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Vini e territori

Mamoiada, l’isola nell’isola della Sardegna: e i produttori chiedono una loro Doc

11 Giugno 2021
Il_convegno Il_convegno

di Marco Sciarrini

Con l’allentamento delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, si ricomincia, nel rispetto delle regole, a tornare a vedersi dal vivo e a trovare le occasioni di parlare di vino con degustazioni e convegni.

Questa volta è toccato alla manifestazione Mamojàda Vives 2021, che si è tenuta nella caratteristica cornice di Mamoida in provincia di Nuoro. Seconda edizione di Mamojàda Vives, un evento, patrocinato e finanziato dal comune di Mamoiada e dai produttori dell’Associazione Mamojà, dedicato ai vini, alle persone e al territorio di Mamoiada. Prima ancora di raccontare l’evento, è necessario far capire al lettore cosa rappresenti il rapporto di Mamoiada con il Cannonau, e l’immagine che è apparsa a chi scrive è un parallelo con un altro territorio isolano come l’Etna che è un’isola nell’isola in Sicilia, e per analogia Mamoiada rappresenta essa stessa un’isola nell’isola in Sardegna. Chi conosce il Cannonau di Mamoiada sa perfettamente che in nessun altro posto questo vino riesce ad avere le peculiarità che nel bicchiere si trova. E questa unicità ha portato i produttori di questo territorio riuniti nell’Associazione, a proporre, oltre alla degustazione di 31 vini di 20 cantine di Mamoiada, un convegno che si è svolto in diretta online, dal tema “Il territorio e il vino a Mamoiada: verso una possibile istituzione di una Doc territoriale”.

Sia dagli assaggi che dal dibattito, a cui hanno partecipato grandi firme del settore giornalistico, le autorità locali, parroco compreso, è emerso con tutta evidenza che questo territorio ha necessità di un riconoscimento che superi il generico Cannonau doc Sardegna che comprende l’intera Isola da Cagliari alla Gallura, ma che invece dia, come ad altri è stato concesso, una dignità di sottozona dedicata. L’associazione, ha come obiettivo lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e delle pratiche vitivinicole degli associati, la viticoltura tradizionale, il sistema di allevamento ad alberello, con limiti di resa bassi, interventi minimi nei vigneti e in cantina per favorire un’agricoltura sostenibile. Tutte le produzioni sono biologiche e la vinificazione viene eseguita solo con lieviti indigeni. Tutto questo ci fa intuire come l’Associazione abbia già gettato le basi per autoimporsi un “disciplinare” di allevamento e conduzione della cantina mirato a fare qualità. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, terreni di natura granitica di struttura sciolta e leggermente acidi.

(Vigneti a Mamoiada)

Dal 2015 l’associazione promuove un modello socio-economico-vitivinicolo sostenibile, incentiva la creazione di nuove aziende nel territorio, valorizza le eccellenze enogastronomiche locali, sostiene un programma di turismo destagionalizzato, la tutela dell’ambiente e degli aspetti rurali, promuove la cultura e le tradizioni e le relazioni sociali. Mamoiada è un paese di 2.500 abitanti del centro Sardegna. La tradizione vitivinicola è radicata nella cultura locale e i vigneti secolari e quelli più giovani delineano le colline circostanti. A sostenere questa tradizione sono le 200 Cantine familiari, che producono vino per autoconsumo, e le 31 che imbottigliano regolarmente, per un totale di 400.000 bottiglie all’anno, 4 milioni di euro circa di fatturato, un centinaio di posti di lavoro, l’aumento della componente femminile e soprattutto, di giovani che restano a Mamoiada e investono le loro risorse nel territorio, un fenomeno in controtendenza rispetto a molti paesi del centro Sardegna. Il territorio di Mamoiada è altamente vocato per la viticoltura, i vigneti sono ad un’altitudine media di 730 metri sul livello del mare, soggetti a forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, i suoi terreni sono di natura granitica di struttura sciolta e leggermente acidi.

(I buoi che arano le vigne)

A Mamoiada ci sono circa 350 ettari di vigneto, il vitigno più coltivato è il Cannonau (95%) e grazie a dei nuovi impianti, oggi, si sta valorizzando anche la Granazza, un vitigno autoctono a bacca bianca. La forma di allevamento tradizionale è l’alberello basso e le rese sono mediamente tra i 20 quintali per ettari nelle vigne antiche e di 60 in quelle giovani. La lavorazione del terreno, nei vigneti antichi è fatta ancora con l’aratro a buoi, nei nuovi impianti, con il trattore, e in entrambi i casi, la rifinitura dei ceppi è fatta manualmente con la zappa. In generale, le tecniche di lavorazione del terreno utilizzate sono biologiche e rientrano in una visione di agricoltura sostenibile. Le denominazioni che attualmente ricadono sul territorio di Mamoiada sono: la Doc Cannonau di Sardegna, Igt Isola dei Nuraghi (entrambe possono essere utilizzate in tutto il territorio della Sardegna); Igt Barbagia (ricade in 15 comuni della provincia di Nuoro) e Igt provincia di Nuoro (che può essere usata nella provincia di Nuoro, Ogliastra, Cagliari, Oristano). La degustazione ha visto l’annata 2019, ed anche alcune prova di vasca, e una selezione di bottiglie delle annate precedenti. Dalla degustazione è emerso per i rosati una componente principale come la morbidezza, con un gioco tra complessità aromatica e freschezza, non solo come qualcuno ha dichiarato solo fragole e lamponi, ma un quadro olfattivo più complesso, un rosato molto gastronomico. Per quanto riguarda i rossi l’annata 2019 è stata molto positiva, dopo le piogge di maggio non ci sono state precipitazioni fino alla raccolta, dopo la 2018 disastrosa. I caratteri delle componenti agrumate di buccia di arancia riescono, anche in una degustazione alla cieca, a far individuare la provenienza dei suoi Cannonau, a corollario delle sensazioni olfattive le note di erbe officinali, e un bel frutto. L’ottima gestione dei tannini, dell’alcol e dei legni, dimostra l’evoluzione tecnica degli allevatori, che hanno evidenziato come quello che viene prima non è il vitigno, ma le vigne. I vini che sono stati in degustazione divisi per categoria sono stati:

Rosati

  • Cantina MUSSENNORE, Mussennore rosato 2020
  • Cantina ANTONIO MELE, Vinera rosato 2019
  • Cantina MONTICI VITZIZZAI, Istimau rosato 2019
  • Cantina LADU, S’Ena Manna rosato 2019
  • Cantina SANNAS, Maria Pettena 2019

Rossi

  • Vignaioli CADINU, Martis Sero 2020
  • Azienda Agricola PINO BECCOI, Duduli 2020
  • GIAMPIERO TRAMALONI, Bacarru 2020
  • Cantina OSVALDO SODDU, Bruncu Boeli 2019
  • Cantina MULARGIU, Malarthana 2019
  • Cantina MUSSENNORE, Mussennore 2019
  • Cantina MERZEORO, Baduorane 2019
  • ANDREA COSSEDDU, Su hastru e su Orvu 2019
  • Cantina Vikevike, Fittiloghe 2019
  • Azienda Agricola TEULARJU, Ocruarana 2019
  • Azienda Agricola TEULARJU, Caragonare 2019
  • Cantina FRANCESCO CADINU, Perdas Longas 2019
  • Cantina FRANCESCO CADINU, Elisi 2019
  • VINZAS ARTAS, Nigheddu 2019
  • Vignaioli CADINU, Martis Sero 2019
  • Cantina LADU, S’ena Manna 2019
  • Cantina ANTONIO MELE, Vinera 2019
  • Cantina MONTISCI VITZZIZZAI, Istimau 2019
  • Cantina SANNAS, Bobotti 2019
  • Azienda Agricola PRAMAS, Pramas 2019
  • Cantina OSVALDO SODDU, Brulleri Riserva 2019
  • Cantina GIUSEPPE SEDILESU, Mamuthone 2019
  • Cantina GIUSEPPE SEDILESU, Gràssia Riserva 2017
  • Cantina GIUSEPPE SEDILESU, Carnevale Riserva 2017

Bianchi

  • Cantina GIUSEPPE SEDILESU, Perda Pintà 2019
  • Cantina SANNAS, Maria Abbranca 2018