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L'iniziativa

Dieci puntate dedicate alla Sicilia sulla Bbc

01 Febbraio 2012
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C’è la pasta con le sarde. Quella alla norma. Il cous cous. Le arancine. L’insolito maialino nero dei nebrodi. Ed il pesce al sale.

Sullo sfondo il vulcano dell’Etna. La terrazza di Taormina. I gioielli di Palermo. E poi ancora i vigneti di Riesi. E le incantevoli viuzze di Siracusa, Trapani e Segesta. In sintesi, ma molto in sintesi, eco le dieci puntate de “L’avventura siciliana”, un documentario che andrà in onda sul canale Bbc Worldwide da aprile e che sarà visibile in Italia grazie alla piattaforma satellitare.

Protagonisti i due chef Enzo Oliveri e Aldo Zilli. Che a Londra sono due celebrità. Il primo, che ha già due ristoranti (La pasta e Igf, acronimo di Italian goodfellas”) ha intenzione di diventare il primo ad aprire nella città della Regina Elisabetta la catena dei Fratelli La Bufala. Intanto torna alle origini. E gira la Sicilia in lungo e in largo per mostrare ai “sudditi” come si vive e come si mangia nella sua terra natia. Spesso, troppo spesso, accostata solo a terminologie non propro di elogio. “Sicilia è mafia? – dice il regista Trevor Mc Callum – Ormai sono cose del passato. Chi lo dice lo fa nella pura accezione romantica. Per citare personaggi celebri come il Padrino, fenomeno di culto mai passato di moda”.

I documentari sono un’idea nata parecchi anni fa. Ma concretizzata solo adesso perché ci sono voluti cinque anni per ottenere il finanziamento. Tre sopralluoghi e 15 giorni di riprese dopo, ecco il documentario che è stato proiettato in anteprima a Palermo.

“Da 16 anni vivo e lavoro a Londra – dice Oliveri -. Il progetto è nato dopo aver conosciuto Trevor. Tra un piatto di pasta ed un bicchiere di vino. Ed è anche un modo per ringraziare la mia terra di tutto quello che ha fatto per me». Il regista, rimasto folgorato dagli scenari siciliani, è sicuro. Gli inglesi ameranno la Sicilia: «Per loro questi documentari saranno una vera e propria sorpresa – dice Mc Callum -, perché conoscono solo il cibo italiano, non quello siciliano. Cosa amo della Sicilia? Tutto ed ogni posto. Da Taormina a Siracusa. Per non parlare di Cefalù. E Palermo, poi. Ci sono già tornato varie volte e ci ritornerò”.

Per Stefano Cirillo, uno dei curatori del progetto, “si è sentita la necessità di partire da un’immagine che passa poco della nostra regione – dice -. Si tratta di una promozione turistica in un periodo importante come questo, visto che a Londra si disputeranno le Olimpiadi e visto che Londra e l’Inghilterra sono la porta dell’Europa”.

Giorgio Vaiana