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L'iniziativa

Il Pinot Nero in mille sfaccettature: alla Porta del Vino di Milano un maxi-banco d’assaggi

26 Gennaio 2019
Carlo_Pietrasanta_e_il_titolare_di_Castello_di_Luzzano Carlo_Pietrasanta_e_il_titolare_di_Castello_di_Luzzano

di Michele Pizzillo, Milano

Portare il vino lombardo a Milano. Direte: è facilissimo, oltretutto è la città dove gli appassionati di vino sono veramente molti. Invece non proprio così scontato. 

Anche perché “La Porta del Vino” – nome appropriato – voluta dal Movimento Turismo del Vino Lombardo in centro città, in uno degli antichi caselli daziari di accesso alla città lungo le cosiddette mura spagnole, che circondavano la città, con l’idea di proporre tutte le aree viticole della regione dove, spesso, sono impegnati piccolissimi vignaioli che non hanno la forza economica per organizzare eventi fuori dal perimetro della propria cantina. “Noi abbiamo creato questo giocattolo proprio per rispondere a questa esigenza”, dice Carlo Pietrasanta, vice presidente del Movimento regionale e animatore del progetto Porta del Vino. Infatti, le prime degustazioni organizzate nel casello daziario milanese riportato all’antico splendore con un certosino lavoro di restauro, sono state dedicate alle zone più piccole e poco note della Regione. Adesso è arrivato il turno di aree viticole più estese ed anche più conosciute. Anche perché, sottolinea Pietrasanta “è doveroso guardare pure ai territori che hanno fatto grande la produzione vitivinicola della nostra regione. E, non possiamo ignorare che l’Oltrepò Pavese è una delle zone di produzione più importanti d’Italia per numero di aziende e per volumi di produzione. Aggiungo: possiamo dire anche, in molti casi, per la qualità assoluta della produzione”. E, qui, abbiamo la sensazione che si parte con una vera e propria sfida. Cioè, una scelta mono-varietale, su “tutte le sfumature del Pinot nero”, che non è un vitigno facile da gestire, con 12 aziende (Azienda agricola Bosco Longhino e Vigne Olcrù di Santa Maria della Versa, Azienda agricola Marchese Adorno di Retorbido, Azienda agricola Montelio di Codevilla, Azienda agricola Padroggi La Piotta di Montalto Pavese, Azienda agricola Percivalle di Borgo Priolo, Castello di Luzzano di Rovescala, Conte Vistarino di Rocca de’ Giorgi, Frecciarossa società agricola e Società agricola Fratelli Guerci di Casteggio, Milagro Veritas società agricola di Ruino, Tenute Tonalini cantina storica di Montù Beccaria) che dal 30 gennaio al 2 febbraio, proporranno, in appositi banco d’assaggio, solo Pinot nero, nelle varie sfaccettature come il Pinot nero … in bianco e il Blanc de Noir con le bollicine bianche, le riserve in rosso e le sfumature in rosa con il metodo classico rosé.

“Speriamo che queste giornate suscitino l’interesse che meritano, negli appassionati e nei professionisti dei vini: crediamo che le aziende e le etichette che presentiamo siano di assoluto valore. E siamo molto contenti che gli amici di Abs Wine & Spirits (organizzano Bottiglie Aperte e Milano Wine Week, ndc) abbiano voluto intensificare la collaborazione con noi su queste iniziative e condividano la nostra strategia. Milano ne ha bisogno”, dice Pietrasanta. A questo punto ci siamo convinti che i vini lombardi hanno bisogno di personaggi come Pietrasanta perché sa raccontare il vino (ne è pure produttore) con appropriatezza e, in particolare, con convinzione, altro che figure sbiadite e probabilmente anche costose, che solitamente vengono “ingaggiate” per queste iniziative perché appaiono in televisione. E, poi, Pietrasanta, è capace di scindere la figura di produttore da quella di agit-prop del buon vino lombardo, perché parla per tutti. Così come sta facendo in questi giorni con i produttori dell’Oltrepò Pavese “che, per decenni, hanno prodotto vini che erano i più consumati nelle famiglie milanesi – rammenta Claudio Maspes, responsabile delle degustazioni de La Porta del Vino e direttore dei corsi Aspi di Milano -. E sono anche vini che hanno conosciuto una crescita qualitativa impressionante, grazie ad alcuni produttori illuminati che non si sono accontentati di facili ma temporanei successi. E le grandi e multiformi espressioni dello staordinario Pinot nero, sono probabilmente la bandiera più illustre di questo territorio”.

In pratica, il Pinot nero che Valeria Radici Odero dell’azienda Frecciarossa definisce affascinante, difficile, faticoso, raffinato “rappresenta una delle scommesse più impegnative per vignaioli ed enologi. Però in Oltrepò Pavese il Pinot nero ha trovato una delle sue case d’elezione, tanto che può dare risultati di grandissimo valore in forme diversissime fra loro, dai bianchi ai grandi metodo classico fino alle vinificazioni più importanti in rosso e in rosso riserva. L’importante è lavorare in modo serio e preciso, per ottenere dei vini che possono reggere il confronto con le produzioni più blasonate al mondo”. E, quindi, ha visto bene Pietrasanta quando ha pensato ad uno dei caselli daziari per divulgare al pubblico milanese la grande varietà e ricchezza del patrimonio vitivinicolo lombardo ma anche italiano. Le quattro serate dal 30 gennaio al 2 febbraio, sono organizzate in banco d’assaggio aperto al pubblico (dalle 17.30 alle 21.30) e degustazioni guidate di una tipologia di vino per serata, alle ore 19,30: è preferibile prenotare.

La Porta del Vino
Piazza Cinque Giornate, 16 – Milano
T. 02 5887654 – 349 3030862
info@laportadelvino.com