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Il prodotto

I due nuovi monovarietali dell’Azienda Agricola Rallo, storie di re e nobildonne

18 Marzo 2014
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Nuovi stimoli, vini e punti di riflessioni dall’Azienda Agricola Rallo.

Con il millesimo 2013 Andrea Vesco lancia due nuovi prodotti, Evrò e Manto. Autoctoni, monovarietali e intimamente siciliani, i nomi sono ispirati a figure storiche del basso medio evo. In questo caso tra il 1.090 e il 1.450 e, per chi è curioso, è impossibile non approfondire.

Il vino: Evrò, un fragrante Insolia in purezza di Alcamo dalle note agrumate e di mela, prende spunto da Bianca Di Navarra, Contessa di Evreux, ultima e coraggiosa regina di Sicilia, una donna bella e intelligente che tenne testa all’avida e oltraggiosa nobiltà isolana del tempo. Le storie che intrecciano la vita di Bianca si snodano tra scontri, fine diplomazia e fughe rocambolesche. Rimasta vedova in età giovanissima fu desiderata per la sua bellezza e per motivi politici assieme, un cocktail esplosivo. Tra i suoi spasimanti, il più conosciuto è senza dubbio Bernardo Cabrera, Conte di Modica e Grande Ammiraglio del Regno di Aragona, il quale da accompagnatore nel primo matrimonio si trasformò, dopo la vedovanza, in innamorato folle. Numerose e a più riprese le schermaglie tra Palermo e Alcamo, e se non fosse stato per il Castello di Alcamo probabilmente il Cabrera ci avrebbe rimesso le penne.  La bella etichetta di colore blu del vino ne raffigura la struttura.

Manto, invece, è un Nero d’Avola fresco e morbido, dai profumi di more e spezie tra le quali spicca il pepe nero. Il nome si riferisce al mantello, il manto appunto, indossato dal normanno Ruggero II d’Altavilla, nonno dell’imperatore Federico II di Svevia. Ruggero visse la sua infanzia a Palermo ed ebbe precettori raffinati, tanto che imparò le lingue greca, latina e araba. Un uomo dall’istruzione ricca e trasversale. L’accostamento tra la trama fine, la morbida avvolgenza, il tessuto cesellato del vino, da un lato, e il prezioso drappo ricamato nelle officine reali di Palermo, chiamate Tiraz, puntellato da pietre rubinee, dall’altro, è assolutamente indovinato. Un lembo del prezioso manto è raffigurato nell’etichetta.
Entrambi i vini provengono dalla tenuta di Patti Piccolo presso il comune di Alcamo (Trapani). La famiglia Vesco la coltiva in regime biologico. Le cantine, in Marsala, hanno ultimato l’imbottigliamento nel febbraio 2014.

Ed ecco un’ulteriore e interessante novità: l’Evrò disporrà, tra l’altro, di un tappo particolare. E’ un tappo naturale, “bio”, carbon free, a impatto ambientale ridotto. E’, infatti, ricavato dalla lavorazione della canna da zucchero. Il ciclo di produzione richiede un impiego di soli 2 centilitri di acqua. Dal punto di vista della conservazione, grazie alla fibra naturale il vino “continua a respirare” così come con un tappo in sughero. Non solo: proprio perché in fibra è totalmente riciclabile e può essere usato come combustibile ecologico. L’azienda, che per il momento riserva l’utilizzo di questo tappo su quasi tutta la linea dei “bianchi”, è pioniera in Sicilia nel suo impiego, coerentemente con le politiche aziendali che mirano al rispetto dell’ecosistema.

Il vino sarà sugli scaffali entro il mese di marzo ad un prezzo tra i 9 e gli 11 euro.

Francesco Pensovecchio