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Scenari

In Sicilia si punta sulla frutta secca: la Regione presenta i programmi integrati di filiera

28 Dicembre 2021

E’ stata presentata dall’assessore regionale siciliano all’agricoltura Toni Scilla la nuova misura dei Programmi Integrati di Filiera specificamente dedicata al comparto della frutta secca siciliana.

Si tratta di una misura innovativa per la Regione siciliana, fortemente voluta dalla governance regionale proprio per permettere a questo settore strategico, insieme a pochi altri, di disporre di linfa vitale per lo sviluppo di azioni concertate e strutturali in grado di presentare la produzione siciliana al mondo nazionale e internazionale ancor meglio e in modo più innovativo di quanto già non lo sia già. “Sono risorse importanti per quali abbiamo immaginato percorsi snelli e funzionali – ha detto l’Assessore Scilla – e immaginiamo che da questo sforzo significativo dell’Amministrazione regionale derivi un consistente miglioramento di settore ed un rafforzamento delle potenzialità commerciali che dall’agricoltura ci sia aspetta nel territorio regionale. Abbiamo scelto anche la frutta secca perché le analisi accurate sviluppate negli ultimi mesi hanno messo in evidenza le potenzialità del settore e le esigenze di innovazione tecnologica, di promozione e di valorizzazione che meritano molta attenzione”. “La frutta secca è un comparto strategico per il territorio regionale – ha aggiunto il Dirigente generale Dario Cartabellotta – e ci si aspetta un contributo significativo in termini di transizione ecologica e contrasto alla crisi climatica attraverso la forte incidenza dell’agricoltura biologica e il notevole potenziale in termini di sostenibilità secondo un approccio moderno ed innovativo che con questo programma intendiamo rafforzare”.

All’incontro di presentazione del Pif Frutta secca hanno partecipato molti imprenditori di grande profilo del territorio regionale che già da anni hanno profuso sforzi significativi per affermare questo settore e attribuirgli riconoscibilità in Italia e nel mondo. “All’Amministrazione regionale va il plauso per aver concentrato questo sforzo importante, sia dal punto di vista economico che culturale, per un settore che è fortemente impegnato nell’innovazione e nel mantenimento di posizioni di avanguardia sul piano commerciale, senza dimenticare gli aspetti più rilevanti della produzione primaria e delle tecniche colturali – ha affermato Francesco Sottile, Presidente del Distretto produttivo della Frutta secca di Sicilia e nella governance di Slow Food – Raccogliamo il guanto di sfida lanciato al settore che dovrà dimostrare la capacità di guardare al futuro mettendo a valore le idee di aggregazione e di filiera che servono a dare forza al settore e riconoscibilità ad ogni dimensione produttiva che non potrà sentirsi esclusa dal coinvolgimento progettuale”. Produttori di mandorle, pistacchi, carrube e nocciole hanno accolto con favore l’impegno dell’Amministrazione regionale e attendono la pubblicazione del dispositivo per poter avviare i percorsi di confronto e di costruzione di accordi di filiera concreti e strutturali.

Il comparto frutta secca è estremamente significativo nella produzione agricola siciliana. Il pistacchio resta sempre concentrato sull’Etna con oltre 4.000 ettari, ma cresce anche in altre provincie, nel nisseno e nell’agrigentino, dove ha raggiunto riconoscimenti importanti come la Dop delle produzioni di Raffadali. Il carrubo sta vivendo un momento di straordinaria rivalutazione. Da specie relegata a ruolo ecologico e paesaggistico oggi riscopre un ruolo agronomico ed economico importante grazie alla tecnologia della trasformazione dei frutti e dei semi e alla richiesta di questi prodotti dall’industria agroalimentare. In un momento in cui il nocciolo fa molto discutere di se a livello nazionale, in Sicilia assume un significato importante perché associa ad un ruolo ecologico importantissimo per il contrasto al dissesto idrogeologico, un rinnovato interesse economico legato ad un’ampia biodiversità che garantisce una percorso di produzione e trasformazione importante. Non per altro è di recente approvazione il decreto assessoriale che suggella un accordo di filiera che ha seduto intorno ad un tavolo i principali produttori e trasformatori di questo prodotto tradizionale che in Sicilia trova naturale vocazionalità prevalentemente sulle Madonie e sui Nebrodi.

Infine il mandorlo, specie di diffusione massima nel territorio regionale, con una tradizione che si perde nei tempi e che ha accolto molta innovazione agronomica negli ultimi anni garantendo un sostanziale salto di qualità ad un comparto che garantisce qualità di prodotto e di sottoprodotti legati ad innumerevoli settori, dall’agroalimentare, alla farmaceutica, alla cosmetica. Il Distretto mette insieme oltre 100 imprese dei quattro settori, con un fatturato complessivo che sfiora i 300 milioni di euro e che copre l’intero territorio regionale, con un forte impegno della produzione primaria, ma anche della trasformazione, della logistica e della qualificazione del prodotto al consumo. Molte altre imprese sul territorio regionale, poi, arricchiscono un comparto che come pochi altri rafforza l’economia regionale con un approccio di filiera che è oggi fondamentale per affrontare le sfide del tempo su scala internazionale.

C.d.G.