Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

Così la Toscana promuove i suoi prodotti

20 Settembre 2012
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Si chiama Agriqualità ed è un marchio istituito dalla Regione Toscana nel 1999 per identificare i prodotti agroalimentari realizzati con tecniche di agricoltura integrata.

Un’iniziativa lungimirante dal momento che oggi concetti come il basso impatto ambientale, eco sostenibilità dei prodotti, sicurezza alimentare e dieta mediterranea sono all’ordine del giorno. Basti pensare a tutte le iniziative promosse dalla Comunità Europea a sostegno delle produzioni integrate (PAC).  Se problemi come la cattiva alimentazione, da intendersi anche come fonte di assunzione di sostanze chimiche dannose richiedono immediata introduzione di precise regole, Agriqualità rappresenta certamente una risposta concreta a queste esigenze di controllo degli alimenti. Il marchio, infatti, prevede un check su tutta la filiera, dal seme alla coltivazione fino al confezionamento del prodotto trasformato.

Ad esempio la pasta certificata “Agriqualità” è controllata a partire dalla varietà di grano utilizzata, rigorosamente non OGM, dalla correttezza e dal rispetto dell’ambiente delle pratiche agronomiche utilizzate nella sua coltivazione al molino dove viene prodotta la semola, oveè assolutamente vietato l’uso di additivi e poi nel pastificio dove, per esempio, viene regolato l’uso delle alte temperature nell’essiccazione.

La stessa modalità è applicata a tutti i prodotti certificati che debbono depositare un “contratto di filiera” che specifichi nel dettaglio ogni passaggio dalla terra alla tavola. Insomma un marchio di garanzia e di qualità.

I prodotti Agriqualità oggi sul mercato sono ancora un numero ristretto, ma tutti di largo consumo: dal pane alla pasta, dalla carne al latte ai formaggi e soprattutto con prezzi  accessibili a tutte le tasche. Il prossimo step  riguarda un progetto di filiera già presentato alla  Regione ed è quello de “Le Valli degli Orti” che vede come partner commerciale UNICOOP Firenze e che dovrà certificare i prodotti ortofrutticoli per dare ai consumatori certezze sulla provenienza e sullo stile di coltivazione in un campo in cui la contraffazione e l’uso improprio di prodotti chimici, sono all’ordine del giorno. Infine, la Toscana Cereali sta portando avanti l’adozione di buone pratiche colturali come la rotazione delle coltivazioni e la riduzione dell’uso di prodotti chimici al fine di mantenere l’integrità del un paesaggio.

Maria Giambruno