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L'evento

Oggi a Palermo il regista di Mondovino Jonathan Nossiter

03 Maggio 2012

Oggi alle 18.30 Cronache di Gusto organizza un dibattito-degustazione presso i Cantieri Culturali della Zisa, a Palermo, durante il quale Jonathan Nossiter (nella foto) presenterà il suo libro “Le vie del vino”, edito in Italia da Einaudi.

Nel contesto del festival di cultura Francese “Rendez-Vous”, organizzato da Eric Biagi, direttore dell’Institut Français di Palermo, Nossiter presenterà anche il suo nuovo film  “Rio Sex Comedy”.

Il dibattito sarà aperto al pubblico e sarà accompagnato dalla degustazione di vini naturali siciliani e di prodotti gastronomici tipici a cura di Cronache di Gusto. L’ingresso è gratuito ad inviti ed è possibile prenotarsi, fino ad esaurimento, scrivendo all’email info@cronachedigusto.it. Gli inviti si possono richiedere anche all’Institut Français presso i Cantieri Culturali della Zisa. 

Le cantine che intervengono sono Bonavita di Giovanni Scarfone, Arianna Occhipinti, COS di Giusto Occhipinti, Paola Lantieri, Azienda agricola Guccione, Porta del Vento di Marco Sferlazzo, I Vigneri di Salvo Foti, Nino Barraco, Valdibella.

Ad accompagnare le etichette vi saranno i prodotti gastronomici dell’Antico Forno di Castelvetrano di Ottavio Guccione e i dolci della Dolceria Donna Elvira di Modica, salumi e formaggi selezionati da Trazzere del Gusto. 

Questi vini in degustazione: Faro 2009, Bonavita di Giovanni Scarfone; Sp68 Ross, Arianna Occhipinti;  Pythos anfora 2010, COS di Giusto Occhipinti;  Malvasia delle Lipari, Paola Lantieri; Gibril 2010, azienda agricola Guccione; Maquè Rosato, Porta del Vento di Marco Sferlazzo; Aetneus 2007, Custodi delle Vigne dell’Etna di Mario Paoluzi; Suber 2009, Azienda agricola Daino; Grillo 2010, Nino Barraco;  Isolano 2010, Valdibella.

Jonathan Nossiter, autore di un film capolavoro come Mondovino, premiato a Cannes nel 2004, è forse la persona più rappresentativa di un certo modo di produrre e bere vino legato alla riscoperta degli aromi originali delle uve e dei territori. Il vino naturale è diventato il cavallo di battaglia di Jonathan, sia perché come sommelier e consumatore evoluto non può che difendere la rinascita delle denominazioni e dei territori, sia perché il vino convenzionale oggi è il simbolo più evidente dell’appiattimento culturale e della mercificazione della nostra società.
 
Nel suo libro “Le vie del vino” Nossiter percorre un viaggio attraverso la filosofia di chi produce il vino e di chi lo consuma, nel tentativo di descrivere lo stretto legame che intercorre tra vino e società. La produzione del vino oggi risente dei timori, spesso infondati, indotti da un mercato globale che richiede un prodotto riconoscibile e standard. La diversità e l’unicità di un vino, così come la diversità tra le annate o la diversità tra le singole bottiglie, è spesso vissuta dal vinificatore come un difetto da evitare, cercando di omogeneizzare in cantina, prima dell’imbottigliamento, le caratteristiche organolettiche del suo prodotto. Oggi è legalmente possibile addizionare un’infinità di sostanze chimiche al mosto ed al vino: enzimi pectolitici e di elevazione, mosto concentrato e mosto concentrato rettificato, lieviti selezionati ed aromatici, tannini aromatici, gomma arabica, chips legnose aromatizzanti. E’ possibile correggere la naturale acidità, si può filtrare un vino fino a farlo diventare sterile.

Tutti questi accorgimenti sono orientati a creare una bevanda con un profilo organolettico definito (e spesso deciso a tavolino dal produttore e dall’enologo) e costante nel tempo. A questo si aggiunge il trattamento chimico delle vigne, sia dal punto di vista nutrizionale che antiparassitario, che ne stravolge l’equilibrio microbiologico biochimico e contribuisce all’appiattimento aromatico del prodotto finale.
 
Tutt’altra cosa è il vino naturale. Per naturale si intende un vino prodotto senza uso di sostanze chimiche in cantina ed in vigna. L’assenza di sostanze chimiche in vigna amplia e riequilibra la composizione del terreno ed incide decisamente, in positivo, sulla mineralità e sul profilo aromatico del vino. La fermentazione con lieviti naturali e l’assenza in cantina di prodotti chimici e di tutte quelle metodiche che snaturano gli aromi varietali e fermentativi, costituisce poi il fondamento per un vino capace di trasmetterci i veri aromi dell’uva e del territorio.

Infine l’affinamento senza uso di barriques nuove evita di conferire al vino aromi di vaniglia, caramello e resine legnose, capaci di snaturarne il profilo originale. Chiunque assaggi per la prima volta un vino naturale ben fatto non torna più indietro. Intense fragranze, incredibile ampiezza aromatica, profondità, mineralità.

Bisogna stare attenti però a non confondere “biologico” con “naturale”. La produzione di vino da agricoltura biologica non evita l’uso di lieviti selezionati e sostanze chimiche in cantina, anzi, paradossalmente, vengono venduti lieviti selezionati etichettati come biologici (ma anche enzimi pectolitici, chips legnose e gomma arabica biologica) il cui uso è consentito anche dalle nuove normative. Per cui è possibile produrre un vino il cui profilo aromatico non rispetta gli aromi varietali dell’uva o il territorio, ed etichettarlo come biologico.

Sempre giovedì alle 21.30, al cinema Rouge et Noir, verrà proiettato il nuovo film di Nossiter “Rio Sex Comedy” con Charlotte Rampling, Bill Pullman ed Irène Jacob. Prezzo del biglietto 4 euro.  

M.M.

Institut Français Palermo
Cantieri culturali alla Zisa
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