Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 63 del 29/05/2008

L’INTERVISTA “Così abbiamo portato i canadesi in Sicilia”

28 Maggio 2008
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    L’INTERVISTA

Massimo Mamberti, direttore generale dell’Istituto del commercio estero, parla della missione del Monopolio dell’Ontario in 22 cantine dell’Isola. “Avete fatto tanta strada e tanta se ne deve ancora percorrere”

mamberti_massimo.jpg“Così abbiamo
portato i canadesi
in Sicilia”

Il Canada alla scoperta dei vini siciliani. Un’operazione “a doppia firma” fra l’Istituto del commercio estero e Assovini Sicilia, quella che vedrà le massime cariche del Monopolio dell’Ontario in giro per ventidue cantine dell’Isola fino al 31 maggio.

La delegazione è formata da Robert Norman Peter, presidente ed amministratore delegato dell’Lcbo; Robert Kenneth Downey, senior vice presidente, vendite e marketing; Thomas John Wilson, vice presidente del dipartimento Vintages e Courtenay Devere Wint, direttore del dipartimento Vini Europei. Un’operazione in cui ha creduto in prima persona Massimo Mamberti, direttore generale dell’Ice.
“L’Lcbo (Liquor control board of Ontario, ndr) – dice Mamberti – è l’ente che si occupa dell’importazione di vino nell’Ontario, la regione più forte nel Canada. È importante anche come volume di traffico e commercio che gestisce. Il Canada ha un monopolio di vino e alcolici, che possono essere venduti solo nelle rivendite autorizzate. Questo ente fattura il corrispondente di 3 miliardi di euro all’anno”.

Un’altra dimostrazione del ruolo che sta assumendo il vino siciliano nel mondo.
“Il vino siciliano era considerato fino a qualche anno fa di alta qualità ma, com’è noto, veniva usato essenzialmente come prodotto da taglio. Negli ultimi 10 anni, però, le cose sono cambiate grazie agli sforzi e agli investimenti degli imprenditori siciliani. Lo dimostrano i risultati. Ottenuti al Vinitaly ma anche altrove. Tutto questo ha portato una grande rivalutazione”.

Qual è il ruolo dell’alimentare?
“L’export totale della Sicilia ammonta a circa quattro miliardi di euro. E l’alimentare occupa circa il 40 per cento. Il valore è aumentato in senso assoluto ma anche a livello di qualità. Da qui la scelta di invitare la delegazione canadese in Sicilia. È una importante iniziativa per portare gli importatori davanti a queste realtà. L’obiettivo è il riposizionamento dei prodotti e il rafforzamento dei marchi più importanti”.

E il peso della Sicilia?
“C’è un accordo tra l’Ice e la Regione Sicilia ed è uno di quelli che funziona meglio. È un programma che gira sui 3,5 milioni di euro”.

Come l’ha vista crescere la Sicilia negli ultimi anni?
“La Sicilia è una realtà strana. È molto cresciuta. Ci sono anche importanti realtà industriali. Mi sembra che sia migliorata molto”.

Cosa c’è ancora da fare?
 “I vini vanno benissimo. Quindici anni fa si poteva dire lo stesso? Ma pensiamo anche alle conserve, al pescato: Mazara del Vallo era poco più di una realtà folcloristica. Credo che il problema siciliano siano le dimensioni aziendali e le difficoltà delle esportazioni. Non è soltanto avere un buon prodotto, ma anche saperlo gestire”.

Marco Volpe