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L'iniziativa

La pizza come “ottava arte”: se ne parla a Milano con due case history

07 Novembre 2019
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Oggi probabilmente si celebrerà il “battesimo” di cibo come l’ottava arte e primo nel quartiere milanese dell’arte per antonomasia, Brera a Milano.

Partendo dal piatto più popolare, la pizza, che se la mettiamo sul piano economico, fa numeri da capogiro: 8 milioni di pizze al giorno, quasi tre miliardi di pizze all’anno, per un giro d’affari che supera i 15 miliardi di euro e l’impiego di oltre 150.000 persone. Dati che a Milano, oggi, Marco Eugenio Di Giandomenico sicuramente dettaglierà di più a quanti parteciperanno all’evento sul dialogo tra i linguaggi creativi dell’arte contemporanea nell’era delle nuove tecnologie, con un focus sul food (in particolare sulla pizza) e sulla musica, organizzata da Ard&Nt Institute (Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) e l’Associazione Ethicando, presso l’ex Chiesa di San Carpoforo dell’Accademia di Belle Arti di Brera, in Via Marco Formentini 14, nel cuore di Brera, a partire dalle ore 15.

Presentiamo subito Di Giandomenico, economista e critico della sostenibilità dell'Arte e della Cultura, docente presso l’Accademia di Brera, istituzione d’arte famosa in tutto il mondo. Quindi, un imprimatur indiscutibile sul cibo come ottava arte. E, partendo da due case history di eccellenza selezionate per l’evento milanese. Cioè, l’artista napoletano della pizza, Giuseppe Maglione, titolare di Daniele Gourmet ad Avellino, oggi tra le migliori espressioni creative dell’arte culinaria, dice Di Giandomenico. E, aggiunge “le sue pizze utilizzano i migliori ingredienti dell’Irpinia, diventando strumento di valorizzazione territoriale, nonché altri prodotti di eccellenza del made in Italy, acquisendo una connotazione estetica per così dire “sostenibile”, sia per la bellezza dei manufatti gastronomici in se stessi, sia per i messaggi sociali (difesa dei diritti delle donne, promozione della pace) che guidano lo chef nella sua attività creativa”.

Con la pizza non può mancare la farina, ma deve essere quella prodotta da un molino storico, come il mantovano Molino Pasini, rappresentata da Gianluca Pasini, con quasi cento anni di storia, che ha saputo declinare i valori e il konw-how degli antichi mugnai nell’epoca delle nuove tecnologie, con una sapiente selezione di grani e altre materie prime, valorizzando un patrimonio artigianale italiano plurimillenario dell’arte della farina che rappresenta una delle migliori espressioni del made in Italy nel mondo. Siccome si parlerà di arte, una performance musicale ci sta proprio bene e, ci penserà un talentuoso studente del master Soundart dell’Ard&Nt Institute, Mariusphere, che eseguirà brani utilizzando un pianoforte “apparecchiato” – proprio così -, con utensili da cucina inseriti tra le corde, producendo sonorità e suggestioni ritmiche in dialogo creativo con l’arte del food, leitmotiv culturale dell’iniziativa.       

Ciliegina sulla torta, la presentazione del libro “l’Estro del Gusto. Giuseppe Maglione, artista della pizza sostenibile”, edito da Apeiron Edizioni (Napoli, 2019), curato da Di Giandomenico, con i contributi di Gianluca Festa (Sindaco del Comune di Avellino), Pasquale Giuditta (già Dirigente del Ministero delle Politiche Agricole, Responsabile dei rapporti con l’Unesco e uno dei protagonisti del riconoscimento dell’arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano come patrimonio dell’umanità), Roberto Favaro (professore di storia della musica e vice direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera), Roberto Rosso (professore di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera), Filippo Cannata (lighting designer). L’iniziativa è promossa dalla piattaforma comunicativa Betting On Italy (BOI), che divulga mediaticamente le iniziative artistiche e culturali di maggiore ricaduta di edificazione sociale. Come possiamo concludere? Qui si mangia, ma Cultura – con la C maiuscola – con al centro la pizza.

Michele Pizzillo