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La “pasta di San Giuseppi” a Campobello: la ricetta della tradizione spiegata passo passo

24 Marzo 2021
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di Max Firreri

Quando dici San Giuseppe a Campobello di Mazara, nel Trapanese, in cucina è la “pasta di lu Santu”.

Alla festa del papà e del Santo al quale quest’anno Papa Francesco ha dedicato un anno speciale, è legata anche una tradizione culinaria che affonda le radici nella storia. Quella più conosciuta rimanda alla ritualità dei pani votivi, ma ce n’è anche un’altra che, a doppio filo, passa per le cene degli altari: le pietanze (di solito 101) che vengono offerti ai Santi (di solito bambini bisognosi) che vengono preparate in cucina coi prodotti della terra e del mare. Fanno capolino verdure e ortaggi che primeggiano anche nella tipica “pasta di San Giuseppi”, una bontà “autoctona” di Campobello di Mazara. Proprio così, “perché con questa ricetta viene preparata solo qui da noi”, spiega Agata Calandro, Presidente dell’associazione “Raggio di sole”. Le sette donne del sodalizio, da anni insieme davanti ai fornelli, promuovono antiche ricette e tradizioni. E tra queste c’è la “pasta di San Giuseppi” che, anche quest’anno hanno preparato ma solo per una breve diretta sui social.

La tradizione culinaria è quella che le donne di “Raggio di sole” vogliono conservare: “Io da bambina la vedevo fare a mia nonna, poi a mia madre e così ho imparato a prepararla”, racconta Antonella Indelicato. La ricetta che conserva il gruppo “Raggio di sole” è quella di una volta, con verdure e fagioli. “Esistono diverse varianti – spiega Agata Calandro – c’è anche quella con le sarde, ma l’originale, secondo la tradizione campobellese, viene preparata con le verdure e la mollica tostata”. Il legame di questa ricetta è, indubbiamente, con la terra. Basti pensare agli ingredienti, esclusa la pasta che oggi, a differenza di decenni addietro, si compra già pronta. Nelle case degli agricoltori quando si preparava la “pasta di San Giuseppi” le donne facevano finanche la pasta, di solito tagliatelle. Tutto in casa, nel rispetto della tradizione, ora quasi pronta al tramonto. Le donne di “Raggio di sole” tengono a denti stretti affinché le tradizioni non scompaiono. Da qui la promozione della ricetta della pasta del Santo, alla quale negli anni hanno anche abbinato un concorso (dallo scorso anno sospeso per il Covid). Ma guardano anche oltre: “Il nostro impegno è quello di poterla fare conoscere e gustare a coloro che neanche la conosco, così magari li prendiamo per la gola e li portiamo qui, a visitare il nostro territorio”, conclude la Calandro.

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