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Scenari

Vino, calano le giacenze, su i prezzi. “Servono sostegni, no alla distillazione”

11 Maggio 2021

Prezzi, export, giacenze: prime prove di rimbalzo per il vino italiano, dopo oltre un anno in forte tensione.

È quanto registra l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv), che ha analizzato i principali indicatori di mercato di un settore che a causa delle chiusure nel 2020 ha perso circa 1/4 del proprio business sul mercato interno. Calano notevolmente le giacenze al 30 aprile, con gli stock in cantina che nonostante una vendemmia più ricca (+3,2%) si avvicinano sempre più alle quantità del pari periodo 2020, a +1,5% (lo scorso mese erano a +3,6%), con i vini Dop addirittura a -0,6% (bianchi a -1,8%). Sul fronte dell’export (base: dogane), con le prime riaperture si attenua la perdita a valore dei mesi precedenti negli Usa – da -22% di gennaio, a -15% di febbraio a -9,7% di marzo -, che era dovuta soprattutto alla corsa alle scorte di inizio 2020 in vista del carosello di dazi aggiuntivi e ripartono gli spumanti italiani nel primo Paese importatore (+11%). Bene la performance nel trimestre in Cina, dove si è aperta una voragine di mercato per i super-dazi comminati all’Australia: ad approfittarne, la Francia con un’impennata a +47,7% e l’Italia, che sfiora un incremento del 17%. In rialzo infine i prezzi, anche a causa delle gelate, che schizzano a +20% per i bianchi, con una spirale psicologica rialzista un po’ dappertutto.

Per il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti: “Le dinamiche di mercato sembrano andare nella direzione prevista e auspicata, ciò non toglie che le aziende, per risollevarsi dai 3 miliardi di euro persi nel 2020 e da circa 500 milioni di euro di crediti incagliati, debbano essere accompagnate in questa prima fase da strumenti fiscali e finanziari adeguati che attendiamo nell’imminente Dl Sostegni bis. L’evoluzione del mercato – ha aggiunto il segretario Uiv – andrà di pari passo con le aperture e il settore oggi ha bisogno di promozione e liquidità, non di distruggere il proprio prodotto. In ottica di medio periodo, poi, la partita si giocherà sulle rese dei vini comuni; Uiv chiede che si ponga un tetto, in modo da poter evitare fenomeni di sovrapproduzione incontrollati”. Secondo uno studio dell’Osservatorio del Vino Uiv pubblicato sull’ultimo numero del Corriere Vinicolo in uscita oggi, basato sui trend di impianto dal 2016 a oggi, nel 2025 il vigneto Italia ritornerà ad avere 700.000 ettari, come nel 2008, quando la Commissione europea varò l’Ocm con il meccanismo degli espianti con premio. Sul numero in uscita del giornale, anche le opinioni dei produttori sul quadro delle giacenze.

C.d.G.