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Scenari

Le Soste di Ulisse “3.0”: “Pronti a far vivere a chi viene in Sicilia un’esperienza a 360 gradi”

23 Gennaio 2023
Luciano Pennisi, Pino Cuttaia, Nino Graziano e Tony Lo Coco Luciano Pennisi, Pino Cuttaia, Nino Graziano e Tony Lo Coco

di Stefania Petrotta

Le Soste di Ulisse entrano nel loro terzo decennio di vita e lo fanno in pompa magna con una conferenza stampa che si è tenuta oggi al ristorante Mec di Palermo in cui hanno presentato il progetto “Sdu 3.0”, evoluzione dell’associazione attraverso un nuovissimo piano di marketing territoriale concepito per la promozione del “Continente Sicilia”.

Presenti il presidente Pino Cuttaia con i vice presidenti Tony Lo Coco e Luciano Pennisi, Alessandro Grassi della Grassi & Partners a cui è affidata la comunicazione, Daniele Siena, responsabile marketing e commerciale, Antonio La Spina, titolare del Minareto Seaside Luxury Resort di Siracusa e con la sprizzante incursione di Salvo Ficarra, uno degli ambasciatori delle Soste di Ulisse nel mondo. Insieme a loro, tanti altri associati, oltre al presidente onorario Nino Graziano. Parola d’ordine, dunque, evoluzione. “L’obiettivo – spiega Cuttaia – è sempre quello di far vivere a chi arriva in Sicilia un’esperienza a 360 gradi, paesaggistica, culturale, artistica, monumentale e, ovviamente, enogastronomica. Per fare ciò, abbiamo idealmente diviso la regione nei tre valli in cui era storicamente diviso il territorio sin dal periodo arabo-normanno fino all’epoca borbonica e, grazie alla nostra realtà che conta 47 associati, tra ristoranti, pasticcerie, hotel di charme, cantine ed istituzioni culturali private creare degli itinerari, delle esperienze per chi arriva sull’Isola. Una rete di imprenditori singoli privati che, con questo indotto e questi numeri, è unica in Italia ed è quindi normale che, proprio per le sue caratteristiche, abbia dovuto rallentare le sue attività durante il periodo del Covid. Oggi il progetto Sdu 3.0 tiene conto che molto è cambiato in questi anni, a cominciare dalla clientela che è più colta, informata ed è soprattutto più giovane. Ecco dunque perché abbiamo spinto per un lavoro di comunicazione digitale che passa dal sito e arriva ai social media anche con la creazione di un’app dedicata, disponibile da aprile, che farà a tutti gli effetti le veci di quelle che erano le guide turistiche nel secolo scorso”.

(Un momento della conferenza)

Tutto fa capo al nuovo manifesto che si basa su 5 punti importanti:

  • portare Il Mediterraneo «al centro dei pensieri» , attraverso la forza comunicativa della cucina e dell’ospitalità siciliana;
  • diffondere la cultura del buono e del bello, che la Sicilia ha insita in ciascun proprietario di strutture d’accoglienza, chef e produttore;
  • preservare e tutelare le tradizioni culinarie di ogni micro-territorio, dialogando con il mondo agricolo, dei pescatori e degli allevatori, salvaguardando e valorizzando la biodiversità, proteggendo le tecniche di produzione più rispettose dell’ambiente;
  • incoraggiare nuovi usi e nuove tecniche applicate ai prodotti alimentari di tradizione mediterranea, combinandoli con impulsi provenienti dall’estero e perpetrando, così, quello scambio che da secoli “disegna” la storia dell’isola;
  • difendere e promuovere i valori dell’accoglienza, tipici della cultura siciliana: rispetto, calore umano, cura dei dettagli, emozioni.

L’associazione, come spiega bene Siena, finalmente comincia a ragionare come un’azienda. Gli obiettivi sono la sensibilizzazione e la consapevolezza del patrimonio siciliano. Gli associati si impegnano a diventare custodi di questi valori, con un occhio al futuro e alle contaminazioni esterne. Una Sicilia che è al contempo porto e porta del Mediterraneo e per questo l’associazione vuole essere capofila di questo concetto attraverso due azioni fondamentali: una di formazione rivolta a tutte le componenti dell’associazione, e una di informazione verso l’esterno, attraverso appuntamenti in Sicilia, ma anche partecipazione a fiere di settore e seminari informativi nazionali e internazionali. Primo appuntamento il prossimo 14 aprile con il seminario di formazione che si terrà a Siracusa al Minareto dedicato agli associati grazie all’interlocuzione con addetti al settore, giornalisti internazionali e specialisti del marketing col fine di comprendere come la Sicilia oggi è vista. Seguiranno press tour con la stampa internazionale e il congresso che si terrà, sempre al Minareto, dal 28 al 30 ottobre 2023. Grassi, che ha sposato in toto il progetto, non ha dubbi: “Credo che in questo momento l’Italia sia il primo paese nell’immaginario internazionale ad essere la destinazione turistica ideale. All’interno di ciò, il primo desiderio è la Sicilia che è effettivamente la regione che sta crescendo di più. Da fiorentino ammetto che è la regione più bella d’Italia: la Sicilia è sexy. Lo dimostrano anche le produzioni cinematografiche che investono in questa terra. Ecco, la sfida importante è quella di far capire che Taormina e le altre località scelte per rappresentare l’Isola ne sono solo la porta e che la Sicilia non si esaurisce lì. C’è quindi molto da fare, ma la fortuna è che oggi è un territorio vivo tutto l’anno e tutto l’anno si possono vivere delle esperienze uniche. È un’occasione che non può essere persa”.

Per far ciò, dicevamo, l’associazione deve far sentire la propria voce fuori dai propri confini con i giusti strumenti. Importanti sono le voci, come quella del comico Salvo Ficarra che indica gli associati, sì, come custodi, ma anche come traghettatori verso il futuro prossimo dell’Isola. “La Sicilia – scherza Ficarra – non è più solo il posto dove vai a fare il bagno, ma puoi anche andare a sciare in montagna, fare una passeggiata nella storia o, non meno importante, è un luogo dove finalmente puoi staccare con tutto e far perdere le tue tracce. Un po’ come ci ha insegnato Matteo Messina Denaro. Magari non tutti vogliono farlo per 30 anni, però sai che potresti. Tornando seri – continua – la nostra regione ha tante difficoltà, a cominciare dalle infrastrutture, i collegamenti interni, i pochi voli che la servono. Per andare alle Eolie ci metti lo stesso tempo che impieghi per andare a Cuba o a New York. Eppure il turista ci sceglie tra tante altre mete più semplici e noi dobbiamo fare in modo che se ne vada ancora più certo della scelta fatta”.