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Il personaggio

Pastore e casaro a 20 anni: “Ecco perché ho scelto di dedicare la mia vita a questo mondo”

19 Gennaio 2018
Calogero_Cangemi_2 Calogero_Cangemi_2


(Calogero Cangemi)

di Clara Minissale

Sette generazioni di pastori, una storia di animali da accudire che si perde tra i pascoli della Valle del Belice. E nessuna volontà di sfuggire al proprio destino, dato che l’amore per le pecore ce l’ha nel Dna.

Calogero Cangemi è un ragazzo fortunato perché ha vent’anni e un lavoro che ha scelto e che lo rende “felice ed orgoglioso”. Fa il pastore, come i suoi avi, ma anche il casaro, come suo nonno e suo padre. Idee chiare, entusiasmo, passione. Ci tiene che si sappia che è anche e soprattutto allevatore della razza della Valle del Belice, che con le sue pecore ha partecipato anche a diverse competizioni e nell’ultima si è piazzato secondo in varie categorie: “Queste pecore sono bellissime”, dice con orgoglio. E poi è produttore di pecorino siciliano Dop e vastedda Dop, altra cosa di cui va parecchio orgoglioso “perché – spiega con tutto l’entusiasmo di cui è capace – per arrivare a produrre un formaggio seguendo il disciplinare della Dop, prima devi conoscere le pecore, i pascoli, la mungitura e solo dopo arriva la lavorazione del latte che io faccio con la mie mani”.


L’azienda della sua famiglia, Caseificio Cangemi, si trova a Partanna, in provincia di Trapani e dal 1950 al lavoro di pastori – circa mille le loro pecore – hanno affiancato anche quello di casari. “Lavoro con mio nonno che si chiama come me, Calogero e con la nonna Giovanna. Anche lei fa la casara da cinquant’anni. Col nonno andiamo spesso in giro per manifestazioni o fiere di settore ed in effetti è raro vedere giovani che facciano questo lavoro. Ma io non vorrei fare altro. Amo il pascolo perché la campagna ti dà la vita e se tratti bene gli animali, loro poi tratterranno bene te. A seguire loro si imparar una cosa importantissima, il rispetto. E poi ho anche un riscontro economico per il mio lavoro. Non c’è motivo di non essere contenti”.


Lo ascolti mentre ti racconta del suo amore incondizionato e pensi a quanto questo ragazzo sia fortunato ad avere già così chiare le priorità della (sua) vita. Non ha grilli per la testa ma ogni tanto si concede un po’ di tempo libero da trascorrere con la sua fidanzata, per scattare qualche foto, altra sua passione oppure per andare a ballare. “Ma qualunque cosa io faccia, so che l’indomani alle sei suonerà la sveglia e mi aspetterà una lunga giornata – dice – Prima con le pecore in campagna, poi al caseificio dove ogni giorno, sette giorni su sette, noi lavoriamo il latte. Quindi bisogna consegnare i formaggi nei vari punti vendita. Il pomeriggio, se è necessario, si lavora il terreno e poi c’è la mungitura serale. Ma la mia vita non la cambierei perché se si fa qualcosa con passione, questo è già un premio”.