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Pubblicato in L'evento il 27 Febbraio2023

di Emanuele Scarci, Bologna

Alla ricerca del vino buono, pulito e giusto.

Migliaia di winelover hanno salutato l’avvio a Bologna di Slow wine fair, che terrà banco fino al 28 febbraio. 750 (+50%) le aziende partecipanti (di cui 100 estere) e soddisfazione da parte degli organizzatori di Slow Food e di BolognaFiere, quartiere fieristico che va sempre più assumendo il ruolo di polo del food & wine biologico. "Da 35 anni organizziamo il Salone del biologico e del naturale - ha detto all’inaugurazione il presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari – e, con strutture e spazi a disposizione, completiamo l’offerta con il vino: Slow wine fair, arrivata alla seconda edizione, e, a novembre, il Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti. Le fiere supportano chi produce in una logica di distretti territoriali, ma rappresentano anche un’occasione per riflettere, definire strategie e confrontarsi con chi mette in cantiere nuove regole per il settore”. Da non trascurare il valore crescente del business: il vigneto biologico tricolore conta 120mila ettari, pari al 19% dell’estensione totale. Il giro d’affari è vicino ai 630 milioni, per lo più realizzato all’estero e, in particolare, nel nord Europa.

Dal suo canto, Domenico Lunghi, manager di BolognaFiere, a margine dell’inaugurazione, puntualizza: “Noi prestiamo gli spazi, ma l’organizzazione dell’evento è interamente di Slow food che ha deciso, sin dall’inizio, di porre l’accento esclusivamente sul vino e non sugli stand o i produttori. Gli spazi e persino il numero dei calici sono uguali per tutti”. Perché un evento a Bologna a soli 30 giorni da Vinitaly? “L’anno scorso, a causa dei rinvii per la pandemia, abbiamo realizzato la prima edizione di Slow wine fair a distanza di 15 giorni dal taglio del nastro a Verona, ottenendo un buon successo. In realtà si tratta di due eventi con logiche ed obiettivi diversi, infatti ospitiamo lo stand di Vinitaly”.

Futuro verde
Per Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio, “il futuro è nel biologico, come del resto è stato fissato dalla strategia europea Farm to fork che vuole rendere sostenibile il sistema alimentare”. Poi a proposito della contaminazione accidentale, Mammuccini sottolinea che “oggi è il produttore del biologico a risarcire quello convenzionale: è un mondo alla rovescia. E su questo abbiamo ingaggiato una battaglia”.

Dal fronte commerciale, Carmelo Bonetta, titolare della cantina siciliana Baglio del Cristo di Campobello, commenta: “Siamo contenti di essere a Bologna, in uno spazio regionale dove tutte le cantine hanno le stesse opportunità: da Planeta e Donnafugata in giù. Abbiamo chiuso un ottimo 2022, con il vino agli sgoccioli, e anche il 2023 è iniziato altrettanto bene. Tuttavia le preoccupazioni attuali sono legate soprattutto agli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto degli italiani. Rimaniamo ottimisti, ma con cautela”.

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