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Scenari

Piacentinu Ennese Dop, cambio nei controlli: l’Iszs lascia, la certificazione va al Corfilac

29 Giugno 2020
formaggio_piacentino_ennese formaggio_piacentino_ennese

Cambia tutto per i controlli sul Piacentinu Ennese Dop. L’istituto zooprofilattico per la Sicilia, ente che aveva il servizio di controllo, ha infatti rescisso il contratto con il consorzio ennese.

Che ha scelto qualche giorno fa, il Corfilac (Consorzio per la Ricerca nel Settore della Filiera Lattiero-Casearia e dell’Agroalimentare) come autorità designata per effettuare i controlli sul formaggio siciliano caratterizzato dalla presenza dello zafferano al suo interno che gli dona il tipico colore giallo. Il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è arrivato qualche giorno fa. “Una scelta necessaria – spiega Aldo Migliazzo, del servizio certificazioni dello zooprofilattico – perché l’istituto non riusciva a garantire l’efficienza necessaria per la grande mole di lavoro”. Ecco perché la decisione di fare un passo indietro. Insieme al formaggio siciliano, rescisso il contratto anche con il consorzio dell’uva di Canicattì. L’Iszs ha all’attivo in questo momento nove prodotti siciliani su cui effettua i controlli. L’ultimo arrivato è il cappero delle Eolie Dop, gli altri sono la Vastedda del Belìce, l’arancia di Ribera, la pesca di Bivona, il pistacchio di Bronte, il salame di Sant’Angelo, il limone di Siracusa, il pomodoro di Pachino e il ficodindia dell’Etna. Potrebbero aggiungersi due nuove Dop ormai certe, ossia il limone dell’Etna e il pistacchio di Raffadali.

Il Piacentinu, quindi, ha dovuto virare sul Corfilac, che già controllava altre due dop relative ai formaggi siciliani, ossia il Ragusano e il Pecorino. Il Piacentinu Ennese è un formaggio diventato Dop nel febbraio 2011. Oggi il consorzio, di cui è presidente Pietro Di Venti, è composto da 8 soci, ma in questo momento sono solo 6 i produttori. Si tratta di un formaggio a latte ovino crudo che, oltre all’aggiunta del pepe nero, vede la presenza dello zafferano che conferisce al formaggio una particolare colorazione e una tipica qualità organolettica. “Ci aspettavamo una buona annata – dice il presidente ma il coronavirus ha bloccato tutto. Speriamo in una ripresa e di essere nelle nostre medie, ossia circa 18 mila quintali di formaggio prodotti”. Il disciplinare prevede la produzione di questo formaggio in nove comuni della provincia di Enna. Come detto, è un formaggio unico nel suo genere: è infatti aromatizzato con zafferano – che conferisce alla pasta il caratterisco colore giallo – e pepe nero in grani – posto in ammollo in acqua calda la sera precedente la produzione. La tecnica di lavorazione, che prevede l’aggiunta di acqua calda alla cagliata, e l’uso attento del sale ne fanno uno dei formaggi meno aggressivi della Sicilia, il “più europeo”. Dopo una maturazione di circa 60 giorni, ha odore delicato e sapore aromatico e dolciastro dovuto alla presenza dello zafferano.

C.d.G.