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Scenari

Ais, quattro candidati per la presidenza: ecco scenari, veleni e strategie

12 Giugno 2014
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da sinistra Antonello Maietta, Alessandro Scorsone, Romeo Mancini, Emanuele Conte 

C'è l'uscente che vuole la riconferma. E altri tre candidati agguerriti.

C'è in ballo il futuro dell'Ais e l'ombra di Franco Ricci, il patron di Bibenda dopo la rumorosa e clamorosa scissione dal resto dell'associazione. A tal punto da trasformare l'elezione anche in una sorta di referendum pro o contro Maietta o Ricci. Il clima è un po' invelenito alla vigilia delle elezioni previste per il 23 giugno che porterà l'Associazione Italiana Sommelier verso una nuova fase. Nella rete e nei social network monta il battage mediatico, c’è chi è sceso in campo con una vera e propria campagna elettorale e con tanto di slogan, proliferano i post nei siti e i commenti nei social network a supporto dei papabili alla cabina di regia. Si voterà dalle 12 alle 20 nei seggi regionali e il presidente verrà eletto, per la prima volta nella storia dell’Ais, per nomina diretta. Questo, uno dei grandi cambiamenti previsto dallo statuto. Fino ad ora, a nominare il presidente era sempre stato il Consiglio Nazionale, e gli elettori venivano chiamati alle urne solo per dare la propria preferenza sui consiglieri. 

Adesso la base (trentamila circa sono gli aventi diritto al voto) potrà scegliere e scrivere nella scheda oltre ai nomi dei consiglieri candidati anche il nome e il cognome di uno dei quattro che si contendono il vertice: il presidente uscente Antonello Maietta; Alessandro Scorsone, sommelier di Stato a Palazzo Chigi, volto noto e molto amico di Ricci; Emanuele Conte, delegato Ais Foggia ed ex consigliere nazionale Ais, primo presidente del Comitato di Garanzia e membro della Commissione statuto e Commissione didattica; Romeo Mancini, nato a Carpegna, in provincia di Pesaro, sommelier Ais Umbria, relatore nei corsi Ais, commissario d’esame per sommelier, degustatori e relatori. 

 

Non ci sono invece nuovi candidati per la carica di vice presidente. Di fatto, non essendoci competitor, a ricoprirla sarà di nuovo Roberto Bellini, attualmente a fianco di Maietta, non solo per ruolo ma anche per condivisione di programma e di filosofia. Proprio la posizione che assumerà Bellini all’indomani dell’elezione del presidente sarà alquanto controversa, almeno secondo quanto ha riferito lo stesso Maietta. “Bellini ha fatto una comunicazione ufficiale annunciando che appoggia solo il mio programma. Se non dovessi essere riconfermato presidente, il nuovo si troverà un vicepresidente che eserciterà una forte opposizione”. Stando a queste dichiarazioni, all’orizzonte si preannuncia un cielo tutt’altro che sereno.

Al nuovo presidente dunque il compito di avviare la renaissance dell’Ais. Che per Maietta è un percorso già in itinere. “Il cammino è stato già tracciato in questi 4 anni. La nuova Ais è già quella che in questi quattro anni ho guidato. Un’Ais molto più democratica, con persone nuove e idee nuove”. E proprio una delle novità introdotte sotto l’era Maietta è stata la modifica statuaria che sta dando un profilo diverso a questa elezione e alla rappresentatività dell’associazione stessa. “La riforma Maietta è già il nuovo. Per la prima volta abbiamo consentito a tutti i soci Ais, in regola con la quota associativa versata entro il 28 febbraio, di potersi candidare. Prima ai ruoli chiave dell’associazione potevano concorrere solo coloro che esercitavano la professione di sommelier, in questo modo abbiamo davvero scongiurato le elezioni bulgare”.

Per il candidato Conte la democrazia decantata da Maietta è, invece una mistificazione. “Mi sono messo in gioco proprio perché ho visto l’Ais degenerare. In questa associazione sono venuti a mancare tutti gli organi di democrazia interna (il perno del suo programma). L’Ais oggi è una piramide con basi non solide. Parliamo di democrazia bacata. Guardiamo i delegati di zona, per esempio, che svolgono praticamente il ruolo fondamentale di front office: sono nominati direttamente dai responsabili regionali e possono essere rimossi in qualsiasi momento. Questo significa che c’è tutto l’interesse a nominare delegati che non hanno nessun potere contrattuale”. Rimanendo in tema di regolamento elettorale, Conte propone, tra i tanti cambiamenti auspicati, proprio una riformulazione della modalità di voto. “Avere previsto i seggi regionali non semplifica le cose, con l’aggravante che è stata ridotta la fascia oraria entro cui recarsi alle urne. Siamo nell’epoca in cui con un click si spostano milioni di euro. Dobbiamo adeguarci ai tempi”.

Oltre lo scoglio della democrazia l’Ais, nel suo processo di evoluzione, affronterà anche quello della trasparenza. Principio evocato nei programmi, di cui si sente l’urgenza del ripristino giusto dopo la separazione di Ricci dall’Ais e il caso Bibenda. “L'Ais ha bisogno di adeguarsi al momento attuale – dice Mancini -. Innanzitutto serve più trasparenza e a mio parere l'associazione dovrebbe essere regolamentata dalle norme del Codice Civile”. La stessa volontà la esprime Scorsone: “Per riportare in auge la nostra associazione occorre trasparenza. Ecco perché se verrò eletto presidente, renderò pubblici i bilanci della precedente amministrazione”. Alla trasparenza si appella anche Conte, che ancora una volta rivolge critiche alla riforma del regolamento elettorale di Maietta. “A nessuno, dico a nessuno, è stato comunicato il cambio delle regole. Non è stata inviata alcuna notifica sul nuovo limite temporale del 28 febbraio entro cui pagare la quota. Non c’è la tutela dei soci. Bisogna rendere pubblici tutti i verbali”.

Un aspetto su cui, tutti concordano, l’Ais è stata carente è la comunicazione. Materia su cui Ricci ha dimostrato di avere, invece, grande padronanza mettendo su la macchina Bibenda e facendo di Roma il salotto del vino italiano. Tutti i candidati, su questo punto, ammettono la debolezza dell’Associazione. “Il canale social e la rete sono le vetrine che l’Ais ha trascurato di più – ammette Maietta -. E noi ci concentreremo anche su questo. Sono mezzi che dovranno supportare i progetti che abbiamo lanciato, come la nuova rivista Vitae in uscita a breve con il secondo numero, di cui andiamo fieri. Redatto interamente dall’Ais, non demandata a terzi, e che ospita grandi personaggi della critica del vino come Fabio Rizzari. E poi c'è la nuova guida che lanceremo ad ottobre, interamente curata dall’Ais, e che si differenzierà dalle altre in tante cose, ma ancora non anticipiamo nulla”. Per stare al passo con le nuove forme di comunicazione, Conte sostiene l'urgenza di una diversa gestione del sito ufficiale in sintonia con i nuovi dispositivi mobili e, concorde con Maietta, ammette l'errore commesso dall'Ais di avere delegato ad esterni la gestione dell'apparato marketing ed editoriale (alias Ricci). 

La comunicazione dovrà essere un aspetto centrale della didattica, per fare cultura del vino. “Serve una revisione della didattica – sostiene Mancini – Nei corsi bisognerebbe dare più spazio al vino, dando la possibilità di far conoscere e degustare qualche etichetta più importante e ai libri di testo si potrebbero prediligere Cd-rom o App studiate ad hoc, rendendo disponibili i testi cartacei su richiesta”.

Proprio la politica associativa è un altro dei punti cardine del programma di Scorsone, che da più parti viene visto come il candidato amico di Franco Ricci e che rappresenta la continuità con il patron di Bibenda. “Ci vuole un cambio radicale – sostiene -. La politica associativa che propongo è di ispirazione renziana (dice proprio così, ispirandosi al presidente del Consiglio Matteo Renzi ndr) e vedrà tutti gli associati impegnati con la loro professionalità per stare a fianco dei produttori di vino che oggi più che mai hanno bisogno di supporto e competenza. Se oggi 12-13 mila soci hanno abbandonato l'Ais, forse questo è stato frutto di una politica errata”.

La nuova Ais dovrà ridisegnare il proprio posizionamento nello scenario internazionale, in vista anche dell' oramai prossimo Expo2015, al quale l’associazione è chiamata a svolgere il ruolo di rappresentante del mondo del vino. “Stiamo già formulando – dice Maietta – un programma di iniziative e degustazioni che faremo a Milano per Expo 2015 e nel resto d’Italia. Per noi la data di Expo 2015 è importante, ricorre il nostro cinquantesimo anniversario e in quella data a Milano si terrà il Consiglio Nazionale. Oltreconfine, ho intenzione di proseguire il lavoro del club Ais. Vantiamo oggi sessantacinque strutture satellite nel mondo. Ho appena firmato cinque diplomi Ais di sommelier cinesi. Piace lo stile italiano che esportiamo, il binomio cibo-vino che caratterizza solo noi”. Per Conte invece il ruolo dell’Ais nello scenario internazionale è nullo. “Ci hanno buttato fuori dall’Asi, poi ci hanno buttato fuori dalla World Sommelerie Association. Non contiamo proprio nulla. Quello che farò, se dovessi essere eletto, sarà recuperare i contatti con le associazioni più prestigiose all’estero e recuperare il terreno perduto”.

E non manca l'apertura ai giovani nei programmi di ciascuno. “Bisogna lasciare la strada a loro – ribadisce Conte -. Bisogna attuare il ricambio generazionale, basta con i matusalemme”. L'ultima parola alle urne.

Manuela Laiacona
Maria Antonietta Pioppo