Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervista

Dal nord-ovest della Sardegna ecco Vinos: “Ora puntiamo anche su formazione ed enoturismo”

20 Ottobre 2025
Il gruppo di Vinos / Sardegna Il gruppo di Vinos / Sardegna

L’associazione prepara il nuovo direttivo e rilancia la missione di comunità: non solo bottiglie ma progetti, cultura e paesaggio

La voglia di fare rete per sostenere un’intera comunità è alla base di Vinos – Vignaioli Nord Ovest Sardegna. L’associazione, attiva da un paio d’anni, oggi riunisce sotto la presidenza di Mario Bagella undici soci, tra i trenta e i sessant’anni, provenienti dai territori di Romangia, Nurra e Coros.

Il direttivo è composto, oltre che da Bagella, dal vicepresidente Giampiero Saccu, dal segretario Giulio Ruiu, dal tesoriere Antonio Cargiaghe e dai consiglieri Leo Conti e Antonio Ogana. Nei prossimi giorni si terranno le nuove elezioni.

Cosa vogliano essere lo hanno dichiarato nell’apertura del loro manifesto:

“Vignaioli per noi vuol dire essere interpreti consapevoli, con una visione ampia del territorio nel quale operiamo. Abbiamo una naturale propensione alla salvaguardia del paesaggio e un interesse profondo per lo sviluppo della collettività. Coltiviamo e vinifichiamo le nostre uve, imbottigliamo e vendiamo il nostro vino per promuovere il frutto del nostro lavoro e la cultura del nostro territorio. Pensiamo che la crescita individuale vada di pari passo con quella collettiva: per questo facciamo rete e ci muoviamo come gruppo di vignaioli per comunicare ciò che riguarda il nostro areale.”

Nei territori di Vinos ricadono la Doc Alghero, la Doc Moscato Sorso Sennori, l’Igt Romangia e l’Igt Nurra. L’associazione vuole valorizzare questi areali come spazi vivi, con una loro storia, tradizione e paesaggi che regalano grande bellezza — come i tramonti sul golfo dell’Asinara.
Dalla nascita si sono uniti nuovi produttori, oggi undici in tutto. Otto operano in Romangia, precisamente a Sennori: Leo Conti, Giuliano Ruiu, Agreste Natura, Sorres e A³. Nel comune di Sorso ci sono Mario Bagella, Terre di Baquara e TraMonti. Due le realtà della Nurra, entrambe ad Alghero: Podere 45 e Antonio Cargiaghe. Chiude il gruppo il vignaiolo di Usini, Giuseppe Pocobelli, per il territorio del Coros.
La media è di cinque ettari vitati per socio; le produzioni vanno dalle tremila bottiglie di chi è agli inizi alle ventimila di chi ha già esperienza. I vitigni principali sono Vermentino, Moscato, Cannonau, Cagnulari e Pascale.

“Non ci siamo riuniti per una necessità commerciale, perché non siamo un catalogo e non vendiamo i nostri vini: raccontiamo il territorio cui apparteniamo – Nurra, Coros e Romangia – attraverso vini, cibi e tradizioni”, spiega a Cronache di gusto Antonio Ogana, consigliere di Vinos. “Per noi è anche un riscatto sociale: condividere le idee fra soci può diventare un percorso lavorativo per altri ragazzi delle nostre zone.”

Come si racconta insieme l’idea di Nord Sardegna, unendo Romangia, Nurra e Coros?
“Se guardiamo all’aspetto del vino, ci accomunano due elementi: il maestrale e il calcare, diverso nelle tre sottozone. Si va dall’altimetria più bassa della Nurra fino a quella più elevata della Romangia, a circa trecento metri sul livello del mare. E siamo sempre accarezzati dal maestrale, che ci porta salinità e ci distingue dagli altri.”

Come professate il vostro approccio sostenibile?
“Siamo nati in un territorio segnato da una forte crisi occupazionale e dallo spopolamento delle campagne, abbandonate in passato per l’industria petrolchimica. Chi ha scelto il riscatto sociale ha voluto compiere una scelta consapevole, attenta agli aspetti fitosanitari e all’ambiente che ci circonda, da preservare nel migliore dei modi. Per molti soci, il lavoro in vigna è stato tramandato in famiglia: una grande fortuna.”

In Sardegna si investe molto sull’enoturismo. Come lo intendete voi?
“Anche alcuni di noi fanno enoturismo, ma con un approccio diverso: si punta sul turismo lento, sulla conoscenza diretta del vignaiolo, dei luoghi e delle tradizioni. C’è poi una collaborazione attiva per creare percorsi di trekking e itinerari ciclabili: su questi aspetti Vinos vuole essere un collante nel dialogo con le amministrazioni pubbliche, per far capire il potenziale che tutti i vignaioli possono esprimere. I soci lavorano a vantaggio dei territori.”

Che tipo di tradizioni proponete ai visitatori?
“Tradizioni enogastronomiche: oltre al vino abbiamo il pane e l’olio – soprattutto Bosana – che rappresentano molto per noi. Poi tutta la gamma di dolci e paste tipiche, come gli andarinos di Usini, e le ricette che raccontano il nord-ovest della Sardegna.”

Avete puntato molto sulla formazione. Come funziona il vostro modello?
“All’interno dell’associazione ci sono agronomi ed enologi, ognuno con il proprio percorso di studi, ma invitiamo anche docenti universitari e fissiamo un calendario annuale con argomenti di interesse comune, dalla gestione della chioma ai trattamenti fitosanitari. Ci sembrava giusto estendere i benefici al territorio: le lezioni sono aperte anche a chi non è socio, perché crediamo che la formazione debba essere alla portata di tutti e che un territorio possa crescere con il sapere.”

Il problema della manodopera riguarda molti. È più facile per voi trovare persone disposte a lavorare in vigna?
“No, non lo è. Molti lavorano la vigna come secondo impiego. Ma in Vinos si possono acquisire competenze e capire che si può vivere serenamente di agricoltura. Alcuni soci fanno solo questo: una sfida concreta.”

A breve il nuovo direttivo. Cosa ci dobbiamo aspettare per il 2026?
“Stiamo preparando il calendario degli eventi e tornerà la manifestazione Radizi: un press tour di due o tre giornate per visitare i vigneti, conoscere le differenze fra le zone e partecipare a una masterclass. È importante per noi che l’incontro finale sia dedicato alle sottozone più che ai singoli soci, perché non siamo un catalogo. Raccontare un territorio e la storia che custodisce genera benefici per la collettività, non solo per chi vi lavora.”