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L'iniziativa

Marilena Barbera a Wine Moment: “Parlare di vino naturale è complesso. Troppi aspetti”

29 Aprile 2020
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Quindici ettari di vigneti, circa 70 mila bottiglie prodotte all’anno e una grande passione. Nel nostro Wine Moment di ieri siamo andati con Federico Latteri a trovare Marilena Barbera nella sua cantina a Menfi, in provincia di Agrigento. I suoi vini “parlano” di Menfi.

“E’ un posto che ha una grandissima storia vinicola e viticola – dice Marilena – I vitigni che coltiviamo nella nostra zona sono vitigni legati prevalentemente alla tradizione greca, dal nome stesso si evince l’origine greca. Nel secolo scorso Menfi ha avuto una profonda trasformazione con un grande movimento di sperimentazione viticolo, dando così vita ad una cultura enologica differenziata. Oggi a Menfi si producono tante tipologie di vini, tra autoctoni e classici, basti pensare al Nero D’Avola, al Grillo, allo Zibibbo”. Poi siamo entrati nelle Cantine Barbera, a conoscere il mondo dell’Inzolia. “E’ il vitigno che amo di più perché appartiene alla storia di questo territorio e, in maniera unica, ha sviluppato caratteristiche identitarie – prosegue Marilena – Dal punto di vista dell’enologia moderna l’Inzolia è un’uva difficile da vinificare e spesso viene bistrattata da altri produttori poiché piantata nelle zone sbagliate. I produttori del passato, infatti, l’hanno presa dal mare e l’hanno portata in collina. Se portiamo il Catarratto in collina porta vini davvero buoni, mentre l’Inzolia muore, perché nasce sul mare e vive del sale che il mare le trasmette”. 

E a casa, in questi giorni, Marilena punta sulla sua curiosità. “Assaggio un sacco di cose strane di territori spesso maltrattati, uno di questo è il Grignolino, che adoro anche se in molti dicono che è un vino con delle problematiche. Vino scarico di colore, trasparentissimo, somiglia al Nebbiolo dell’alto Piemonte, della Valtellina, io adoro questi vini. In più ha questo tannino un po’ burbero, ostico, che a me piace molto”. E sul vino naturale? “Parlare di vino naturale è complesso – ha sottolineato – Ci sono tanti aspetti nel sistema “vino naturale” che si possono dire e anche spezzettare. Dalla terra, dalla fertilità dei suoli, dal rispetto che il vignaiolo ha della sua terra. Non esistono protocolli univoci, legalmente riconosciuti in Europa, la potestà legislativa appartiene all’Unione Europea. Quello che è stato possibile fare, come in Francia, è la possibilità per alcune associazioni di produttori che individuano le loro personali regole, elaborano un marchio privato e lo registrano”.

Giorgia Tabbita