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Il prodotto

Volcano, il primo gin dell’Etna: così si scoprono altre caratteristiche di questo territorio

26 Novembre 2018
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(Alessandro Malfitana, Diego Pollicina e Stefano Lo Giudice – ph Miriam Vecchio)

di Stefania Petrotta

Che l’Etna sia naturalmente vocato alla produzione di ottimi vini è cosa ormai ben nota ma che dalla “muntagna” potesse venir fuori anche un gin dai profumi delle erbe tipiche del suo terreno, in pochi se lo sarebbero aspettato. 

Ci sono voluti tre giovani etnei appassionati perché tutto ciò potesse accadere e “Volcano Gin” diventasse una realtà. L’idea viene concepita da Alessandro Malfitana, sommelier del San Domenico Palace di Taormina, tornato in Sicilia dopo 7 anni a Londra, madre putativa con l’Inghilterra tutta del gin. Ed è proprio durante una passeggiata sulla sua amata montagna insieme agli amici Diego Pollicina e Stefano Lo Giudice, quest’ultimo sommelier di Villa Neri Resort di Linguaglossa sempre in provincia di Catania, che tre anni fa prende forma il progetto di imbottigliare gli inebrianti profumi di quel primaverile pomeriggio. È qui, infatti, tra le sciare etnee, che il ginepro, botanico di riferimento di questo distillato, cresce spontaneo ed è qui che i tre giovani ambiziosi ragazzi innamorati del proprio territorio decidono di avviare la loro start up. Li spinge il desiderio di rendere noto l’Etna, non solo come territorio enogastronomicamente vincente, ma anche come patria di un gin di alta qualità. A differenza di quello di alta montagna del Nord Italia, infatti, qui il ginepro assume una vena minerale che gli conferisce pulizia e grande freschezza, grazie al suolo vulcanico in cui cresce a da cui si nutre. Da qui la volontà di creare un prodotto unico che rappresenti le tante sfaccettature di un territorio ricco in una nuova veste mai sperimentata in Sicilia.

“Il metodo di produzione è il cold compaund – spiega Malfitana – Dopo numerose prove che ci hanno assorbito per ben 18 mesi, abbiamo capito che dovevamo partire da una distillazione di cereali con macerazione a freddo separata di ogni singolo botanico, con tempistiche diverse per ognuno, e che il tutto dovesse essere successivamente assemblato secondo un preciso ordine. Ed è solo dopo un affinamento in bottiglia per circa 2 mesi che può venir immesso sul mercato.” Accurata è dunque la scelta dei botanici. È infatti la personalità di ogni specie che interviene sul prodotto in maniera esclusiva, rendendolo unico e prezioso come ciò che lo ha portato in grembo. Il botanico di riferimento è il fiore di ginestra che dal punto di vista organolettico regala un interessante contrasto tra dolce e amaro. Ad esso si accompagna il finocchietto selvatico che, con le sue note aromatiche ed erbacee, regala profumi e sapori vigorosi. E ancora l'arancia amara, che conferisce freschezza e acidità per una piacevole beva, e la nocciola che dona equilibrio, grassezza, rotondità e struttura.


(ph Miriam Vecchio)

“Carattere floreale e fruttato, aromaticità, acidità e freschezza, struttura e rotondità, persistenza ed equilibrio, Volcano viene pensato per essere bevuto da solo, come digestivo a fine pasto dove si fa apprezzare per morbidezza e fragranza – racconta Lo Giudice – La ricerca dell'eleganza è al centro del progetto. Nella concezione locale l'Etna viene considerato di natura femminile ed è a questo particolare pubblico che è stato dedicato il nostro sforzo, per offrire un prodotto dai lineamenti gentili e per nulla aggressivi.” È questo il motivo della ricerca di un packaging prezioso e intrigante, frutto del pensiero e del lavoro del terzo socio, Diego Pollicina, responsabile della logistica aziendale e curatore dei rapporti con i business partner esterni. La bottiglia dal vetro possente ricorda l'indimenticabile periodo della “Prohibition Era”, l'epoca in cui comincia la sapiente ricerca qualitativa del bere bene; il tappo, disegnato a mano da un artigiano locale, è realizzato con sabbia vulcanica etnea affinché un pezzetto di Etna possa viaggiare con ogni singola bottiglia di Volcano Gin, dovunque essa vada; l'etichetta semplice ma raffinata offre dei giochi di bassorilievo che richiamano dei capricciosi disegni di lava.  Insomma, un gin impedibile per gli amanti del genere, ma non solo. Ed un buon motivo per bere siciliano.