Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

“Cresciamo all’estero ma vorremmo un supporto più deciso dalle istituzioni”

31 Maggio 2012
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Chiede l’immediata operatività della nuova agenzia per la Promozione all’Estero il presidente di Federvini, Lamberto Vallarino Gancia (nella foto).

Per lui un primo punto di partenza per dare sostegno ad una politica decisa di sviluppo. Sul peso del Made in Italy come traino dell’economia ne ha parlato in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione. A fronte delle performance positive del settore ha infatti ribadito: “È arrivato il momento di scommettere seriamente sul Made in Italy, visto il peso indiscusso che ha nell’economia nazionale, soprattutto considerando l’impulso che può determinare sullo sviluppo”.
 
“Nonostante la difficile congiuntura internazionale, vini e mosti hanno registrato un incremento del 12%, mentre i liquori e le acque viti chiudono il 2011 con un +13%”, ha detto Gancia. Bene anche il comparto degli aceti (+8,1%). Complessivamente la produzione italiana ha toccato quota oltre i 40 milioni di ettolitri per i vini con la vendemmia 2011 e intorno a 2 milioni di ettolitri per il settore delle bevande con contenuto alcolico, più del 23,7% è stato destinato all’export.
 
A fronte dei dati economici positivi pur in un contesto molto difficile, “vorremmo vedere – ha sottolineato Gancia – le istituzioni più attente alle esigenze delle imprese che intendono accedere ai mercati esteri”.  
 
Tra i paesi maggiori compratori in Ue dei vini e mosti made in Italy spiccano la Germania (7 milion idi ettolitri) e il Regno Unito (3 milioni), in ambito extra Ue le esportazioni si sono concentrate soprattutto verso gli StatiUniti (+36% in valore) con gli spumanti, e in Cina con vini e mosti che hanno raggiunto una quota di export pari a 66 milioni di euro.
 
Nonostante gli eventi drammatici del 2011, il Giappone ha registrato un +17% nelle importazioni di vini, mosti e spumanti.
 
Sul fronte fisco, Federvini ricorda che “con tre successivi aumenti fra il 2004 e il 2006, l’accisa su aperitivi, liquori esui distillati è passata da 645 euro per ettolitro anidro a 800  euro per ettolitro anidro con un incremento di quasi il 24%: salvo il picco del 2006, anno che ha incassato gli effetti più consistenti dell’aumento, il beneficio per le casse dello Stato non è stato pari all’incremento introdotto. “Già a partire dal 2007 abbiamo avuto contrazioni nel gettito a conferma della perdita effettiva di fatturato globale, di iva e di imposizione diretta e indiretta sulle imprese. Mentre le aziende sono rimaste gravate dei maggiori oneri conseguenti l’incremento delle accise”, ha concluso Gancia.