Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervento

Le Soste di Ulisse sul nuovo Dpcm: “Non possiamo continuare a navigare a vista”

31 Ottobre 2020

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta inviata dall’associazione Le Soste di Ulisse che commenta il nuovo Dpcm del Governo varato qualche giorno fa e che impone la chiusura dei ristoranti alle ore 18. 

1) Chiusura serale almeno alle 23; 2) Liquidità in parametro ai fatturati; 3) Cassa integrazione almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo; 4) Decontribuzione 2021 visto che per il 2020 abbiamo già adempito in pieno; 5) Abbassamento dell’aliquota iva al 4% per il prossimo anno.

Partiamo da queste cinque richieste, che condividiamo al 100%, formulate dal nostro amico e ambasciatore Massimo Bottura, sintetizzate nella missiva indirizzata al governo Conte, per dire la nostra in ordine al recente Dpcm che è stato emanato. Concordiamo su queste cinque linee guida, considerandole esaustive, concrete e soprattutto lungimiranti.  Il Governo Conte ha provveduto ad emanare il Decreto Ristoro con l’indicazione dei sostegni economici che andranno alle aziende colpite da questa seconda ondata virulenta. Pur tuttavia, ancora una volta rileviamo che manca una programmazione necessaria. Si tratta di contributi che potranno fornire una piccola boccata di ossigeno, ma che non potranno assolvere pienamente ai mancati guadagni avendo la chiusura dei nostri ristoranti nella fascia serale, e non potranno far fronte a tutte le spese sostenute nei mesi scorsi per adeguare le nostre strutture, in vista della ripartenza di giugno scorso, a quando contenuto nei protocolli emanati dal governo nazionale. Dunque ancora una volta siamo stati messi in un angolo e con il miraggio di sostegni contenuti e per nulla programmati.

Siamo consapevoli, e saremmo degli stolti se così non fosse, che la curva epidemiologica è in netta ascesa e che il virus continua a galoppare nelle nostre città, tra i nostri amici e conoscenti, ma necessita una programmazione di un livello superiore, che non può avere come dead line il 24 novembre. E se poi dovessimo riaprire e chiudere, per esempio, dopo quindici giorni o un mese, cosa accadrà? E se invece nei prossimi giorni sarà prorogata la data del 24 novembre, cosa si farà? Non possiamo costantemente navigare a vista. Siamo imprenditori, abbiamo la responsabilità delle nostre famiglie, dei nostri dipendenti, di tutto l’indotto di filiera e non, che è strettamente collegato alle nostre attività, e non possiamo ogni volta essere sprovvisti di risposte e di una pianificazione aziendale che sia sensata e sostenibile. Non siamo ristoratori che scendono in piazza, come accaduto in questi ultimi giorni da nord a sud, sobillando le folle e innescando scontri con le forze dell’ordine. Episodi da cui prendiamo, in modo assoluto, le distanze e che non ci appartengono. Pretendiamo, però, rispetto e soprattutto programmazione.

Le Soste di Ulisse è l’associazione che racchiude l’eccellenza della ristorazione, dell’hotellerie e delle cantine siciliane, abbiamo una tradizione, abbiamo un progetto e soprattutto abbiamo sposato l’idea di raccontare la nostra terra attraverso l’umanesimo che la nostra storia ci ha tramandato. Ragion per cui ci uniamo e sosteniamo, a tutti i livelli, le richieste formulate da Massimo Bottura, che facciamo anche nostre. Chiediamo, con forza, al governo regionale di fare la propria parte con l’autorevolezza che gli riconosciamo e, infine, facciamo un appello al nostro territorio siciliano. Le Soste di Ulisse ha lanciato una campagna sui social per sostenere la filiera, sottoscrivendo una sorta di patto etico con i nostri clienti. Venire a pranzo nei nostri ristoranti è un gesto di amicizia e di solidarietà sociale che consente di mantenere vivo un settore ampio e solido, che contribuisce all’economia della nostra Sicilia. Tutti insieme affronteremo anche questo ennesimo scoglio, in attesa che chi ha la responsabilità di legiferare tenga conto delle esigenze e delle aspettative di tutti i comparti in sofferenza… dal primo all’ultimo.

C.d.G.