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Scenari

Matera verso il 2019: “Capitale della Cultura, ma gravi problemi all’accoglienza dei turisti”

13 Febbraio 2018
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di Annalucia Galeone, Matera

Il 2019 sarà il banco di prova per Matera, la Capitale Europea della Cultura. La città dei Sassi è ambiziosa, desidera il riscatto da decenni di oblio e disattenzione delle istituzioni per diventare una protagonista all'altezza della scena internazionale, il volano per l'economia regionale. La sfida è tutta da giocare.

Secondo Federalbergatori a Matera i posti letto nel 2000 erano 840, nel 2017 sono diventati 5.000, le presenze registrano un + 400/500% e sono passate da 88.000 turisti nel 2000 a 450.000 nel 2017. La capacità ricettiva in Basilicata dal 2000 al 2016 segnala + 60%, un incremento dei posti letto da 22 mila a 36 mila; il numero dei pernottamenti ha registrato +70% , ovvero 2.346.000 di presenze. L'avvento di internet ha portato ad un cambiamento radicale nell'industria dei viaggi. Il turista è interessato alla ricerca di nuove emozioni e sensazioni, privilegia i luoghi che vantano particolari bellezze naturali o culturali. I principali paesi di provenienza rimangono Germania, Francia Inghilterra, Stati Uniti, Giappone. Il movimento turistico interregionale è in crescita, in particolare da Puglia, Campania, Lazio e Lombardia. A Matera non sono molti gli albergatori, quei pochi sono molto uniti, e sentono fortemente la responsabilità di questo momento storico.

“L'hotellerie lucana paga lo scotto di decenni di mancanza di programmazione nel settore – sottolinea Antonio Panetta, Presidente Federalberghi Matera – Ancora oggi, oltre le enunciazioni di facciata, il governo regionale crede poco nel turismo come settore industriale. Matera ha pochi alberghi, una miriade di b&b e case vacanza, realizzati in pochissimo tempo mediante la riconversione del patrimonio immobiliare già esistente. L'offerta di camere è lievitata al punto tale da rendere poco conveniente l'investimento in strutture ricettive di una certa dimensione, è sbilanciata a favore del settore extra-alberghiero. Va anche detto però che laddove, come qualcuno ritiene e non io, il fenomeno Matera dopo il 2019 dovesse rimbalzare a ritroso, certo non ci troveremo una serie di cattedrali nel deserto, ma quelle che un tempo erano abitazioni potrebbero tranquillamente tornare ad esserlo. Se non altro non si sono fatti danni irreversibili come sulle coste ioniche”. 

Il turismo è un comparto economico cruciale, la crescita deve essere parallela alla creazione di una adeguata rete di trasporti, infrastrutture stradali, valorizzazione e rivalutazione dell'Appennino Lucano, degli itinerari della cultura, delle tradizioni, dei musei e dei parchi nazionali. “Purtroppo nel Sud Italia si consolidano solo le criticità e mai i punti di forza – prosegue Panetta – La nostra Regione è particolarmente vocata al turismo montano e naturalistico, non basta realizzare un “parco a tema” peraltro fuori “tema” con le peculiarità del territorio. Occorrono percorsi guidati, segnaletica, punti di informazione sul modello del Trentino Alto Adige. E' assente una vera e propria strategia di promozione territoriale. Oggi,  più che ieri però, ho la speranza che il brand Matera Capitale Europea della Cultura funga da ponte per favorire la scoperta di un territorio ancora sconosciuto, quello dell'antica Lucania con i monti, i boschi, i paesi arroccati sulle colline. Un mondo magico ed ancora intatto, o meglio magicamente intatto che il moderno turista non vede l'ora di conoscere”.