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Scenari

Colline del Prosecco Unesco, Nardi: “Che sfida”. Zanette: “Vino simbolo dell’Italia”

08 Luglio 2019
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(Stefano Zanette e Innocente Nardi)

C'è tanta gioia. Non è mancata l'emozione al momento della nomina ufficiale delle Colline del Prosecco a Patrimonio dell'Umanità Uneco (leggi qui >e qui>). 

Ieri si trovava a Baku anche Innocente Nardi, presidente del consorzio Prosecco Superiore di Valodobbiadene Docg. “E' la chiusura di un cerchio che durava da dieci anni – spiega il numero 1 del consorzio – Ma sono le premesse per una nuova e affascinante sfida che è quella di garantire sempre una maggiore tutela del territorio e migliorare la promozione del Conegliano”. Per Nardi, il primo fondamentale passo è la creazione di questa associazione che dovrà gestire il sito Unesco, “in modo tale – spiega – da poter mettere in atto tutto il piano di gestione presentato all'Unesco”. Ma per Nardi, serve anche un'attenta e precisa campagna di comunicazione: “E' necessaria una condivisione di una campagna di comunicazione che parta da una progettazione chiara e che racconti il mondo del prosecco superiore. Oggi – continua Nardi – sappiamo per certo che solo 16 bottiglie su 100 dei vini che vengono prodotti su queste colline vengono percepite dal consumatore come Prosecco. Quindi c'è molto da fare”. La candidatura Unesco non aveva e non ha certo fini commerciali. Lo ribadisce lo stesso Nardi, che poi aggiunge: “E' logico che una maggiore conoscenza di questi territori incrementi il turismo di persone che vogliono visitare queti siti meravigliosi. E quindi l'Unesco servirà a far conoscere questi tesori ai turisti che poi consumeranno i nostri prodotti”. 

Soddisfatto anche Stefano Zanette, presidente del consorzio Prosecco Doc: “Ho sentito Nardi in forma privata – rivela – C'è una grande soddisfazione per questo riconoscimento atteso da tempo e che, in vari modi, è stato contrastato da alcuni soggetti che alla fine hanno perso la loro sfida. Ha vinto il progetto di valorizzazione di questo territorio, che mette in risalto e da un valore in più a questi luoghi unici e di grandissimo pregio, non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche paesaggistico”. Per Zanette, “il Conegliano Valdobbiadene ha una storia di crescita che è sotto gli occhi di tutti – dice – L'evoluzione c'è stata e si vede. Un po' come il mondo del Prosecco doc in generale. In questi anni c'è stata una crescita per certi versi inaspettata. Ma le cose non vengono mai per caso. Alle spalle c'è un porgetto, ci sono valutazioni fatte per mantenere in equilibrio la crescita, ci sono gli operatori che gestiscono la denominazione. Insomma ben venga il riconoscimento mondiale Unesco che fa sì che, in questo momento, il prosecco sia il vino non dico più famoso, ma con maggiore appeal nel mondo. Un po' il vino-simbolo del nostro paese”.

G.V.