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L'evento

Che bello il ritorno di Terre di Shemir: tra grandi piatti e super chef notte da ricordare

16 Marzo 2023
Domenico Candela, Gaetano Basiricò, Francesco Pellegrino, Pino Cuttaia, Damiano Nigro, Michelangelo Citino, Stefano Mazzone e Lia Spallino Domenico Candela, Gaetano Basiricò, Francesco Pellegrino, Pino Cuttaia, Damiano Nigro, Michelangelo Citino, Stefano Mazzone e Lia Spallino

di Stefania Petrotta

Che bello avere la percezione che la vita stia tornando piano piano alla normalità!

E uno dei grandi ritorni che supportano questa percezione è stato indubbiamente la festa di Terre di Shemir, un evento che la famiglia Pellegrino, in periodo pre-Covid, organizzava ogni anno e che ci era mancato immensamente in questi anni di pandemia spinta. Così quando Francesco “Ciccio” Pellegrino ci ha invitati alla festa che si è tenuta come di consueto presso il ristorante “Serisso 47” degli chef Gaetano Basiricò e Lia Spallino, abbiamo capito che davvero tutto stava riprendendo il suo corso. Ci eravamo lasciati a gennaio 2020, quando la serata era coincisa con i festeggiamenti del sessantesimo compleanno di Ciccio, tra amici, risate e brindisi. Ci siamo ritrovati quest’anno felici di riabbracciarci. Perché se c’è una cosa che a Ciccio riesce sempre – e non solo lui, ma anche la moglie Lara e le figlie Federica con Salvatore, e Irene – è quella di riuscire a riunire a Trapani il suo parterre di amicizie che proviene da tutta l’Italia. E lo fanno tutti con gioia.

(Lia Spallino, Gaetano Basiricò e Ciccio Pellegrino)

A cominciare dagli chef che, fedelissimi, lasciano i propri impegni per accorrere quando l’amico gli chiede di partecipare. E così arrivano da tutto lo stivale: Damiano Nigro dal Piemonte, Michelangelo Citino (executive del gruppo MyChef) dalla Lombardia, Stefano Mazzone (executive chef del Quisisana di Capri) dalla Campania così come, new entry di quest’anno, Domenico Candela (Chef del George Restaurant al Grand Hotel Parker’s di Napoli). E poi, ovviamente, gli amici siciliani di una vita Pino Cuttaia (chef patron della Madia a Licata) e Gaetano Basiricò con la moglie Lia, che possiamo considerare a tutti gli effetti “chef resident” della festa. Dulcis in fundo, Salvatore e Pasquale De Gennaro de “La tradizione”, bottega con cucina in Vico Equense, in provincia di Napoli. Insieme a loro, Luisa Agostino della macelleria La Paisanella di Mirto, in provincia di Messina, che ha portato il suo meraviglioso prosciutto crudo di suino nero dei Nebrodi riserva ghiande 40 mesi; Claudio Cerati della parmense Upstream con il suo “Cuore di filetto Gold Edition”, filetto di salmone marinato e dall’affumicatura appena accennata al legno di faggio dell’Appennino emiliano; Maria Faranda che ha portato la birra Leonia del birrificio Kottabos di Rocca di Capri Leone, sempre nel messinese. E poi ancora giornalisti, critici enogastronomici, gastronomi e gli amici più stretti della famiglia, a brindare all’azienda e al lavoro di valorizzazione della Sicilia che i Pellegrino fanno ogni giorno attraverso i loro prodotti, che sia l’olio o il vino.

(Stefano Mazzone, Damiano Nigro, Domenico Candela e Michelangelo Cimino)

Tanti i piatti degustati durante la cena e serviti dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Ignazio e Vincenzo Florio” di Trapani, nei quali ogni chef ha dato il meglio di sé, sebbene il vero protagonista sia stato, come sempre, l’olio “U trappitu” che la famiglia Pellegrino esporta in tutto il mondo, accompagnato dal pane del maestro trapanese Peppe Martinez. Ne abbiamo goduto sia nella variante “Fruttato delicato” (80% biancolilla e 20% cerasuola) sia in quella “Fruttato intenso” (60% cerasuola, 30% biancolilla e 10% nocellara del Belice). A conclusione della serata, come consuetudine, sono state regalate agli chef le jeroboam di “Erede”, il grillo di Terre di Shemir, decorate dall’artista trapanese Giovanna Colomba. Ma il dono più bello è andato, a sorpresa, a Lara: una balthazar del “Paradiso di Lara”, nero d’Avola in purezza dell’azienda, nella quale sul fronte è dipinta una grande luna piena e, sul retro, trova spazio il brano che Ciccio ha dedicato a sua moglie (e non solo).

(Luisa Agostino)

“Vorrei chiamarla notte magica, di quelle che rimangono indelebili per tutta la vita. Sono le 4,30 e mi sveglio avvolto da un fascio di luce strana. Credevo fosse un sogno e invece era reale: la luna mi stava illuminando. Una sensazione surreale. Poi, rigirandomi nel letto, ti vedo illuminata dal riflesso della luna sullo specchio. Tu, Lara, il grande amore della mia vita. E penso subito al miracolo della nascita delle nostre meravigliose figlie, Federica e Irene, all’arrivo di Salvatore e, poco dopo, della magia della vita nel diventare nonni di queste meravigliose creature, Samuele, Simone e, ora, Sofia. Mentre sono ebbro di voi, vedo sparire la lucentezza della luna coperta da una nuvola che oscura anche i miei pensieri. Penso subito a mamma e papà che, da lassù, ancora mi proteggono. E d’incanto rispunta la luna. Penso a quanto è grande il miracolo della vita e il pensiero corre subito a voi, alla fortuna di avere dei grandi amici: Gaetano e Lia, Stefano, Pino, Damiano, Andrea, Michelangelo, Domenico, tutti voi che ogni anno riuscite a farmi vivere un sogno, quasi un miracolo, una notte magica come questa. Spunta il sole, ma la luna è ancora lì, più bella che mai e penso a un altro grande miracolo: vivere insieme a te qua, nel nostro paradiso, con gli amori più grandi della nostra vita. E, tra questi, voi amici che ci frequentate e siete una parte importante. VI voglio un mondo di bene. A te, mia amata Lara, grazie per tutti per tutti i miracoli che riesci a far diventare realtà”.

LE FOTO DEI PIATTI


(Pino Cuttaia – Macco di fave con gnocchetti di seppia e ricotta)


(Michelangelo Citino – Cavolfiore, alici al cucchiaio e olio)


(Gaetano Basiricò – Frascatole di grani antichi con zuppa “Ope ri marzo”)


(Domenico Candela – Raggio di sole)


(Stefano Mazzone – Pesci e verdure del mercato)


(Damiano Nigro – Spalla di coniglio brasata, carciofi sott’olio, maionese di mandorle e salmone affumicato)


(Lia Spallino – Anagramma di olive: viole, ovile)


(Pasquale De Gennaro – Zeppole e zabaione)