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Scenari

Il Ceo di Opus One: “Si punta tutto sulla Cina ma attenzione, Tokyo e Londra rimangono gli sbocchi principali per i fine wine”

18 Dicembre 2013
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Il baricentro del mercato dei fine wine si è spostato in Cina.

E lo confermano anche i dati di chiusura d’anno rilasciati in questi giorni dalle più importanti case d’asta del mondo (per leggere l'articolo cliccare qui). Ma lo sguardo sempre più rivolto agli investitori e ai facoltosi wine lover del Paese della Grande Muraglia, da parte delle aziende del gotha enologico, rischia un rallentamento della presa, o del presidio, in altrettanto importanti piazze, sensibili alle prestigiose etichette. Lo ha detto David Pearson, Ceo di Opus One, cantina che firma fine wine made in Napa Valley, nata inseguito alla joint venture tra due illustri personaggi dello scenario del vino Baron Philippe de Rothschild di  Château Mouton Rothschild and Robert Mondavi. “I produttori non devono trascurare questi mercati –  ha detto Pearson -. Non si parla che di Cina e tutti sembrano avere dimenticato il Giappone, per esempio”. Uno sbocco che assorbe molti più fine wine rispetto a quanto stia facendo la Cina, anche se la crescita va a ritmi accelerati e vede una pazza corsa alla conquista delle quote tanto da definirla “il far west del vino”. Il 35% dell’export di Opus One è diretto invece verso il Sol Levante, dichiara Pearson. E guardando al Vecchio Continente, il Ceo ribadisce la centralità di Londra. Un mercato che l'azienda californiana potenzierà nei prossimi mesi, come ha annunciato a The Drinks Business. Partirà, infatti, a breve un calendario di iniziative di promozione articolato in cene e degustazioni dedicati alla culla del vino californiano.

Alessandro Chiarelli