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Pubblicato in Scenari il 14 Febbraio2014

Tre film italiani da non perdere: Natural Resistance, di Jonathan Nossiter; I Cavalieri della Laguna di Walter Bencini; e In Grazia di Dio di Edoardo Winspeare.

La produzione cinematografica italiana presente al Festival Internazionale del Cinema di Berlino ha qualcosa di fortemente identitario, soprattutto in questa edizione 2014 della Berlinale. Non mi riferisco solo al Kulinarisches Kino, la sezione dedicata al cinema tematico sul food nella quale l’Italia ha avuto sempre qualcosa in più da dire. E’ come se al Festival, avamposto emotivo/creativo di un prossimo futuro, i nostri registi abbiano mostrato radici ancora profonde di una cultura agricola e ittica legata visceralmente all’uomo e ai luoghi. Ed ecco che il film Natural Resistance di Jonathan Nossiter, qualcuno lo ricorderà facilmente per Mondovino, è stato anche assegnato alla categoria “Panorama Dokumente”, che dopo la sezione Competition per l’Orso d’Oro è la sezione più importante del festival per gli scenari sociali che apre; e che il film “In grazia di Dio” di Edoardo Winspeare si trovi anche nella sezione “Panorama Special”. Dunque, non facili clip sull’inquinamento, o sulla preoccupazione di produrre bottarga o di uva biologica per un vino sano. Di più: è una riappropriazione di un ”io”, o forse un atto di accusa verso scelte politiche inadatte e incapaci di difendere un territorio e la propria identità.

Il film I Cavalieri della Laguna di Walter Bencini ha carattere documentale. La meravigliosa fotografia restituisce la laguna di Orbetello fragile e bellissima, come raramente forse è stata riportata. Commovente il racconto di pescatori appassionati legati al loro lavoro, alla loro realtà e ai loro compagni. L’attività di pesca, la trasformazione e la preparazione, sino al cucinato, sono tutti passi in difesa del pescato e dell’attività artigiana, ma è soprattutto una storia di felicità sostenibile.

Gli ingredienti forti e quotidiani nel film di Winspeare, In Grazia di Dio, ci sono tutti: la crisi economica, le finanziare, l’usura, Equitalia e la malavita organizzata. Qui quattro donne legate da vincolo familiare riusciranno nel vortice delle peggiori difficoltà a fronteggiare il disastro e la perdita dei valori grazie al ritorno alla terra, in un sistema di vita talmente semplice da non essere aggredibile da nulla. La fatica fisica, il baratto, la vendita del coltivato e i rapporti umani saranno la lenta e positiva cura verso una nuova, anzi, antica felicità.

Infine, Natural Resistance di Nossiter si misura piuttosto su un terreno etico dove la coltivazione dell’uva e la produzione di vino vengono affrontati con buon senso, estendendo le riflessioni a tutto il comparto agricolo. Il film si snoda sul contributo illuminato di Stefano Bellotti di Cascina degli Ulivi, Corrado Dottori e Valeria Bochi dell’az. La Distesa, Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa dell’az. Pacina, ed Elena Pantaleoni di La Stoppa. L’approccio di ciascuno è personale ma medesimo negli obiettivi, una simbiosi “naturale” e sostenibile con il mondo che li circonda, seminando per se e per gli altri terrena felicità, non irraggiungibile utopia. Raffinato e indispensabile il contributo di Gianluca Farinelli della Cineteca di Bologna: inserti video, per lo più tratti da documentari di Mario Soldati e Cesare Zavattini, pennellano una società contadina nell’immediato dopoguerra ignorante, povera e felice. Sono rimasto a bocca aperta nel sentire Soldati considerare il gap culturale come transitorio, profetizzando con incredibile lungimiranza la più grande felicità in chi domani lavorerà la terra (vedi sotto).

Concludo con la sua citazione integrale: “Campagna felix, campagna felice. Però sarebbe una cattiveria, sarebbe un’ipocrisia insinuare che questa felicità sia legata in qualche modo all’ignoranza. Noi, al contrario, pensiamo che quando l’analfabetismo sarà scomparso, quando si leggerà di più e la cultura sarà più diffusa, ebbene, questa gente sarà ancora più felice, forse la più felice del mondo”.   (rif. Archivio Speciale Mario Soldati Rai World. “Chi legge? Capriccio napoletano 5;  min. 7’,03’’. Video Rai World, http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-14e1ef45-73ef-4512-b153-8918a42b7936.html).

Francesco Pensovecchio

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