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L'iniziativa

Il pomodoro che aiuta la ricerca: donazione per ricevere anche un ricettario di Esposito

22 Febbraio 2020
Chef_Gennaro_Esposito_Ambassador_e_Gianluigi_Di_Leo_Presidente_giovani_imprenditori_ANICAV Chef_Gennaro_Esposito_Ambassador_e_Gianluigi_Di_Leo_Presidente_giovani_imprenditori_ANICAV


(Gennaro Esposito e Gianluigi Di Leo)

di Michele Pizzillo, Milano

Il pomodoro è buono sempre, non solo quando viene utilizzato come strumento d’attrazione per raccogliere fondi per finanziare ricerca e cure in ambito pediatrico. 

Lo sappiamo tutti che il pomodoro è un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea perché è un frutto con pochi zuccheri, ricco di fibre, vitamine C ed E, sali minerali, potassio e fosforo. Contiene molecole bioattive come i polifenoli, potenti antiossidanti, e i carotenoidi tra cui il licopene, studiato come coadiuvante nel potenziamento del sistema immunitario e nella prevenzione di alcuni tipi di tumore. In più, gli imballaggi in acciaio contribuiscono a garantire la conservazione delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche del pomodoro. Affiancando ad Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, aziende che nel 2019 hanno fatturato 2,5 miliardi di euro) Ricrea (Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio), la Fondazione Umberto Veronesi ha messo a punto l’iniziativa “Il Pomodoro. Buono per te, buono per la ricerca”, ideata per raccogliere fondi per garantire le migliori cure possibili ai bambini malati di tumore e aumentare le loro aspettative di guarigione. 

E, sabato 22 e domenica 23, per la terza volta, i volontari di Fondazione Umberto Veronesi, saranno impegnati in 300 piazze italiane a distribuire, a fronte di una donazione minima di 10 euro, una confezione con tre lattine di pomodori, nelle versioni pelati, polpa e pomodorini  – più un ricettario studiato da Gennaro Esposito, il bistellato chef del ristorante Torre del Saracino di Vico Equense, finalizzato ad offrire un’ampia alternativa all’utilizzo del pomodoro in cucina – per sostenere la ricerca scientifica rivolta a trovare una cura alle malattie oncoematologiche dei più piccoli. Il ricavato della raccolta fondi “permetterà di finanziare cure sulle leucemie, in particolare un protocollo per la leucemia linfoblastica acuta (Lla) che rappresenta il 75% dei casi di leucemia infantile e in Italia colpisce circa 350-400 bambini ogni anno, con un picco tra i 2 e i 5 anni di età- ha evidenziato Franca Fagioli, direttore del reparto di oncoematologia pediatrica a Torino -. Sostenere questo progetto è fondamentale, perché permette ai bambini e ragazzi malati di ricevere cure immediate ed altamente efficaci, grazie a terapie all’avanguardia. Infatti, seppure il tasso di sopravvivenza a lungo termine sia passato da meno del 10% nei primi anni ’60 all’attuale 80%-90%, studi recenti dimostrano che è assai difficile migliorare ancora questi risultati mediante la sola intensificazione della chemioterapia. È necessario quindi mettere a punto nuove combinazioni di trattamenti di prima linea, utilizzando, anche farmaci e trattamenti non chemioterapici più mirati, secondo la logica della precision medicine, per avvicinarci il più possibile a curare tutti i piccoli malati di Lla”.

A questo punto il presidente dei giovani imprenditori di Anicav, Gianluigi Di Leo, si è augurato di poter superare l’obiettivo prefissato di 500 milioni di euro di raccolta; con il presidente di Ricrea, Domenico Rinaldi, scherzando – ma non tanto, ad essere sinceri – che vuole essere più ambizioso, puntato ad un milione di euro. Sarebbe come cacio sui maccheroni – paragone appropriato, visto la presenza dello chef Gennaro Esposito alla presentazione dell’iniziativa a Milano – perché “l’anno scorso con questa iniziativa abbiamo raccolto quasi 300.000 euro grazie alla grande sensibilità dimostrata da chi ha deciso di essere al nostro fianco: donatori, volontari, Anicav e Ricrea, preziosi ed indispensabili partner di questo progetto. Quest’anno vogliamo fare ancora di più, per finanziare la ricerca scientifica di altissimo profilo e continuare ad aiutare i bambini che ogni anno si ammalano di tumore”, ha detto Monica Ramaioli, Direttore generale di Fondazione Umberto Veronesi.

Ogni anno in Italia si ammalano di cancro circa 1.400 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni e circa 800 adolescenti tra 15 e 19 anni. Grazie agli enormi passi avanti fatti dall’oncologia pediatrica e dalla ricerca scientifica, oggi il 70% di questi tumori infantili guarisce, con punte dell’80-90% nel caso di leucemie e linfomi. Nonostante questo, le neoplasie rappresentano ancora la prima causa di morte per malattia nei più piccoli, ed è per questo che Fondazione Umberto Veronesi ha deciso di impegnarsi attivamente per dare una speranza in più ai piccoli malati oncologici e alle loro famiglie. “E noi siamo onorati di poter sostenere, con il nostro pomodoro, elemento importantissimo della cucina italiana e ricco di sostanze benefiche per la salute, la ricerca sull’oncologia pediatrica”, ha detto il Presidente di Anicav, Antonio Ferraioli.

Poi ci ha pensato il grande Gennarino Esposito e trasformare il pomodoro in protagonista della presentazione dell’evento in programma sabato e domenica, con un piatto semplice della cucina abruzzese: polpettina di pane, cacio e uova, condita con una salsa di pomodoro, semplicemente sublime. Oltre a dimostrare che non ha senso ad arricchire i piatti di elementi costosi quanto inutili, e di evitare lo spreco in cucina, perché questo piatto si può preparare con alimenti – causa vecchiaia – che probabilmente erano destinati a finire nella pattumiera.