assaggiare che ti fa cambiare idea, ma irresistibile”.

La tua esperienza su internet: ti definisci sommelier informatico.
“Da 8 anni ho un pc e ci smanetto, tanti giochi poi tanta curiosità con Internet usato per lavoro (tre anni di consulenza ITC e formazione a distanza, pubbliche amministrazioni e piccole e medie imprese in tutta Italia, fondi europei ricerca e sviluppo) e per appagare la voglia di scoprire ogni giorno qualcosa e soprattutto fare qualcosa di nuovo mai fatto prima o fatto in altri ambiti. Sono irresistibilmente attratto da tutto quanto è nuovo e promette di modificare il nostro modo di comunicare e interagire con la realtà e gli altri. Il mio blog “Vino da Burde” (http://vinodaburde.simplicissimus.it/) nato nel 2007, è divenuto in breve il più letto d’Italia anche grazie ai concorsi sommelier e l’uso dei video di degustazione (oggi sono più di 1700). Poi l’esperienza Kela Blu al Gambero Rosso con Massimo Bernardi e il Dissapore Network nato proprio da Burde, momento necessario in cui tutti capimmo che l’esperienza del blog solitario sarebbe presto giunta alla fine della sua parabola ascendente. Trasferisco tutti i miei contatti ed energie su Intravino (ma Vino da Burde rimane aperto e tutt’ora è il terzo più letto d’Italia) e gli inizi sono durissimi e faticosi ma l’impegno e la costanza alla fine ci premiano anche se sono convinto che Intravino abbia ancora molte frecce al suo arco e molti margini di miglioramento. Di sicuro la competizione interna, lo spessore dei collaboratori e il lavoro grandissimo degli editor lo porta su un altro livello rispetto a qualsiasi altra esperienza di wine writing del web italiano”.

Il mondo del web, un nuovo modo di fare informazione?
“In parte modo nuovo, in parte un modo complementare ad altri che continuano ad esistere, anche qui penso che la vera rivoluzione sta cominciando ad avvenire solo adesso da facebook agli smartphone i mondi da esplorare e utilizzare sono tantissimi”.

Le tue migliori bevute: i cinque champagne sul podio, ovviamente in graduatoria.
“Non ho un grandissimo record di bottiglie preziose o storiche ma sicuramente metterei un Krug Collection 1982 al primo posto seguito dal Rosè Belle Epoque 2004 di Perrier Jouet. Cristal 2002 stupendo e giovanissimo assaggiato lo scorso anno e il Liesse d’Harbonville 1996 di Ployez Jaquemart (ma se si comincia a parlare dei 1996 allora anche Krug, Jaquesson e Dom Perignon sarebbero da citare). La settimana prossima a Milano presentano la NPU 1996 di Paillard, sulla fiducia sarebbe quasi da inserire in questa lista…”.

Da blogger democratico dicci i cinque champagne col miglior rapporto prezzo/qualità.
“Non in graduatoria… Gosset Brabant per il suo Reserve Grand Cru, Gatinois per l’uso del pinot nero vinoso nel suo brut s.a., Corbon e il suo stile d’altri tempi, Renè Geoffroy e Jacky Charpentier per il suo Pinot Meunier da bistecca alla fiorentina”.

Per comprendere il carattere di Andrea è sufficiente scorrere le sue risposte sul blog. Una per tutte: ad un commentatore che chiedeva informazioni su un’azienda vinicola toscana, Andrea risponde fornendo tutte le informazioni richieste e conclude affermando “dì pure che ti mando io!”.

Massimiliano Montes

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