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Scenari

Masi Agricola, i conti tornano al livello pre-Covid. Boscaini: “Cresce il mercato interno”

26 Marzo 2022

di Emanuele Scarci

Masi Agricola supera il giro d’affari e la redditività del 2019 nonostante il canale del business travel non sia tornato completamente alla normalità pre-pandemica.

La società veronese, quotata nell’Euronext Growth Milan e tra i big dei vini premium, ha chiuso il 2021 con ricavi netti consolidati di 66,4 milioni di euro (51,7 milioni nel 2020, +28,4%), il Mol è di 12,9 milioni (5,5 milioni di euro nel 2020) mentre il rapporto Mol/ricavi è del 19,5% contro il 17,2% del 2019. Ma senza 1,5 milioni di contributi pubblici tra Ocm e ristori la redditività sarebbe stata allineata al 2019. L’utile netto del 2021 è di 5,4 milioni (0,8 milioni nel 2020) e l’indebitamento finanziario netto 2,7 milioni (6,4 milioni al 31 dicembre 2020). Il titolo di Masi dal collocamento sul mercato del giugno 2015 è scivolato da 4,6 euro fino a 2 euro per poi recuperare i livelli del collocamento. Oggi la società capitalizza 146 milioni.

Business travel
“Il conto economico del 2021 – ha commentato il presidente Sandro Boscaini – registra il ritorno della performance numerica al pre-Covid, nonostante diversi mesi in cui l’Horeca è stata assoggettata a misure restrittive e nonostante la persistente rarefazione dei viaggi internazionali, che continua a penalizzarci nel canale duty free, nell’hotellerie di lusso e nelle metropoli. Questi incoraggianti risultati derivano sia dalla forza del brand che dall’utilizzo coordinato di tutti i canali distributivi e dalla segmentazione di gamma”. Analizzando il trend dei ricavi a livello geografico si nota il rilevante incremento dell’Italia, che cresce del 51% e registra una quota di oltre il 26% sul totale, una percentuale mai raggiunta dalla quotazione in Borsa a oggi. “Riteniamo che questa espansione del mercato domestico rappresenti un fattore strategico estremamente positivo, in quanto in Italia il gruppo distribuisce i propri marchi in modo diretto, senza anelli intermedi della catena del valore” sottolinea Masi Agricola.

Incognita costi
Per sopperire agli aumenti dei costi la società ha aumentato il proprio posizionamento-prezzo e conseguentemente i propri listini di vendita, “ma è possibile che nel breve termine il gap non venga pienamente colmato”, viene evidenziato. L’incertezza e l’aumento del costo della vita in generale che potrebbero causare una minore propensione alla spesa da parte dei consumatori. Sul fronte societario, la governance di Masi Agricola è stata cristallizzata dagli ultimi avvenimenti: i tre fratelli Boscaini hanno stipulato un patto parasociale triennale per un totale del 73,5% del capitale di Masi Agricola che, di fatto, ha sterilizzato il 7,5% detenuto da Renzo Rosso. Poi la Fondazione Enpaia (l’ente di previdenza degli addetti in agricoltura) ha rilevato sul mercato il 4% della società della Valpolicella.