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Scenari

Dario Cartabellotta assessore all’Agricoltura. Per la Sicilia un’occasione unica

24 Novembre 2012
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Diciamolo chiaramente: la nomina di Dario Cartabellotta (nella foto) ad assessore all’Agricoltura in Sicilia nominato dal neo presidente Rosario Crocetta ha qualcosa di sorprendente.

Non è la prima volta che un tecnico ricopre un ruolo politico-amministrativo ma questa volta è qualcosa di più e di quasi inedito. Perché Dario Cartabellotta non è un semplice tecnico, è uno che da oltre una decina di anni guida la macchina dell’agricoltura assieme ad altri colleghi conoscendone uomini, mezzi, risorse. E ancora: potenzialità, lentezze, stati d’animo, insomma tutto. E questo potrebbe rivelarsi un grande vantaggio. Se ci pensate è come se qualche anno fa Jean Todt avesse preso il posto di Michael Schumacher e si fosse messo alla guida di una Ferrari. Ma la metafora si ferma qui perché la politica in Sicilia è lontana anni luce da suggestioni e velocità che ricordano Maranello.

Tuttavia Cartabellotta ha una conoscenza perfetta della macchina. Ma come affrontare le curve? E quindi le tante trappole e i veti che invece il potere politico inevitabilmente disseminerà lungo il suo cammino? Non sarà facile. Certo, confessiamo che forse sarebbe stato divertente vederlo lavorare accanto all’assessore regionale al Turismo Franco Battiato ma non abbiamo neanche avuto il tempo di immaginarlo perché l’Udc ha chiesto a Crocetta di nominare Cartabellotta assessore all’Agricoltura.

Ma perché per la Sicilia agricola è un’occasione unica? Perché Dario Cartabellotta, al contrario di tanti politici, ha una visione ben chiara, chiarissima, di quale potrebbe essere il futuro dell’Isola, di quali sono le potenzialità, di quale potrà essere il contributo dell’agricoltura e dei suoi attori per la costruzione di uno sviluppo e di una nuova identità fondata sul territorio. C’è il mondo del vino, ma non solo. Lui è un grande sostenitore dell’olio dove la Sicilia è ancora poco più che all’anno zero. Ed ancora: la ruralità delle aree interne da salvare, la biodiversità per il quale il neo assessore è un grandissimo sostenitore. E come dimenticare poi che Cartabellotta ricordi sempre in più occasioni di quando l’Economist qualche anno fa, parlando di Sud Italia, sottolineava che in Sicilia solo il vino rappresentava l’unica bella novità e l’unica via di sviluppo? Forse gli inglesi esagerano ma certamente il nuovo assessore all’Agricoltura non sottovaluterà queste considerazioni.

Certo, fare l’assessore vorrà dire occuparsi di forestali, consorzi di bonifica, vertenze, il delicato rapporto con le organizzazioni professionali e così via. E qui far quadrare il cerchio non sarà facilissimo. Ma sarà interessante vedere come Cartabellotta indosserà i panni del politico. E poi sarà interessante vedere chi saranno i suoi dirigenti generali. E quanta reale autonomia gli sarà concessa. Anche da queste scelte si potrà capire molto. Noi siamo convinti che, metaforicamente, l’idea di guidare una Ferrari non gli dispiacerebbe. A patto di farci salire tutta la Sicilia agricola.

F. C.